fabrizio palenzona
Stefano Cingolani per “Il Foglio” - ESTRATTO
Il capitalismo italiano, il piccolo grande capitalismo, sta uscendo dal letargo. Ha trascorso un lungo periodo in apnea, ma siamo indulgenti: tra pandemia, guerra, inflazione, crisi energetica, crisi di governo, il quinto cambio di maggioranza politica in un decennio (e che cambio) non restava che mettere i materassi alle finestre.
L’ultimo brivido s’è spento un anno fa con la battaglia di Trieste per le Assicurazioni Generali, adesso questo risveglio di primavera porta un friccico in piazza degli Affari. Intanto, grazie al rimbalzo del 2022 le società quotate in borsa hanno fatto il pieno di utili, battendo anche l’inflazione.
stefano lucchini fabrizio palenzona foto di bacco
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Se poi qualcuno vuol restare sdraiato al sole dei Tropici, c’è chi, come Fabrizio Palenzona, suona la sveglia.
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In quanto a relazioni, Palenzona non ha nulla da invidiare a nessuno, al contrario sono molti a invidiare proprio lui. Forse si farebbe prima a dire chi non conosce, tanto è spessa la sua agenda: dalle banche (Unicredit e Bpm) alle infrastrutture (Benetton, Gavio), dagli immobili (Prelios del quale è presidente) alla finanza (Mediobanca, Caltagirone), dagli aeroporti (Roma Fiumicino) agli autotrasporti, senza mai dimenticare la politica locale e nazionale.
francesco profumo giuseppe guzzetti
Ora è presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino che vuol trasformare nel baricentro di nuovi equilibri economici; dopo Giuseppe Guzzetti e sulle sue orme, ma con una diversa personalità.
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vincenzo maranghi con palenzona
Se Guzzetti, “padre padrone” della Cariplo, si muoveva un passo dopo l’altro al modo degli alpini, Palenzona irrompe sulla scena come un rugbista lanciato verso la meta. Anche lui, però, vuol diventare quello che nel gergo degli uomini d’affari americani si chiama rainmaker, il mago della pioggia.
fabrizio palenzona 4
Così, all’ombra dei campanili del nord ovest e dei ministeri romani è tutto un fiorire di grandi ambizioni, grandi aspettative e ancor più grandi progetti: le nozze Unicredit-Bpm e quelle di Mediobanca con Banca Generali; il complesso immobiliare tra Milano e Sesto San Giovanni; il futuro di Mundys (ex Atlantia) dopo l’addio alla borsa; una super fondazione piemontese relais tra finanza e territorio, e ancora, il campione della difesa con Leonardo e Fincantieri, il colosso dell’energia con Eni ed Enel, magari più in là nel tempo, dopo che i nuovi vertici nominati dal governo avranno preso le misure e rivisto i piani strategici.
alberto nagel palenzona
Sembra fanta-finanza, ma poche attività umane hanno bisogno di tanta fantasia quanto la finanza. La Fondazione Crt è un ente no profit nato nel 1991, come tutte le fondazioni di origine bancaria, dalla legge Amato che ha trasformato l’intero sistema creditizio. Ma oltre alle attività benefiche gestisce l’1,9 per cento di Unicredit e l’1,8 per cento del Banco Bpm nato dalla Banca Popolare di Milano, l’1,7 per cento delle Assicurazioni Generali e un bel pacchetto del 9 per cento in Atlantia, la società della famiglia Benetton che possedeva anche Autostrade per l’Italia. Posizioni di minoranza, ma tutt’altro che minoritarie.
Giovanni Gorno Tempini Giiseppe Guzzetti Paolo Morerio e Carlo Messina
La Crt è stata il grande trampolino di lancio per Palenzona nel mondo delle banche e della finanza.
palenzona PATUELLI PADOAN GUZZETTI VISCO
Facciamo un passo indietro. Nato a Novi Ligure nel 1953, dopo la laurea in giurisprudenza a Pavia comincia la sua carriera parallela nella politica e negli affari. Milita nelle Acli e poi fin da giovane nella Dc corrente Donat Cattin, nel 1987 è sindaco di Tortona, carica che mantiene per ben 15 anni, passando poi alla Margherita. Diventa presidente della provincia di Alessandria e in questa veste si nomina nel consiglio della Fondazione Crt entrando nel grande gioco: nel 1997 si allea con la Fondazione Cariverona e fa confluire la Cassa di risparmio di Torino nel gruppo Unicredito formato dalle casse di risparmio di Verona, Trieste e Treviso che un anno dopo si fonde con il Credito Italiano.
alessandro profumo
Nasce così la Unicredit guidata da Alessandro Profumo e Palenzona ne diventa vicepresidente con un ruolo chiave, non solo perché il pool delle fondazioni stabilizza l’azionariato, ma anche perché favorisce la fusione con Capitalia, grazie alle sue relazioni trasversali (dal Pd a Gianni Letta).
andrea orcel e ceccherini young factor
I rapporti con Cesare Geronzi s’incrinano qualche anno dopo proprio sul ruolo delle fondazioni considerate dal banchiere romano cinghie di trasmissione dei potentati locali. Palenzona resta vicepresidente dell’Unicredit fino al 2017, quando arrivano Pier Carlo Padoan alla presidenza e Andrea Orcel alla guida della banca. Tuttavia Palenzona non molla, forte delle azioni che la fondazione possiede in Unicredit e in Bpm, adesso vuole far da paraninfo alle nozze tra le due banche.
Andrea Orcel giuseppe castagna
Se ne parla da tempo, ma prima la pandemia poi l’invasione dell’Ucraina hanno consigliato prudenza. La Unicredit opera in Russia dal 1989 e possiede una banca della quale non riesce ancora a liberarsi. Nel frattempo Orcel ha aumentato gli utili e il capitale, la borsa lo ha premiato (un anno fa un’azione valeva 9 euro, oggi oltre 19) e secondo gli analisi con una quota di Unicredit oggi se ne possono comprare cinque di Bpm.
BAZOLI GUZZETTI
Lo squilibrio delle forze è evidente, tuttavia non si tratterebbe di una operazione ostile. Corre un buon feeling tra Orcel e Massimo Tononi presidente della Bpm, mentre per l’amministratore delegato Giuseppe Castagna si prepara un ruolo da direttore generale del nuovo gruppo, secondo Milano Finanza.
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giovanni quaglia
La Fondazione Crt, ancora guidata dal presidente uscente Giovanni Quaglia, si è alleata con chi ha sfidato Mediobanca anche a costo di spendere 126 milioni di euro, non senza una divisione tra i soci. Adesso non ci saranno più dubbi sugli schieramenti nel risiko della finanza. All’assemblea del prossimo autunno, in piazzetta Cuccia s’incroceranno le spade.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET
Abbiamo lasciato in secondo piano l’immobiliare, ma è una delle attività tra le più importanti di Palenzona, che resta presidente di Prelios, l’ex Pirelli Real Estate. “Non è incompatibile”, ha detto. A Milano non si parla d’altro, è una pedina chiave nella scacchiera dell’economia italiana. Si tratta del maggior risanamento urbano del paese e uno dei più grandi d’Europa esteso per un milione e 450 mila metri quadrati.
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giuseppe bono 1
nel gran calderone del potere fermenta anche il capitalismo di stato. Di mettere insieme Leonardo e Fincantieri si parla da tempo, era un progetto di Giuseppe Bono per vent’anni al vertice della società cantieristica prima di lasciare il posto esattamente un anno fa. È scomparso nel novembre scorso.
meloni crosetto centenario aeronautica piazza del popolo
“È mancato Peppino. Un amico fraterno, grande uomo, straordinario capitano d’industria”, così lo ha ricordato Guido Crosetto, ministro della Difesa. L’unione delle due società dove aveva lavorato per una vita è l’eredità di Bono che pensava di procedere per gradi prima con un coordinamento politico, poi una holding che controlli entrambe le realtà fino ad arrivare a un gruppo della difesa in grado di presentarsi sul mercato mondiale con una dimensione davvero consistente. Gli ostacoli alle nozze sono molti, ancora di più sono quelli sul cammino di una eventuale unione tra Eni ed Enel.
Profumo Presidente di Banca Mps insieme a Riffeser e Giuseppe Guzzetti il Presidente Acri la casi tutte le Fondazioni Bancarie Italiane
…….Le fondazioni del resto sono azioniste della Cdp; d’accordo, sono in minoranza, ma senza di loro la Cassa regredisce da banca sui generis in agenzia dello stato. Tra l’altro scelgono il presidente mentre il governo nomina l’amministratore delegato.
A lungo è toccata proprio a Guzzetti l’ultima parola, ora vuol prenderla Palenzona. La superfondazione piemontese che intende costruire, compete con la superfondazione lombarda che ha un ruolo importante in Intesa Sanpaolo banca a sua volta trasversale, lombarda, piemontese e anche molto veneta.
giulio sapelli fabrizio palenzona 2022boheme
Anche per questo la Crt vuol rafforzare Unicredit sul mercato italiano. Le fondazioni sono no profit, però potranno avere un ruolo “di sistema” molto importante per chi fa profitto. Lo scorso ottobre, al Forum di Conftrasporto, l’ex vice presidente di Unicredit ha preso il microfono e ha detto: “Con Giorgia Meloni è ritornata la politica ed è la politica che dà una strategia al paese, che guida e non segue”. Politique d’abord e le fondazioni non intendono star fuori.
fabrizio palenzona 1