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    BANCHE SCETTICHE SUL PIANO ALITALIA. TEMONO D’ESSERE COSTRETTE AD APRIRE, FRA BREVE, NUOVAMENTE I CORDONI DELLA BORSA: INTESA E UNICREDIT I PRIMI SOCI ITALIANI – SINDACATI CONTRO LA TRASFORMAZIONE IN LOW COST – LUNEDI’ CRUCIALE CDA DELL’AZIENDA


     
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    Nicola Lillo per la Stampa

     

    SCIOPERO ALITALIA SCIOPERO ALITALIA

    Convincere gli azionisti della bontà del piano di rilancio di Alitalia. È questa la missione dei vertici dell' azienda, che affrontano 48 ore decisive per varare il piano industriale e far ripartire la compagnia. Gli stessi vertici sono impegnati in queste ore in alcuni incontri a Milano e ad Abu Dhabi per ottenere nei prossimi giorni l' ok al progetto da parte di tutti i soci, che permetterebbe all' ex compagnia di bandiera di continuare a volare.

     

    Per lunedì, spiegano fonti finanziarie, è al momento previsto un importante consiglio di amministrazione che formalizzerà il via libera. Poi il progetto passerà sul tavolo del governo. L' esecutivo è fiducioso: «Ci hanno detto che i tempi sono questi», ha detto il ministro Graziano Delrio.

     

    cramer ball luca di montezemolo cramer ball luca di montezemolo

    L' amministratore delegato di Alitalia Cramer Ball è a Milano per incontrare gli azionisti Intesa SanPaolo, Unicredit e il socio di peso Etihad, controllata dal governo emiratino. Il manager australiano ha presentato il piano ai soci con allegata la relazione del consulente Roland Berger che, secondo quanto si apprende, non avrebbe mosso troppe obiezioni al piano stilato inizialmente da Ball.

     

    Le banche però si mostrano ancora fredde e chiedono ulteriori tagli. Il timore degli azionisti italiani è che il progetto non sia del tutto solido e che tra qualche mese le casse possano tornare ad essere vuote. Per questo hanno chiesto un ulteriore impegno per tagliare i costi, esclusi quelli del personale. Ball aveva annunciato 160 milioni di tagli per il 2017 che nel giro di tre anni potrebbero salire oltre ai 250 milioni.

    mustier mustier

     

    Si escludono per ora alleanze con altre compagnie, come la tedesca Lufthansa. Di questo si parlerà solo una volta che Alitalia sarà sufficientemente solida, anche perché ora l' azienda è in una situazione molto complessa ed è difficile che altre compagnie si mostrino interessate. Il tentativo del management è di preparare il riposizionamento del vettore nei prossimi 18 mesi, cercando di trasformare un' azienda in perdita da anni in una compagnia profittevole.

     

    CARLO MESSINA GIOVANNI BAZOLI CARLO MESSINA GIOVANNI BAZOLI

    Un obiettivo complesso da raggiungere ma che vede impegnato in prima fila anche il presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, che è volato ad Abu Dhabi per fare il punto con gli emiri e cercare di facilitare la convergenza di tutti sugli stessi obiettivi. Montezemolo voleva lasciare la compagnia già da alcuni mesi, ma le banche hanno insistito perché rimanesse e ora è impegnato in un ruolo di mediazione che potrebbe facilitare la partita.

     

    DELRIO DELRIO

    La prossima settimana saranno noti i numeri del piano e soprattutto gli esuberi. Si parla di duemila posti di lavoro a rischio per il personale di terra, mentre per assistenti di volo e piloti l' azienda potrebbe fare uso di altri istituti, come la cassa integrazione. Il ministro Delrio ha intanto escluso interventi dello Stato: «Facciamo un passo per volta - ha detto - ora vediamo questo piano industriale, aspettiamo che il consiglio di amministrazione lo approvi e dopo ragioneremo».

    ANNAMARIA FURLAN ANNAMARIA FURLAN

     

    Anche il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, auspica la presentazione del piano, «ma non basta - ha detto - siamo in un paese che ha agevolato troppo le compagnie low cost. Bisogna rivedere le agevolazioni, peraltro non sempre comprensibili, che si danno alle low cost straniere, che nella maggior parte dei casi non pagano nemmeno le tasse in Italia».

     

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