Barbara Costa per Dagospia
giampiero mughini che profumo quei libri
Chi tra noi non vorrebbe incontrare, o magari ha già incontrato, una persona il cui potere seduttivo serra il collo, da sessualmente dominare ed esserne dominato, da perderci sonno e ragione e pure dignità e rispetto di sé, per riceverne in cambio momenti d’estasi pura, incastri sessuali frastornanti, tali da riempire il vuoto, la noia di un’esistenza intera. Il sesso, il desiderio, l’erotismo, sono il motore del mondo, violenze irresistibili, e si concretano ogni volta in corpi stravolti dal piacere dei sensi, dimentichi di ogni pudore.
che profumo quei libri ugo mulas
Se ancora non siete d’accordo con me, prendete “Che Profumo Quei Libri”, l’ultimo lavoro di Giampiero Mughini, guardate la foto 22, e ditemi se non è un vulcano eruttante lava orgasmica quella donna lì, Chiara Rosenberg, eroina di carta che ti tortura prima di prenderlo e farsi inondare e farti morire, Chiara regina di sadici cerimoniali amorosi a cui darsi totalmente, intensamente, ma dove innamorarsi è vietato, conta solo il piacere e la strada per raggiungerlo.
che profumo quei libri ugo mulas 3
E se si guarda la foto precedente si resta sbalorditi, perché si scopre che ci sono Chiare Rosenberg reali, tra noi, da inginocchiarcisi davanti a modo di venerazione, e una di queste è lei, Lulù, modella web in delizianti pose disseminate nell’infinito della rete, accese e frementi a stuzzicare istinti e immaginazioni. Lulù acconciata a dea dominatrice, ti infiamma la mente abbandonata su quella poltrona, vi posa lasciva e chi se non lei, provocante di natura ma irresistibile se solo si potesse scioglierle i lacci delle mutandine, e poi via calze e relative giarrettiere.
che profumo quei libri stalin loves
Scatti i più incendiari a centrare, a scaldare il suo corpo lieve, sinuoso, per sedute fotografiche che son duetti di seduzione reciproca, scariche di corrente elettrica tra lei e il fotografo e tra lei e tu che la guardi in egual misura, perché da quelle foto di quel busto nudo, inarcato, è come sentirli davvero, i suoi spasmi, il suo piacere.
che profumo quei libri roberto baldazzini
A questo punto, allettati per bene, andate a pagina 132 e leggete del più suntuoso fondoschiena mai disegnato, quello di Druuna, la Donna Assoluta, colei che non ha limiti e non ti chiede limiti, almeno sulla carta e nei tuoi sogni. E poi da bravi tornate indietro, a pagina 113, lì c’è un uomo che fa l’amore, si chiama Iosif Stalin e ci dà dentro con tre donne, le sue amanti, le bacia e le accarezza dappertutto, viene dentro le loro bocche, le prende davanti, dietro, gridando di godimento, e seppur è tutta letteratura, chi ce lo dice che Stalin, quello vero, nella vita vera, non scopasse così?
che profumo quei libri ugo mulas 2
I libri di carta hanno un loro profumo, si mischia al nostro e a quello dei posti in cui con loro ci appartiamo, e alcuni sono narcotizzanti, sono oppio per trojani e trojane, cioè per gli avidi consumatori di letteratura erotica quali siamo. Tra libro e lettore il rapporto è necessariamente erotico, monta, stimola e appaga la mente, e diventa fisico con quelli che hanno righe potenti, che se lette lasciano come stimmate incancellabili sulla pelle.
che profumo quei libri rita renoir 2
E ci sono libri letali a sfogliarli, hanno dentro un miele che nutre e consuma, contengono foto che nascondono altre foto di donne nude che giocano a scacchi: sono romanzi a mezzo di fotografie, immagini che sgorgano come l’una dall’altra, ma sono pure quelli che non sai maneggiare, come leggere, opposti a quelli letti troppe volte e inesorabilmente sbrindellati, accanto a libri che a guardarli corre un brivido lungo la schiena, in verità più d’uno, perché sono libri satanici, belli ma immondi, incubi a cui dare una forma.
che profumo quei libri rita renoir 1 (2)
Ci sono poi libri erotici di cui senti il bisogno, se non li hai li crei, e sono questi i più audaci, i più intriganti, scrigni di foto proibite che scottano a toccarle, foto unguento alla tua solitudine, carezze sul cuore insieme a foto che invece a guardarle stai male, perché frammenti dolenti di un legame che non hai più.
che profumo quei libri michel fingesten
Ci sono libri le cui copie uniche dopo 20 anni di corte ti hanno detto sì, e libri su cui gli autori hanno scommesso tutto e si sono giocati tutto, buttando nel cesso un’intera vita per cinque minuti di perfetta felicità, scrivendoli di nascosto, pagine appena nate celate dentro un pianoforte e solo così arrivate fino a noi. Ci sono uomini fatti di libri, voluminosi e voluttuosi, scrittori rimasti clandestini, e scrittori da 37 pagine e basta.
E ci sono i libri orfani, senza autori e senza editori, libri seri che non se la tirano, e libri di un secolo fa che di rughe non ne hanno. Libri fatalmente necessari e vissuti, capaci di dare calci in culo al mondo tramite parole, hanno l’aria di vibrare a guardarli, e libri dove non c’è scritto nulla oppure troppo, artisti per cui la morte ha già suonato il ventre di una bella ragazza. A pensarli salta il cuore.
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Ogni libro è una questione privata, e sono le questioni private che fanno la Storia, affastellate l’una accanto all’altra: senza la questione privata di due gambe femminili la guerra non sarebbe scoppiata tra le righe di Fenoglio, e non si sarebbe acceso il genio di Montale, né quello di Buzzati, a due mesi dalla morte. Dì un po’, Mughini, è già troppo tardi per tentare un’altra vita, con i dubbi che anche qui si impara a conoscere?
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