EDUCAZIONE SESSUALE
Barbara Costa per Dagospia
Si torna a scuola, e quest’anno molti studenti piemontesi hanno una nuova materia sul groppone: l’educazione sentimentale! Avete letto bene, non sessuale, sentimentale. Bisogna imparare ad amare, e l’età giusta è 17/18 anni, ovvero gli ultimi due anni di scuola superiore. Né prima né dopo. In cattedra professori e psicologi, e mica solo in Piemonte: altre regioni si starebbero attrezzando.
Cosa si insegnerà ai ragazzi? Quanti sono stati brutti, sporchi e cattivi alcuni tra i più brillanti scrittori e filosofi della cultura occidentale. La loro colpa? Essere stati misogini, assolutamente non il linea con la moda #MeToo. Sono Ovidio, e i suoi compari greci e latini, e i filosofi cristiani, a darci il cattivo esempio. E quel tipaccio di Nietzsche, e Freud! Alla larga!
EDUCAZIONE SESSUALE 5
È quanto riporta "L’Espresso", ma non solo: in queste "Lezioni d’amore" si studieranno i famigerati social di cui “i ragazzi fanno larghissimo uso”, ma che impediscono “ai maschi di corteggiare, alle femmine di lanciare i giusti segnali”. Ma dite sul serio? Ai ragazzi bisogna davvero sfatare “i pregiudizi sull’inferiorità della donna” presenti in certi libri, e avvertirli che i rapporti su FB non sono come quelli epistolari di un tempo?! Forse vi è sfuggito che sui social ci stanno sia adulti che giovani (da anni per loro FB è roba vecchia, aggiornatevi!), di porno si sollazzano più i grandi (lo dicono i dati di Pornhub).
ROCCO SIFFREDI E L EDUCAZIONE SESSUALE
Cosa e come si vuole insegnare, se non con l’esempio? Ai ragazzi serve sapere come evitare gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili, visto che i genitori tacciono e i figli non s’informano dal medico ma sul web, dando credito a sciocchezze. Hanno bisogno di capire che quello che vedono sul web in fatto di porno e sesso fin dalla più tenera età (messi davanti a tablet e smartphone dai genitori per levarseli di torno quando frignano, o perché impegnati a fare sexting con l’amante di turno!) non ha niente a che fare con il sesso vero tra coetanei, né con quello che faranno da adulti.
Sembra invece che sesso e porno siano temi superflui, da non trattare se non con fastidio e schifo, visto che sempre nello stesso articolo si sostiene che “i ragazzi della meccanica sessuale sanno più di noi”.
EDUCAZIONE SESSUALE 3
Come se fare sesso fosse infilare un pene in vagina! Ma allora chiamate in cattedra Rocco Siffredi, almeno lui ha la credibilità di farsi ascoltare parlando di sesso e porno con competenza. Libri e scrittori del passato: già la maggior parte sono pallosi, vogliamo pure bandire chi ha mirabilmente scritto di sesso? Invece di condannare, biasimare, che si presentassero tali autori nel giusto contesto. O vogliamo vietare i classici greci, dove si sc*pa a volontà, e si ha dell’omosessualità un concetto non macchiato dalla cristianità?
EDUCAZIONE SESSUALE 4
Al liceo io mi annoiavo a morte: da 5 ore di sbadigli, quando non bigiavo, chi mi ha salvato? I libri. Rimbaud, Blake, Shakespeare, Kerouac: autori che hanno scritto tanto sesso, il bardo inglese fa sc*pare Romeo e Giulietta, due adolescenti che vivono in una Verona di violenza e sangue.
Rimbaud, il suo sesso sudicio, proibito: pagine a rincorrere la sua vergine folle (un uomo), e oggi avete la faccia tosta di farmelo passare per un perverso?! Rimbaud che a 16 anni, l’età dei vostri studenti, scrive che bisogna reinventarsi l’amore, scappa di casa per andare a Parigi, vivere la Comune, andare a letto col suo Verlaine.
EDUCAZIONE SESSUALE 6
Perché non mostrare ai ragazzi un po’ di esempi vissuti, nella loro crudezza, nei loro sbagli? La vita che dovranno affrontare, lasciati i banchi di scuola, sarà fatta di delusioni, sconfitte. Nessuno ti insegna a vivere se non la vita stessa, e storie di vita vera (anche sessuale, il sesso è vita) fanno più bene di ogni verso d’amore.
A 17/18 anni di sesso sai poco e niente, il porno te ne distorce l’essenza, e qui sarebbe doveroso intervenire. Come sarebbe doveroso parlare delle sessualità non etero che iniziano a pulsare dalla pubertà: non conoscerle porta ad averne paura, a reprimerle, nella più atroce solitudine. Ma non deformate ai ragazzi scrittori di dirompente personalità, che non hanno mai violentano nessuno, imprimendo con virulenza nell’inchiostro i loro desideri.
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