Filippo Maria Ricci per gazzetta.it
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“Questa è la nostra situazione. Siamo ciò che siamo”, dice Gerard Piqué. Il capitano, che ha già dato l’esempio tagliandosi lo stipendio, ieri sera dopo il 3-0 incassato dal Bayern al Camp Nou è andato in tv a metterci la faccia. Lodevole, anche se fa un po’ impressione sentire Piqué dire certe cose.
Koeman ha fatto tesoro delle parole di Gerard e le ha ripetute poco dopo. E qui arriviamo subito a un punto importante della crisi del Barcellona: la rassegnazione. La squadra era rassegnata alla sconfitta col Bayern dal primo minuto. I catalani sono entrati in campo terrorizzati dal ricordo dell’8-2 incassato dallo stesso Bayern solo 13 mesi prima, e hanno deambulato senza opporre grande resistenza verso la sconfitta. Che poteva essere molto peggiore se i bavaresi non avessero affrontato la gara a mezzo gas.
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RIUNIONE NOTTURNA— Piqué ha abbandonato lo stadio due ore dopo la fine della partita, verso l’una, il presidente Joan Laporta molto dopo le 2. A quell’ora era finita la riunione d’emergenza che Laporta ha convocato con Mateu Alemany, responsabile dell’area tecnica, e Rafael Yuste, il braccio destro di Laporta. Questa mattina un nuovo incontro.
ALLENATORE MAL SOPPORTATO— I rapporti tra la dirigenza e l’allenatore viaggiano sul filo della tensione, delle incomprensioni, delle frecciate a mezzo stampa. Una situazione insostenibile, ma questo Barcellona non ha nemmeno i soldi per licenziare l’olandese e trovargli un sostituto. Laporta quando è tornato alla presidenza non voleva confermare Koeman, dell’eroe di Wembley 92 non apprezza praticamente nulla, però non ha trovato un’alternativa e l’ha tenuto. Koeman lo sa benissimo.
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GIOVANI ALLO SBARAGLIO— Due giorni fa in Olanda ha detto che il club ha un futuro solo perché c’è lui che fa giocare i giovani, e ieri col Bayern Rambo ha fatto entrare tre ragazzini nati tra il 2002 e il 2004, Gavi, Demir e Balde. Che saranno anche il futuro, ma non possono certo puntellare un presente tanto pericolante.
ATTACCO SPUNTATO— “Abbiamo giovani molto interessanti - ha detto Piqué - e rientreranno gli infortunati”. Si, a questo Barcellona mancano da morire Ansu Fati, Dembélé e Aguero, ma vediamo quando e come torneranno. Il primo ha avuto un infortunio grave curato male ed è fuori da un anno, il secondo si fa male anche salendo le scale, il terzo è logoro e nel 2021 ha giocato pochissimo.
Certo è che chi ha scelto Luuk de Jong per sostituire Griezmann ha mostrato un coraggio leonino: l’olandese che faceva panchina a Siviglia e che ieri ha debuttato in blaugrana sembra inadeguato. E ovviamente su tutto questo pesa l’addio di Messi, a 17 anni dal suo debutto in Champions, una competizione nella quale col Barcellona ha fatto 120 gol.
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PARAGONE TREMENDO— Per questo il Camp Nou è avvolto da una nube di depressione. Il paragone col recente glorioso passato è tremendo, il Barcellona aveva infilato 38 partite senza sconfitte in casa in Champions, ora è a tre rovesci consecutivi, Juve, Psg e Bayern. Non era mai successo nella storia europea del club.
LA SOPRAVVIVENZA— Il quadro è imbarazzante, ordinario, limitato, però il fatto che Piqué e Koeman lo dicano in maniera tanto naturale complica ancor di più il fondamentale aspetto psicologico della questione. Vediamo cosa deciderà Laporta su Koeman. Nel mentre, il Barça cercherà di sopravvivere.
RONALD KOEMAN koeman