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    SCIACALLO ALLA SBARRA - A PROCESSO UN AUTISTA BARELLIERE DELL’ARES 118: E’ ACCUSATO DI AVER SFILATO IL ROLEX DAL POLSO DI JAMES GANDOLFINI DURANTE I SOCCORSI (VANI) ALL’ATTORE, CHE MORI’ TRE ANNI FA A ROMA. IL FURTO FU NOTATO DALLA SECURITY DELL’HOTEL


     
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    Francesco Salvatore per “la Repubblica - Roma”

     

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    Mentre gli tastavano il polso per sentire se ancora c’era un flebile battito lui gli sfilava il Rolex Submariner da migliaia di euro. Pensava di non essere individuato in quegli attimi così concitati all’hotel Boscolo Exedra, in piazza della Repubblica.

     

    Quando l’attore statunitense James Gandolfini, protagonista della serie televisiva “I Soprano”, tre anni fa entrava in arresto cardiaco nella sua stanza d’albergo, c’era chi pensava a svuotargli le tasche.

     

    Lo “sciacallo”, secondo la procura, è un autista barelliere dell’Ares 118. L’uomo, C.B., 43 anni, è finito a processo per furto aggravato, per aver rubato il cronografo a una persona, in quel momento, incapace di reagire. L’attore, infatti, quando arrivarono i soccorsi aveva già perso i sensi da alcuni minuti.

     

    IL BAGNO DOVE E' MORTO GANDOLFINI IL BAGNO DOVE E' MORTO GANDOLFINI

    A trovarlo in fin di vita, riverso sul pavimento del bagno della camera, in quel 19 giugno del 2013, era stato il figlio di 13 anni. Gandolfini, infatti, era arrivato a Roma alcuni giorni prima, per trascorrere una vacanza insieme alla famiglia, e la settimana successiva era atteso al Festival del cinema di Taormina.

     

    I soccorsi erano stati allertati intorno alle ore 21 dalla reception dell’hotel. Sul posto erano state inviate due ambulanze, partite dal policlinico Umberto I e dal San Giovanni. I primi soccorritori, giunti in circa dieci minuti, avevano tentato la rianimazione e la ventilazione, ma le condizioni di Gandolfini, colto da arresto cardiaco, erano già disperate.

    LA CAMERA DA LETTO DI GANDOLFINI LA CAMERA DA LETTO DI GANDOLFINI

     

    Proprio in quei momenti sarebbe entrato in azione l’imputato. Il barelliere mentre tutti provavano a salvare la vita a Gandolfini, con un gesto rapido si sarebbe intascato il Rolex in acciaio. Nessuna pietà per una vita che si stava spegnendo.

     

    PIAZZA ESEDRA, L'ALBERGO DI GANDOLFINI PIAZZA ESEDRA, L'ALBERGO DI GANDOLFINI

    Il furto, però, non è passato inosservato: ad accorgersene è stata la security interna dell’hotel; i due agenti che erano corsi in camera per verificare le condizioni di salute dell’uomo dopo la chiamata dei familiari dell’attore. Proprio in quella circostanza avevano notato l’orologio gioiello al polso di Gandolfini. E all’arrivo dei soccorsi, dopo i tentativi di rianimazione, si erano accorti che il Rolex era sparito.

     

    «Non ha più al polso l’orologio» avevano detto all’interno della stessa suite. Per poi ricevere la risposta di chi davvero provava a riattivare il cuore dell’attore: «Ora proviamo a salvargli la vita, poi qualcuno si occuperà del furto» gli aveva risposto un paramedico. Quei tentativi di salvargli la vita, però, non erano andati a buon fine, tanto che l’attore era stato trasportato in condizioni disperate all’Umberto I.

    GANDOLFINI GANDOLFINI

     

    Al policlinico le manovre di rianimazione erano comunque proseguite per 40 minuti. Ma poi, alle 22.40, ne era stata decretata la morte. Gandolfini era nato in New Jersey nel 1961 da genitori di origine italiana: il padre originario della provincia di Parma, la madre di Napoli.

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