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Marco Minniti? È fuori dalla linea del Pd. Abolizione del ticket sanitario? Sì, anzi no, meglio una "rivisitazione". E dove si trovano le coperture? Scena muta. Il primo intervento dell'ex giornalista oggi candidata renziana in Basilicata Francesca Barra in un dibattito televisivo è di quelli che lasciano il segno: per capire se positivo o negativo, basta rileggere le dichiarazioni della candidata Pd alla trasmissione di Agorà.
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Dallo studio della trasmissione di RaiTre, la Barra ha esposto il suo programma e le sue idee politiche, ha parlato delle coperture economiche per alcuni provvedimenti che il suo partito si propone di approvare dopo le elezioni del 4 marzo, della sanità pubblica e della facoltà di medicina troppo "difficile", che "scoraggia" ed è "lunga".
E, soprattutto, Barra ha detto la sua sulla possibilità di fare accordi dopo il voto nel caso dalle urne non venisse fuori, come probabile, una maggioranza. Perché, non volendo, la neoarrivata nel Pd debutta nei talk show tirando una bordata a un "pezzo grosso" del Pd, il ministro dell'Interno Marco Minniti, dopo che quest'ultimo in un'intervista a Repubblica aveva lasciato la porta aperta per un governo di unità nazionale: "La sua posizione? La rispetto, mi sorprende, ma non trova linea e conferma nel Partito Democratico che ha sempre detto no alle larghe intese e mai con gli estremisti". Volendo sintetizzare: Barra, per così dire, ridimensiona Minniti.
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Ma il dibattito si scalda sul tema della sanità pubblica, dopo la messa in onda di un servizio televisivo sul rischio per 14 milioni di cittadini di rimanere senza assistenza medica a causa del pensionamento, nei prossimi cinque anni, di 45mila medici. Un saldo di circa 22mila medici in meno nei prossimi dieci anni, tra ingressi e uscite. Insomma il tema è la carenza di organico negli ospedali.
Ma Barra si scaglia contro la facoltà di medicina: "Si dovrebbe parlare di assunzioni, ma è importante la formazione. Accedere alla facoltà di Medicina è difficilissimo" perché, spiega, "dopo la laurea ci sono tempi morti" e "in questo momento è una facoltà che scoraggia molto, è lunga ed è difficile". A sentire Barra, le carenze della sanità pubblica sono dovute soprattutto alla mancanza di aspiranti medici, troppo scoraggiati dalla facoltà universitaria.
Si parla poi dell'abolizione del superticket sanitario. "Sì, sono d'accordo alla sua abolizione", dice Barra interpellata. Ma aggiunge: "È nella proposta della ministra Madia che ha appena detto che ci sarà uno sblocco sui contratti, stiamo parlando di aumento dello stipendio, finalmente, un aumento di stipendio che sarà nero su bianco".
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Cosa abbia a che fare il superticket con gli aumenti promessi dal ministro della Pubblica amministrazione non è ben chiaro, sembra più uno slogan lanciato nel discorso senza appiglio. Quantomeno, però, è d'accordo con Liberi e Uguali sulla necessità di abolire il superticket, ma solo per qualche minuto, perché successivamente alla stessa domanda risponde. "Più che un'abolizione ci vuole una rivisitazione altrimenti si creano disparità tra chi è più ricco e più povero".
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Ospite con Barra ad Agorà c'è Laura Ravetto di Forza Italia che fa notare alla Barra come l'abolizione del superticket sia tra le proposte di quasi tutti i partiti e che le divergenze si fondano in realtà su dove trovare le coperture per finanziarla. "Noi di Forza Italia diciamo di tornare ai costi standard", dice Ravetto. "E lei Barra? Dove le trova le coperture?", chiede .
L'ex giornalista: "Io aspetto ancora di capire come coprirete i costi della flat tax...". Ravetto insiste: "Noi ve lo abbiamo detto, per il ticket copriamo con i costi standard. E lei?". "Allora certamente sarà un modo... allora Ravetto... Io voglio che si smetta di fare tagli alla sanità...". Ravetto insiste: "Ce lo dice dove le trovate le coperture?". Barra fa scena muta.
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La discussione si sposta poi su temi civici e sul caso degli atti di vandalismo sulle biciclette del bike sharing che ha indotto la società Gobee a lasciare il mercato italiano. Su questo Barra ha idee concrete: "Dobbiamo ripartire dalla questione culturale e dall'educazione civica. Ci sono proposte che permettono agli italiani di fare un'esperienza civica a contatto con i tecnici, con queste problematiche, in modo tale anche da sensibilizzare. E una collaborazione con le scuole, perché è impossibile che manchi questo".
Poi lo slogan ad effetto assicurato: "Bisogna contagiarsi di bello".
Il suo intervento si conclude con una proposta "civica": "Come sviluppiamo il tema del civismo? Con una collaborazione tra la scuola e il terzo settore. Il Pd ha presentato una proposta: un mese dell'anno in cui tutti i cittadini fanno un'esperienza civica a contatto con i parchi, con le cose pubbliche".
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