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    TORNA UN GRANDE CLASSICO COVID: LA BATTAGLIA DEGLI INFETTIVOLOGI! - MATTEO BASSETTI TIRA IL COLLO A MASSIMO GALLI: "TROVO IMPORTANTE VIGILARE SUL PROBLEMA VARIANTI MA NON TERRORIZZARE LA GENTE. QUESTA E' LA DIFFERENZA TRA CHI FA IL MEDICO IN CORSIA E CHI SI CONSIDERA O E' CONSIDERATO ESPERTO DALLA STAMPA E DALLA POLITICA, MA PAZIENTI NON NE HA VISTI E NON NE VEDE..." 


     
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    Federico Garau per ilgiornale.it

     

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    Covid, variante inglese e spettro di un nuovo lockdown, è di nuovo scontro tra Massimo Galli e Matteo Bassetti, che anche oggi su Facebook ha lasciato un post evidentemente diretto al direttore del reparto Malattie infettive 3 dell'ospedale Sacco di Milano.

     

    "È inutile fare il discorso del disastro che sta provocando questo virus, siamo tutti d’accordo che vorremmo riaprire tutto", aveva dichiarato infatti Massimo Galli nelle scorse ore."Ma io mi ritrovo il reparto invaso dalle nuove varianti, questo riguarda tutta Italia e mi induce a dire che presto avremo problemi più seri.

     

    MATTEO BASSETTI MATTEO BASSETTI

    Chi, compreso il sottoscritto, vi dice ‘bisogna chiudere di più’ può incorrere nel rischio di esagerare, ma il rischio di esagerare è inferiore alla probabilità di avere ragione". Quindi una nuova chiusura sarebbe d'obbligo, come auspicato anche da Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza. "Ricciardi è uno di quelli che ha tenuto la barra dritta. Qualcuno dovrebbe vergognarsi di quello che ha combinato quest’estate".

     

    Una tesi smontata dallo stesso ospedale Sacco, che ha diramato dei dati contrastanti rispetto al presunto allarme: "Nel periodo dal 23 dicembre 2020 al 4 febbraio 2021, sono stati ricoverati 314 pazienti positivi a Covid. I dati raccolti hanno rilevato la presenza di 6 pazienti positivi alla variante Uk su un totale di 50 casi che, in ragione delle loro caratteristiche, sono stati sottoposti a sequenziamento".

     

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    Contro Galli anche Bassetti, che non ha usato giri di parole nel corso di un'intervista concessa a iNews24."Un conto è dire di fare un lockdown, un altro è dire di fare attenzione nelle prossime settimane. Noi abbiamo 4-6 settimane molto importanti in cui gli ospedali devono riorganizzarsi, alzare gli argini, preparare posti letto se non li hanno, lavorare a stretto contatto con il pronto soccorso e capire quanti dei pazienti hanno le varianti", ha spiegato il direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

     

    "Se Galli ha un problema, proponga alla Regione di fare un'immediata zona rossa nella sua area". Sbagliato, quindi, pensare ad un lockdown generale di un mese, cosa che il nostro Paese non si può permettere vista la pesantissima crisi economica in atto. "Perfino il colore di una regione è sbagliato, le misure vanno prese a livello locale". Al massimo si può pensare ad un "lockdown locale e poi ad una riapertura. Sarà anche la soluzione che forse non risolve completamente la situazione, ma dobbiamo convivere con il virus".

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    Se non bastassero i numeri diffusi dal Sacco, è oggi arrivata un'altra replica al collega da parte di Bassetti, che sulla propria pagina Facebook ha così commentato: "Ho appena finito di vedere tutti i pazienti ricoverati qui nel mio reparto al San Martino, come faccio ogni giorno da oltre un anno.

     

    Abbiamo anche qualche caso di varianti inglesi, che non rappresentano la maggioranza", precisa il virologo. "I pazienti con queste varianti hanno un andamento clinico come tutti gli altri senza particolari differenze. Trovo importante vigilare sul problema varianti, ma non terrorizzare la gente. Questa e la differenza tra chi fa il medico in corsia e chi si considera o è considerato esperto dalla stampa e dalla politica, ma pazienti non ne ha visti e non ne vede", affonda ancora Bassetti. "Per affrontare questa infezione, come peraltro per tutte le altre, ci vuole calma, organizzazione e conoscenza", conclude.

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