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    BASTA CAZZEGGIO, MATTARELLA VUOLE RISPOSTE DAL CENTRODESTRA: INCOMBONO LE SCADENZE LEGATE AL PNRR E LA LEGGE DI BILANCIO - MARZIO BREDA ANTICIPA COSA POTREBBE ACCADERE SE BERLUSCONI FACESSE I CAPRICCI DURANTE LE CONSULTAZIONI: “POICHÉ ANCHE SUL COLLE NON SI PUÒ DECLASSARE AL RANGO DI BANALE PRETATTICA QUEL CHE È ANDATO IN SCENA, È PROBABILE CHE IL PADRONE DI CASA PRETENDA UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ. SE QUALCHE INTERLOCUTORE DEL CENTRODESTRA NON SI RIVELASSE RASSICURANTE, QUANTO A RISOLUTEZZA, IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA POTREBBE PROPORRE UN ALTRO GIRO DI CONSULTAZIONI…”


     
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    Marzio Breda per il “Corriere della Sera”

     

    BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

    Non sarà un passaggio formale, se mai lo è stato, il gran consulto che comincia oggi al Quirinale per dare un nuovo esecutivo e stabilità al Paese. Stavolta, il ruolo del presidente della Repubblica potrebbe sfociare in una dimensione più penetrante del solito. Infatti, Sergio Mattarella vorrà vederci chiaro dopo gli ultimi giorni di alta tensione, durante i quali i partiti della maggioranza uscita vincitrice dalle urne si sono sfidati e intossicati fra loro, con ultimatum, polemiche e rilanci. «Un clima da crisi di governo prima ancora che un governo si sia insediato», è stato detto, evocando un paradosso.

     

    SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

    Ora, poiché anche sul Colle non si può declassare al rango di banale pretattica quel che è andato in scena, è molto probabile che il padrone di casa pretenda una precisa assunzione di responsabilità, dai leader del centrodestra che busseranno alla porta del suo studio domattina.

     

    Dovrebbero presentarsi uniti. E rispondere senza ambiguità alle poche domande che Mattarella rivolgerà loro, come sempre in chiave maieutica. Perché è appunto a loro che compete trovare dentro di sé, per poi motivarla, la scelta dell'alleanza, pronunciando infine il nome del candidato premier. In questa fase del confronto è lecito attendersi che Giorgia Meloni - la quale sta dimostrando una buona dose di scaltrezza politica - li chiami in causa a uno a uno, vincolando la loro parola data davanti a un supertestimone come il capo dello Stato.

    SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

     

    Una forma di coinvolgimento che dovrebbe tutelarla da deragliamenti in extremis, magari per qualche irrisolta contesa sui ministeri da assegnare. Certo, se qualche interlocutore del centrodestra non si rivelasse abbastanza rassicurante, quanto a risolutezza, il presidente della Repubblica potrebbe proporre un giro supplementare. Ma è proprio ciò che al Quirinale si vorrebbe evitare, date le urgenze plurime che ci assediano.

     

    Lassù - dove nessuno si sogna di essere coinvolto in negoziati politici di piccolo cabotaggio - si ha per esempio a cuore l'adempimento delle scadenze per il Pnrr e la legge di Bilancio. Oltre a una conferma della coerenza italiana accanto alla Unione europea e alla Nato, nella spinosa prova di forza della guerra in Ucraina. E su questo Mattarella, che a norma di Costituzione è anche garante dei Trattati internazionali dell'Italia, si è espresso molte volte e non ammette tentennamenti.

     

    salvini meloni berlusconi piazza del popolo 3 salvini meloni berlusconi piazza del popolo 3

    Non c'è dunque tempo da perdere. Il che fa pensare che Giorgia Meloni possa ricevere l'incarico già nella serata di domani o, al più tardi, sabato mattina. Starà poi a lei, perfezionata la lista dei ministri, risalire sul Colle sciogliendo la riserva. Questione di poche ore, così da permettere il giuramento dell'esecutivo tra domenica e lunedì, con voto di fiducia alla Camera già martedì e replica mercoledì al Senato.

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