MICROSOFT, 8,5 MILIONI DISPOSITIVI COLPITI DA CROWDSTRIKE
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(ANSA) - L'interruzione tecnologica globale correlata a un aggiornamento software di CrowdStrike ha colpito quasi 8,5 milioni di dispositivi Microsoft. E' la stessa Microsoft a renderlo noto in un blogpost in cui dà un aggiornamento anche se, specifica, "non si è trattato di un incidente Microsoft ma ha avuto un impatto sul nostro ecosistema".
"Attualmente - scrive - stimiamo che l'aggiornamento CrowdStrike abbia interessato 8,5 milioni di dispositivi Windows, ovvero meno dell'1% di tutte le macchine Windows".
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"Dall'inizio di questo evento abbiamo mantenuto una comunicazione continua con i nostri clienti, con CrowdStrike e con sviluppatori esterni per raccogliere informazioni e accelerare le soluzioni - aggiunge Microsoft -. Riconosciamo il disagio che questo problema ha causato alle aziende e alla routine quotidiana di molti individui. Il nostro obiettivo è fornire ai clienti guida tecnica e supporto per riportare online in sicurezza i sistemi interrotti".
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Il colosso tecnologico spiega poi che ha collaborato con CrowdStrike "per automatizzare il lavoro sullo sviluppo di una soluzione", ha fornito "centinaia di ingegneri ed esperti per collaborare direttamente con i clienti a ripristinare i servizi"; ha collaborato con "altri fornitori di servizi cloud e parti interessate, tra cui Google Cloud Platform e Amazon Web Services, per condividere lo stato della situazione"; ha aggiornato i clienti "tramite il dashboard dello stato di Azure".
Inoltre, aggiunge Microsoft, "CrowdStrike ci ha aiutato a sviluppare una soluzione scalabile che aiuterà l'infrastruttura Azure di Microsoft ad accelerare la correzione dell'aggiornamento difettoso di CrowdStrike". "Lavoriamo 24 ore su 24 e forniamo aggiornamenti e supporto continui", conclude l'azienda.
BBC, 'IERI 6.855 VOLI CANCELLATI IN TUTTO IL MONDO'
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(ANSA) -- Ieri sono stati cancellati in totale 6.855 voli in tutto il mondo. Si tratta del 6,2% di tutti i voli programmati. E' quanto riporta la Bbc spiegando il Crowdstrike, benché in misura minore, continua a sortire effetti in tutto il pianeta. Le interruzioni dei voli continuano anche oggi - e la società di dati sulle compagnie aeree Cirium ha fornito alcuni numeri. Alle 10 erano 1.639 i voli cancellati in tutto il mondo", si legge ancora sulla testata britannica. Tra i Paesi meno danneggiati dal tilt informatico c'è stata la Cina. Il Paese infatti non dipende da Microsoft come il resto del mondo.
WINDOWS 11, EPPURE LE DIFESE FUNZIONANO
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Estratto dell’articolo di Riccardo Luna per “La Stampa”
[…] Il Millennium Bug non fu la fine del mondo, ma piuttosto la sua rappresentazione: ci fece capire da dove sarebbe potuta arrivare. Dai computer che improvvisamente smettono di funzionare. Più che una rivolta delle macchine, il collasso del sistema nervoso della società dell’informazione.
Da allora di episodi analoghi ce ne sono stati diversi e ogni volta per qualche ora è il panico: «È andato giù WhatsApp! È andato giù Instagram». Visti qualche tempo dopo vanno declassati a piccoli attacchi di panico, va detto. L’unica cosa simile a quello che abbiamo vissuto ieri è stato nell’estate del 2020 quando andò giù Google: ora, Google non è più soltanto un motore di ricerca, ma anche il principale servizio di email, di mappe, di archiviazione di documenti in circolazione. Vivere per sei ore senza Google fu una strana esperienza, ma alla fine non fu un dramma.
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Anzi fu una lezione: il fatto che persino i potenti server di Google potessero andare ko per un malfunzionamento (e la cosa da allora si è ripetuta almeno un altro paio di volte), avrebbe dovuto insegnarci che due cose non esistono nel mondo dell’informatica: la perfezione e la vita eterna.
[…] Anche il capitombolo di ieri da questo punto di vista è stato istruttivo perché ad andare ko non sono stati computer più obsoleti, quelli trascurati e che ancora utilizzano sistemi operativi antichi. Sono andati a terra i migliori di tutti, quelli che utilizzano un software avanzatissimo, realizzato da un’azienda stimata (Crowdstrike), per proteggersi da intrusioni malevole.
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La cosa è controintuitiva e per questo è interessante: mi spiego, quando un paio di anni fa si insediò la nostra Agenzia per la Cybersecurity, pubblicarono un rapporto in cui emergeva che un numero esagerato di computer della pubblica amministrazione (scuole, ospedali, pubblica sicurezza) usavano sistemi operativi vecchissimi e quindi vulnerabili al primo attacco informatico (in qualche versioni di Windows dei tempi di Bill Gates).
Ecco se fossero andati a terra computer di questo tipo, la soluzione sarebbe facile: aggiornare subito i nostri software. E invece è accaduto il contrario e la cosa è strana assai: perché se dobbiamo prendere per buona la versione per cui a causare il disastro non ci sarebbe stato un attacco informatico, ma un malfunzionamento, un “bug” che è entrato in conflitto con l’ultima versione di Windows, resta una domanda.
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Questa: quando si rilascia un software in qualunque organizzazione, prima si fa una prova in un ambiente di test. Possibile che questa volta il test abbia sbagliato? O che il test non sia stato fatto? Improbabile. Come sono andate davvero le cose lo capiremo fra qualche giorno, o qualche anno.
Molti hanno puntato l’indice anche contro Microsoft che invece non è la causa del crollo informatico ma anch’essa una vittima: infatti non volendo credere alla circostanza surreale di due incidenti informatici simultanei e sconnessi, la cosa più probabile è che il software di Crowdstrike sia stato aggiornato anche sui server di Microsoft - che quindi in questo caso era cliente - causando il disservizio e la comparsa del Blue Screen of Death, lo schermo blu della morte (espressione nata nel mondo Microsoft già nel lontano 1985, per dare un’idea di quanto lunga sia questa storia).
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Insomma, siamo così vulnerabili? Lo siamo e lo siamo sempre stati ma rispetto agli anni del Millennium Bug qualcosa è cambiato: Internet ormai funziona tramite potenti “server farm” chiamate “cloud” che gestiscono applicazioni e dati come se fossero su una nuvoletta.
Il 70 per cento del mercato è gestito dal cloud di Microsoft, Amazon e Google: se vanno ko loro, va ko il mondo questo è evidente. Sarebbe stato più saggio da parte dei governi mondiali non lasciare la sicurezza informatica nelle mani di tre grandi aziende private? Forse si ma ormai è un po’ tardino per invertire la rotta. E poi ammettiamolo: funzionano alla grande ogni giorno, in ogni istante, e stiamo qui a discutere dei rari, inevitabili crolli che ogni tanto capitano. Saremmo più sicuri con un cloud di Stato? Lo escludo.
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Consola una cosa: che anche questa volta ce l’abbiamo fatta, anche stavolta il mondo non è finito. Quello che è accaduto infatti non va classificato sotto la voce “tragedie”, ma sotto la voce “disagi”. Abbiamo dimostrato una notevole resilienza informatica: alcune aziende hanno attivato sistemi di riserva, altre hanno fatto ricorso a carta e penna per continuare ad erogare servizi. Stiamo tutti abbastanza bene e di questa storia resteranno tre righe su una voce di Wikipedia.
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