Giovanna Vitale per la Repubblica

 

beppe grillo virginia raggi

Era già successo ai tempi di Gianni Alemanno, candidato sindaco di Roma nel lontano 2008. Accade di nuovo adesso, che alla guida del Campidoglio c' è la grillina Virginia Raggi. Giocare la carta della sicurezza per guadagnare, o recuperare, consenso. E così, all' indomani della battuta d' arresto registrata dal M5S alle amministrative, la prima cittadina chiede al Viminale di mettere un freno all' approdo dei migranti e ai nuovi centri accoglienza in città.

 

Nella lettera inviata alla prefetta Paola Basilone Raggi sollecita «una moratoria sui nuovi arrivi », parla di «evidente pressione migratoria cui è sottoposta Roma » e prefigura «possibili devastanti conseguenze in termini di costi sociali e di protezione degli stessi beneficiari». Uno scenario da rivolta urbana da scongiurare a ogni costo: «Trovo impossibile, oltre che rischioso», avverte la sindaca, «ipotizzare ulteriori strutture di accoglienza, peraltro di rilevante impatto e consistenza numerica sul territorio comunale »

CAMPI ROM

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Linguaggio e temi assai cari alla destra e ai leghisti, che infatti applaudono.

L' esca perfetta per giocare il secondo tempo della partita elettorale. A cui Beppe Grillo dà l' imprimatur. Rilanciando sul blog gli impegni assunti dalla giunta romana sull' altro fronte caldo dell' accoglienza: «Chiusura dei campi rom, censimento di tutte le aree abusive e le tendopoli. Chi si dichiara senza reddito e gira con auto di lusso è fuori. Chi chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al seguito, è fuori », spiega il garante, illustrando il piano varato dall' amministrazione capitolina. «Sono le classiche dichiarazioni a presa in giro degli italiani», punta subito il dito il segretario pd Matteo Renzi.

 

RAGGI GRILLO

«Io l' ho smontato un campo rom a Firenze e so cosa significa. Serve costanza, fatica. Grillo in questo momento ha un problema: si sta accorgendo che la realtà è più complicata del blog e la politica più difficile di un algoritmo».

 

Ma la sindaca di Roma sulla sua pagina Fb insiste: «Dal primo giorno del nostro insediamento abbiamo lavorato pancia a terra sulla questione immigrazione», scrive, addossando la colpa dell' emergenza, «una delle tante che abbiamo ereditato», alla «inerzia di chi negli anni se ne sarebbe dovuto occupare».

 

E siccome «non permetteremo più a nessuno di mangiare sui più deboli» né «di creare ulteriori tensioni sociali», ora chiederà un incontro al Viminale «per intervenire sul tema degli arrivi incontrollati». E pazienza se i numeri in possesso del ministero dicano che a Roma e provincia i richiedenti asilo sono ben sotto la soglia prevista: "solo" 8.609 rispetto alle 11mila unità programmate.

 

MIGRANTI FONTANE

Per di più in totale contraddizione con la gara da 1,8 milioni bandita 6 mesi fa dal Campidoglio per "l' affidamento del servizio di accoglienza di immigrati al di fuori del sistema Sprar", ovvero il circuito ufficiale. Un documento in cui si sottolinea la «necessità di programmare un' accoglienza il più possibile diffusa sul territorio comunale».

 

La linea è tracciata. È Luigi Di Maio a sancirlo: «Sottoscrivo in pieno la lettera di Raggi. Ormai il paese è una pentola a pressione.

MIGRANTI FONTANA

Non possiamo pensare di affrontare questo fenomeno nei nostri confini. O l' Europa si sveglia e comincia a ridistribuire per quote in altri paesi tutte queste persone o qui salta il coperchio», arringa sui social il candidato in pectore del Movimento. Suscitando l' entusiasmo di Meloni e Salvini.

«Ha fatto quello che avrei fatto anch' io, però un anno fa», chiosa la leader di FdI. Più caustico il segretario della Lega: «Bentornata sulla terra a Virginia Raggi, adesso però aspettiamo che non regali 10.000 euro ai Rom per pagarsi affitto e bollette!».

BEPPE GRILLO E VIRGINIA RAGGI CAMPI ROM