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    1. "BASTA UNA MINISCOSSA PER LIBERARSI DALLA DIPENDENZA DALLA COCAINA" – PARLA IL PROFESSOR LUIGI GALLIMBERTI, IL MEDICO TOSSICOLOGO CHE HA IN CURA LAPO ELKANN - "IL NIPOTE DELL’AVVOCATO E’ ARRIVATO DA NOI COME TANTI ALTRI PAZIENTI. NON E’ UNO DEI CASI PIU’ GRAVI TRATTATI- LA STIMOLAZIONE?COME METTERE UN ANTIVIRUS E RESETTARE UN PC" - SI PUO’ GUARIRE IN 6 MESI - ECCO METODO, CENTRI E COSTO DEL TRATTAMENTO...


     
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    Alessandro Milan per "La Verità"

    lapo elkann otto e mezzo gruber lapo elkann otto e mezzo gruber

     

    La notorietà gli è piombata addosso dopo che Lapo Elkann, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, ha rivelato di essere in cura da lui. Ma nella comunità scientifica Luigi Gallimberti, 69 anni, psichiatra, tossicologo, docente a Padova, è conosciuto da diversi anni. Lui, con Antonello Bonci, ha messo a punto il primo trattamento che poggia su basi scientifiche della dipendenza da cocaina. Questa metodologia, che ha catturato l' attenzione di National geographic e Science, si chiama Tms, ovvero stimolazione magnetica transcranica.

     

    Questa tecnica è già usata da decenni per trattare la depressione resistente ai farmaci, ma Gallimberti e Bonci ritengono che possa essere applicata ai cocainomani. In Italia, assieme al loro team, la praticano a Padova e Milano (le informazioni su www.disintossicazione.it)Professore, perché questa attenzione soprattutto sulla cocaina?

     

    luigi gallimberti luigi gallimberti

    «Negli Usa i danni che provoca hanno superato quelli che produce il cancro. Nel mondo ci sono 19 milioni di cocainomani contro 6 milioni di parkinsoniani. È una pandemia che si diffonde perché la cocaina non dà segni di astinenza di tipo fisico e perché, a differenza di quel che accade per altre sostanze che danno dipendenza, non risponde ad alcuna terapia efficace».

     

    Cosa mi può dire di Lapo Elkann?

    «Non molto, temo, se non che è arrivato da noi come tanti altri pazienti. Non è uno dei casi più gravi trattati, questo lo posso assicurare».

     

    È ancora in cura da lei?

    «Se lui l' ha detto, è così».

     

    Veniamo al metodo. Di cosa si tratta?

    lapo elkann da lilli gruber lapo elkann da lilli gruber

    «Le spiego il protocollo base. Si inizia con cinque giorni consecutivi di trattamenti, dal lunedì al venerdì. Due sedute al giorno a distanza di mezz' ora una dall' altra. Ogni trattamento dura 12 minuti e 28 secondi. Seguono due stimolazioni alla settimana per undici settimane, poi una seduta al mese per altri tre mesi. Fa un totale di sei mesi».

     

    Che fate al paziente?

    «Lo visitiamo per verificare che non incontri criteri di esclusione - sostanzialmente epilessie, pacemaker, impianti artificiali all' orecchio -, poi lo facciamo accomodare su una poltrona simile a quella di un dentista, prendiamo i parametri del suo cranio e tramite un neuro navigatore, dotato di software, identifichiamo un' area del cervello estesa come una moneta da due euro che è sopra la tempia sinistra. Applichiamo in quel punto una sonda detta "coil" e partiamo con la stimolazione».

     

    Che tipo di stimolazione?

    luigi gallimberti luigi gallimberti

    «La persona riceve 2.400 impulsi divisi in 40 "treni", con un intervallo di 15 secondi uno dall' altro. Ogni "treno" ha 60 impulsi, ogni impulso ha una frequenza di 15 hertz».

     

    Perché applicate la sonda in quel punto del cranio?

    «Stimolando quella parte del cervello si attiva l' intera corteccia cerebrale, come se si illuminasse un intero albero di Natale».

     

    Perché questo metodo funzionerebbe nel contrastare la dipendenza da cocaina?

    lapo elkann matteo renzi lapo elkann matteo renzi

    «Cominciamo dall' assunto base: la dipendenza da cocaina è una malattia cerebrale, cioè neurologica. Noi lavoriamo sulla memoria del piacere ipertrofica che nell' uomo, come nel topo, dura tutta la vita e non cede a trattamenti psicoterapici o farmaci. La stimolazione magnetica da una parte sembra distruggere la proteina che è alla base del ricordo del piacere, dall' altra parte riaccende la corteccia sede delle funzioni cognitive superiori (coscienza, capacità di prendere decisioni, controllo degli impulsi) che era andata spegnendosi a causa della droga».

    Me lo spieghi meglio.

    «Vede, il cervello dell' uomo, come quello dei mammiferi, è tarato secondo una scala ipotetica del piacere che va da 1 a 10, dove 1 potrebbe essere mangiare un cibo con appetito e 10, il piacere massimo, avere un orgasmo. Questi sono piaceri gratificanti fisiologici, la natura li ha previsti da milioni di anni per farci vivere e riprodurre. Un cervello che utilizza i gratificanti naturali è destinato a vivere sano e a lungo. Se io assumo cocaina, provo un piacere che supera anche di quattro o cinque volte quello dell' orgasmo. Ma il mio cervello paga pegno».

     

    Questo vale per tutte le dipendenze?

    «Assolutamente. Le dipendenze dalla tecnologia, il gioco d' azzardo, la dipendenza da sesso. Qualsiasi comportamento che si concluda con un piacere che supera l' intensità di quello dei cosiddetti gratificanti naturali può portare alla dipendenza. È come avere una macchina con un motore tarato al massimo sui 5.000 giri. Se lei lo spinge a 8.000 giri potrà avere prestazioni iniziali brillanti, poi fonde».

    lapo elkann lapo elkann

     

    Quindi voi cosa fate?

    «Con una metafora, queste stimolazioni servono a resettare il cervello, a riportarlo alla condizione in cui si trovava prima di assumere cocaina. È come mettere un antivirus e resettare un pc. Il cervello è stato modificato dall' uso di un gratificante non naturale, sballa, noi lo sistemiamo».

     

    Mi spiega la base scientifica del vostro lavoro?

    «Parte nel 1975: nei laghi salati del Kenya furono trovate delle cellule viventi di halobacterium salinarum, in grado di catturare raggi di luce attraverso dei canali che attraversano la membrana cellulare creando una sorta di impianto fotoelettrico fatto in casa che gli permette di sopravvivere. Nel 2005 uno psichiatra di Stanford, Karl Deisseroth, ha applicato i canali alla membrana cerebrale dei neuroni dei topi, rendendoli sensibili alla luce. A questo punto arriva Antonello Bonci. Lui, dopo la scoperta di Deisseroth, ha preso un virus, l' ha depotenziato per non danneggiare il cervello, gli ha aggiunto un pezzettino di dna e gli ha detto: "Vai a beccare solo i neuroni piramidali del piacere del topo" e lì ha inserito i canali.

     

    123 lapo elkann;marcantonio brandolini d'adda nin 5744 123 lapo elkann;marcantonio brandolini d'adda nin 5744

    Così ha sensibilizzato il cervello dei ratti solo nella parte che ne gestiva il sistema del piacere. Questi topi, prima di questo innesto, erano stati resi cocainomani. E dei topi cocainomani era stato selezionato il 30%, quelli che dando loro una scossa elettrica non smettevano, a differenza del rimanente 70%, ma continuavano a prendere sia la scossa sia la cocaina. Fatta questa operazione e dopo aver inserito nel cervello del ratto una fibra ottica, magicamente i topi hanno smesso di cercare droga».

     

    In pratica intervenendo su quella parte di corteccia cerebrale che produce il desiderio della cocaina e rendendola nuovamente funzionante attraverso onde magnetiche, voi togliete la dipendenza.

    «Esatto. Per spiegarmi: tra il cervello di una persona innamorata e quello di una persona intossicata da cocaina non ci sono differenze. Le zone del cervello "eccitate" dall' amore o dalla droga sono le stesse: le due persone agiscono di pancia, cioè attivando la parte profonda del cervello, mentre la parte razionale ha sede nella corteccia prefrontale. Un cervello che funziona utilizza la razionalità per controllare la pancia, quando il cervello è reso ipofunzionante dalla cocaina la parte razionale non è più in grado di controllare la pancia».

     

    Amore e cocaina?

    «Una persona innamorata privata dell' oggetto d' amore può arrivare a uccidere, come ben sappiamo, o perseguitare una persona, deprimersi. Altrettanto può fare un dipendente da cocaina».

     

    Con le vostre stimolazioni lei dice che curate dalla dipendenza. Poi?

    lapo elkann a firenze lapo elkann a firenze

    «Qui subentra un punto fondamentale. Noi possiamo resettare il cervello e portarlo a una condizione pre assunzione di droga. Poi, ognuno di noi è unico e questa unicità prevede un grado di maturazione diversa rispetto al momento in cui si è entrati in contatto con la droga. Se io la libero dalla sostanza e lei prima era una persona depressa, torna a essere una persona depressa. Chi era fragile, rimane fragile. Però nel frattempo io ho sistemato il sistema limbico, la "pancia" del cervello».

     

    Quindi?

    «Questo spiega perché dopo il trattamento la ricaduta non è più quella di una volta.

    La pancia del cervello è tornata ai livelli di dopamina e di altri neurotrasmettitori che aveva e quindi non desidera più la sostanza. Può decidere razionalmente di tornare ad assumerla per risolvere certi problemi, ma non proverà più il piacere di prima e sarà costretto a chiedere un aiuto, per lo più di natura psicologica».

     

    Professore, quanti casi ha trattato?

    «Dalla fine del 2013 ne abbiamo trattati 572. Di loro, circa 380 erano cocainomani.

    Di questi, abbiamo selezionato quelli con i dati più completi, circa 260, e sta per uscire il primo lavoro scientifico.

    GIANLUCA VACCHI E LAPO ELKANN GIANLUCA VACCHI E LAPO ELKANN

    I risultati preliminari sono incoraggianti».

     

    Me ne può anticipare alcuni?

    «Gliene dico un paio. Primo, il 25% dell' intero gruppo di pazienti a distanza di due anni non ha più toccato cocaina. Il secondo dato solido è questo: valutando le differenze di successo terapeutico tra un gruppo di pazienti molto motivato e uno per niente motivato, i risultati sono simili. Questo avvalora l' ipotesi che la dipendenza da cocaina è un disturbo prevalentemente neurologico e non psicologico».

     

    Quanto costa un trattamento?

    «In Italia mediamente 100 euro a seduta».

     

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