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    IL “CORDONE SANITARIO” NON BASTERÀ: MELONI E SALVINI SONO DIVISI SU TUTTO, E LO SCONTRO È INEVITABILE – LA “DRAGHETTA” STA PENSANDO A QUATTRO NOMI DI PROVATA FEDELTÀ EUROATLANTICA PER ECONOMIA, ESTERI, DIFESA E PURE AL VIMINALE, DOVE VORREBBE DISPERATAMENTE TORNARE SALVINI. ALLA FARNESINA POTREBBE ARRIVARE STEFANO PONTECORVO, EX ALTO RAPPRESENTANTE CIVILE DELLA NATO IN AFGHANISTAN, E ALL’ECONOMIA RICICCIA IL NOME DI PANETTA. MA COME DAGO-ANTICIPATO, L’EX DG DI BANKITALIA NON SI MUOVERA’ DALLA BCE (SERVE UN ITALIANO PER TENERE D’OCCHIO LE FUTURE MANOVRE DELLA LAGARDE)

     

     


     
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    Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

     

    antonio tajani matteo salvini giorgia meloni cernobbio antonio tajani matteo salvini giorgia meloni cernobbio

    […] Giorgia Meloni studia da giorni un cordone sanitario per sterilizzare la tentazione del leghista di spaccare il fronte occidentale contro Putin.

     

    Immagina quattro ministri di provata fedeltà euroatlantica sulle poltrone di Economia, Esteri, Difesa e Interni. Ha in mente per il ruolo forse più operativo dell'intero esecutivo, quello di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, un uomo dai rapporti oliati con Washington. E sa che può raggiungere questo obiettivo soltanto in un modo: facendosi scudo con il Colle.

     

    MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI BY VUKIC MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI BY VUKIC

    Servirebbe a tenere lontano dal Viminale il leghista, che invece ci punta con tutte le sue forze. Tanto che starebbe studiando una contromossa tutta tattica: chiedere per sé la Presidenza del Senato. In realtà intende "promuovere" Roberto Calderoli come seconda carica dello Stato. E non si sentirebbe neanche a suo agio in un ruolo istituzionale.

    Ma il rilancio servirebbe a mettere pressione per strappare una casella. Perché Salvini in Consiglio dei ministri vuole sedere a tutti i costi. E non intende rinunciarci.

     

    il banchiere fabio panetta il banchiere fabio panetta

    […] Ma quanto riuscirà a rendere credibile la scelta di campo sull'Ucraina con questo alleato al suo fianco? È la domanda - l'angoscia - di queste ore. Contano i voti. Fosse autosufficiente […] Meloni potrebbe anche decidere di lanciare il cuore oltre l'ostacolo. Ma al momento il legame con Salvini sembra imprescindibile. L'unico "ammortizzatore" pare essere la selezione di figure non filorusse nei ministeri chiave.

     

    l ambasciatore stefano pontecorvo foto di bacco (2) l ambasciatore stefano pontecorvo foto di bacco (2)

    Per l'Economia ha già deciso che sarà Fabio Panetta, direttamente dal board della Bce. Serve ad assicurare a Meloni alcuni rapporti decisivi con Bruxelles. Il problema è semmai chi scegliere per Difesa ed Esteri, pedine decisive nei rapporti internazionali. Alla Farnesina ambisce Antonio Tajani, ma esiste un'altra opzione che circola in queste ore: Stefano Pontecorvo, già ambasciatore italiano in Pakistan e, soprattutto, ex alto rappresentante civile della Nato in Afghanistan nelle ore drammatiche dell'evacuazione dal Paese nell'agosto del 2021.

     

    BERLUSCONI SALVINI MELONI - MEME BERLUSCONI SALVINI MELONI - MEME

    Tajani potrebbe invece finire alla Difesa, anche se questa opzione rischia di essere frenata da un progetto che piace a Salvini: la nascita di gruppi parlamentari federati con FI subito dopo il voto, in modo da bilanciare l'eventuale boom elettorale di FdI e limitare il potere di Meloni. Restano infine gli Interni, il nodo più delicato. Salvini non ha fatto mistero di pretendere per sé quella casella.

     

     Una postazione da cui accedere tra l'altro a molti dei dossier più rilevanti e delicati. Meloni vuole invece un tecnico e spera nell'azione discreta del Colle, in modo da frenarlo. Il problema è che Salvini è uno dei tre leader della potenziale maggioranza ed escluderlo dai ruoli chiave - almeno ad oggi - non è semplice.

     

    Per placare le mire dell'ex ministro dell'Interno, Meloni garantirebbe al Carroccio la Giustizia con l'ascesa di Giulia Bongiorno, che è anche l'avvocato di Salvini nel processo Open Arms. Una postilla decisiva, infine: non sarà comunque questa eventuale rete di protezione a evitare lo scontro.  […]

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