Franco Bechis per “Libero Quotidiano”
La frase di Orlando
ORLANDO E ALFANO
Dove torturano Angelino Alfano? Mercoledì 6 luglio è arrivato trafelato in Senato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, correndo in tutta fretta verso l' aula. A un certo punto però si è fermato, guardando il monitor dove trasmettevano i lavori in corso: un dibattito su un decreto per agricoltura e pesca.
Qualcuno ha guardato Orlando e chiesto: «Lo hanno mandato a rappresentare il governo qui perché è un esperto di pesca?». Lui, imbarazzato: «A dire il vero mi avevano detto che c' era un voto sul reato di tortura, per questo sono qui». Un giornalista ci prova con una battuta: «allora è qui per Angelino Alfano, che stanno torturando...». Orlando ride: «lo stanno torturando sì, ma non qui...». Ah, sì? E dove è quella sala di tortura?
santanche e dimitri al twiga compleanno gero carraro
Consigli ai grillini La Santanchè: Occhio a Fi
Anche Daniela Santanché sembra prodiga di consigli per Alessandro Di Battista.
Tanto da averlo fermato in mezzo al transatlantico ed essersi appartata con lui a parlottare in gran segreto. Il leader del M5s ha poi confessato ai colleghi incuriositi: «Non so da dove se l' era inventato, ma era certa che noi avessimo stretto un patto con Silvio Berlusconi e Forza Italia.E voleva mettermi in guardia, dicendo che ci avrebbe fregato e noi saremmo finiti ko...»
Castrato Martino
GIORGIA MELONI COL GATTO
Vero dramma a casa Meloni La notizia si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno a casa di Giorgia Meloni: «Hanno castrato Martino!». Ma no, che avete capito? Il compagno di Giorgia papà della bimbetta che ancora alberga nel pancione della leader di Fratelli di Italia si chiama Andrea ed è lì ancora integro. Martino è invece il piccolo micio dal pelo argentato che da un annetto tiene compagnia a Giorgia.
Il veterinario è stato irremovibile: Martino è divenuto un maschietto ormai sviluppato, e da qualche tempo lasciava i suoi bisognini anche dove non era concesso (sul letto), e mercoledì 6 luglio, zac!
giorgia meloni in treno con il gatto 4
La Meloni è sembrata turbata, poi se ne è fatta una ragione: «ormai sarebbe stato in calore, e il veterinario ha spiegato che è molto meglio fare questo tipo di operazione prima che l' animale scopra la gioia del sesso. Non avendola mai conosciuta prima, almeno non avvertirà la differenza...».
Cuperlo ammette Fu Cuore a dare il Ko al Pci
Confessioni in libertà di Gianni Cuperlo seduto all' ombra nel cortile di Montecitorio. Qualcosina su Matteo Renzi, cui riconosce nella diversità di opinioni «una disarmante sincerità. Non è uno che le fa senza dirtele. Te lo dice e lo fa». Un pizzico di autocritica: «Il problema è a dire il vero nostro. Perché quando Renzi vinse il congresso in quel modo, noi abbiamo pensato che sì, poi tutto avvenisse nella tradizione.
STAINO CUPERLO
Siamo stati scemi noi che non abbiamo creduto a quel che diceva». Eppure Cuperlo ha una certa esperienza di quel partito. Stava in direzione giovanissimo quando ancora era il Pci. E ha ancora fisso nei ricordi quando capì che il partito comunista aveva fatto il suo tempo: «Ben prima della svolta di Achille Occhetto alla Bolognina», assicura l' esponente della minoranza Pd, «Mi resi conto che quel mondo stava finendo quando a una direzione si alzò in piedi (allora tutti lo facevano, solo il segretario parlava seduto) lo storico responsabile degli esteri Antonio Rubbi.
Che protestò vivacemente, perché nei giorni precedenti il segretario del Pci aveva incontrato alcuni compagni segretari di partiti comunisti europei minori di Svezia, Danimarca e giù di lì. Rubbi si scandalizzò e disse: "Possibile che questa notizia non abbia trovato spazio da nessuna parte se non nella rubrica Chissenefrega di Cuore?". Ecco, lì capii che era davvero finita...».
gianni cuperlo
Chaouki invidioso vorrebbe la linea di Matteo Renzi
Il nuovo Matteo Renzi senza pancetta grazie agli allenamenti all' alba nella caserma Macao di Roma suscita una certa invidia in Khalid Chaouki, il deputato Pd di origine marocchina che si occupa normalmente dei problemi dell' immigrazione. Viste le foto del Renzi dimagrito, Chaouki si accarezza la pancetta che deborda dai pantaloni e sospira: «Ne avrei bisogno anche io». E a dire il vero confessa che ci ha provato, ma purtroppo le minacce spesso ricevute gli hanno imposto una scorta. E quelli non vogliono consentire di fargli fare un po' di ginnastica.
khalid chaouki
«Per andare in una palestra privata bisognerebbe fare uscire gli altri ospiti, e non è proponibile», spiega lui, «allora ho proposto di fare un po' di jogging all' area aperta». Khalid voleva andare a correre a villa Borghese, e una possibilità si era aperta. «Ma la scorta», racconta lui amareggiato, «mi ha dato come unica possibilità quella di correre nel galoppatoio sulla pista dei cavalli».
A parte che gli equini correndo lì lasciano i loro bisognini che non sempre vengono tolti, e d' estate emanano un certo profumino, a Chaouki non andava di fare il fenomeno da baraccone. Per correre lì la scorta infatti si sarebbe impadronita della collinetta senza lasciare scendere nessuno. E così, niente ginnastica e pancetta in bella vista nonostante il Ramadam appena terminato che Cahouki ha osservato da buon mussulmano. Fino a sera però...
Khalid Chaouki
.