DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Testo di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi pubblicato da ''Libero Quotidiano'', qui in versione integrale:
Si ricomincia da capo con la chiusura di negozi e di attività commerciali, e cercando di impedire ai cittadini di condurre una vita decente ("in Campania e Lombardia...nel fine settimana saranno chiusi i centri commerciali non alimentari e la grande distribuzione, lasciando aperti i supermercati e i negozi di generi di prima necessità…tutti gli spostamenti effettuati durante il coprifuoco dovranno essere giustificati con un'autocertificazione…”).
Queste nuove forme di lockdown arrivano anche se decessi classificati come COVID sono circa 90 al giorno di media e quelli in cui la malattia è la causa primaria probabilmente molti meno. L’età media dei morti da COVID è sempre 80 anni e la maggioranza ha già tre patologie come mostrano i dati dell’ISS.
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Pochi però in Italia criticano e si oppongono sui grandi media e a livello politico le decisioni prese dal governo, a differenza di quello che accade in America dove il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump non teme di prendere posizione e dichiara che i lockdown per la COVID-19 sono "unscientific" e stanno distruggendo inutilmente milioni di vite ("needlessly destroying million of lives"). In America per capire se uno è repubblicano o democratico oggi guardi se indossa la mascherina all’aperto.
I repubblicani e i sostenitori di Trump sono per riaprire tutto e non credono molto alle mascherine da portare ovunque e i democratici invece le hanno incollate alla faccia anche quando non c’è nessuno intorno e chiudono attività e scuole. Ad esempio, in California il governatore Newsom mantiene restrizioni di vario genere quali il coprifuoco e dice che vieterà anche la festa di Halloween (che avviene all’aperto). In California però non ci sono decessi, gli ultimi dati provenienti dalla contea di Los Angeles vedono, su dieci milioni di persone, un solo decesso alla settimana!
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Come si giustifica l’imposizione di chiusure e divieti in una popolazione di dieci milioni di persone in cui il virus fa un solo decesso a settimana? In California ogni settimana muoiono circa diecimila persone, per cui le morti da Covid contano per lo 0,01%. Il sospetto è che dopo il 3 novembre gli Stati governati dai Democratici come la California se vincerà Biden di colpo si accorgeranno che non c’è bisogno di lockdown.
In Italia destra e sinistra, governo e opposizione sono invece simili, chiudono di nuovo in Lombardia dove c’è la Lega e in Campania dove c’è il PD e tutti i leader (ora anche Salvini) si presentano in pubblico sempre con mascherina, a differenza di Trump e dei governatori repubblicani. Trump e i Repubblicani in generale sono sempre stati antipatici ai grandi media italiani, che dai tempi di Reagan li dipingono come rozzi cowboys, ignoranti e privi di cultura.
Prendiamo però il tema delle mascherine. A questo proposito l’Associazione Medici e Chirurghi Americani, AAPS, ha sul suo sito https://aapsonline.org/mask-facts/ un documento molto lungo e dettagliato con una bibliografia di un centinaio di studi citati intitolato: "MASK FACTS". È impossibile riassumerlo qui, ma il tono è critico, spiega che solo le mascherine N95 servono e solo se sempre perfettamente aderenti, che quelle di stoffa sono da evitare e ci sono molte controindicazioni in termini di salute. Nel documento si legge anche che è impossibile che milioni di persone indossino solo quelle corrette per tutta la giornata ed inoltre si osserva che è molto dubbio il fatto che l’uso da parte della popolazione delle mascherine abbia inciso sui contagi. In termini di raccomandazioni per i politici e le autorità la conclusione è: “l’uso continuo di mascherina per una popolazione di persone sane NON è supportato dall’evidenza e comporta diversi rischi critici”.
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Vedi anche il grafico che riportiamo qui sotto sull’obbligo della mascherina imposto in Francia in luglio: non sembra avere avuto alcun effetto.
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Sembra quindi che Trump quando parla di mancanza di evidenza scientifica abbia sostegno nella comunità medica. Si dirà che in Italia si tornano di nuovo a riempire le terapie intensive. In realtà al momento ii ricoverati in TI sono 700 https://tg24.sky.it/cronaca/2020/10/17/covid-ricoveri-terapia-intensiva e le terapie intensive in Italia hanno oltre 7mila posti. A differenza di quest’estate quando erano vuote, si leggono ora interviste a medici della TI che parlano del fatto che hanno pazienti in media tra i 40 e i 65 anni in cura, i quali essendo sostanzialmente sani reggono meglio dei ricoverati di aprile e marzo. Leggendo non sembra parlino di decessi in TI https://www.dagospia.com/rubrica-39/salute/piu-giovani-meno-gravi-ecco-chi-sono-nuovi-malati-250420.htm perché i morti da COVID invece sono quasi tutti dei 80 o 90enni con già diverse patologie e non sembra muoiano in TI. In ogni caso sono l’1 o 2% dei 1,800 circa morti che si verificano ogni giorno in Italia per altre venti cause diverse.
Ad esempio, in Emilia-Romagna l’altro ieri i decessi sono stati cinque, i morti avevano 92, 87, 89, 100 e 88 anni. Età media 91,2. L’età media dei contagiati è oggi invece 47 anni, per cui non si vede la relazione tra le migliaia di contagi e i pochi decessi. In ogni caso bisognerebbe allora a tutti i costi evitare i contagi degli anziani malati, individuarli e consigliare loro di restare il più possibile a casa nella stagione invernale, o uscendo con molta prudenza, predisponendo consegne a domicilio con opportuni “bonus”. Sui giornali invece appaiono interviste a noti personaggi del mondo politico e non solo, che hanno o hanno appena passato un tumore e che si sentono a rischio e invitano tutti gli altri a stare chiusi in casa dopo il lavoro.
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Tutto il contrario di quello che si dovrebbe fare. A chi ha un tumore o altre patologie che lo rendono vulnerabile alla COVID-19 andrebbe consigliato di stare per quanto possibile a casa fino a quando il virus non sarà più pericoloso, o uscire con molte precauzioni. E invece tutti gli altri dovrebbero continuare a lavorare e vivere normalmente.
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Nel 1957-58 in Italia come nel resto d’Europa arrivò “l’asiatica” che si stima nel mondo abbia causato più di un milione di morti. Dato che la popolazione mondiale era minore di un terzo rispetto ad oggi fu quindi molto più letale della COVID-19, forse anche di tre volte. Nel caso però delle epidemie precedenti non venivano calcolati giorno per giorno i decessi attribuibili al virus, il numero dei positivi, ecc. ecc. perché c’erano tante altre cause di mortalità (come del resto anche oggi) e perché non era considerato il problema dominante della società. In Italia il 1958 fu anzi l’anno migliore del famoso boom economico con una crescita straordinaria del PIL, tutti continuarono a lavorare e vivere e negli ospedali si cercò di curare i malati come meglio si poteva. Come tutte le altre pandemie di questo secolo poi scomparve. Oggi siamo noi a rischiare di scomparire.
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