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    BELLANOVA, CATTIVE NUOVE - ''SENZA LA SANATORIA, MI DIMETTO''. LA MINISTRA METTE TUTTE LE SUE FICHES SULLA REGOLARIZZAZIONE DEI MIGRANTI CHE DEVONO LAVORARE NEI NOSTRI CAMPI AL MOMENTI DESERTI. OGGI L'INCONTRO CON CONTE, 5 STELLE CONTRARI - MA CI SONO ANCHE GLI ATTACCHI DI RENZI, BOSCHI, ROSATO, MENTRE IL PREMIER DEFINISCE ''CONTRIBUTI INUTILI'' QUELLI DI ITALIA VIVA


     
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    Alessandro Di Matteo per “la Stampa

     

    Sarà una giornata faticosa per Giuseppe Conte, toccherà al presidente del Consiglio oggi cercare una tregua tra i partiti della coalizione e la discussione rischia di andare ben oltre il tema della regolarizzazione dei migranti che lavorano nei campi. Anche ieri tra M5s e Iv sono volati schiaffi su questo argomento e a poco sono serviti i tentativi di mediazione di Pd, Leu e della ministra Luciana Lamorgese, che pure sono favorevoli a mettere in regola i lavoratori in nero.

     

    teresa bellanova matteo renzi teresa bellanova matteo renzi

    I 5 stelle non ci stanno, temono una «sanatoria» che restituirebbe energia a Matteo Salvini. Teresa Bellanova, ministra renziana, rilancia pubblicamente la minaccia di uscire dal governo che già martedì sera aveva messo sul tavolo. Anche il Papa lancia un appello in favore della regolarizzazione e Conte promette di trovare una «sintesi» e oggi convoca i renziani a palazzo Chigi .

     

    Ieri la giornata era iniziata male con l' affondo di Vito Crimi contro la regolarizzazione.

    «Vogliamo lavorare sull' emersione del lavoro nero ma a una sanatoria modello Maroni noi non ci stiamo». E, commenta un esponente di governo che lavora per l' intesa, «certo non ha aiutato la minaccia della Bellanova di dimettersi...». La ministra di Iv lo ha ripetuto anche in televisione: «O tuteliamo il lavoro, o vuol dire che siamo complici dell' illegalità e dei caporali. Se prevalesse un' opposizione strumentale, la mia permanenza in questo ministero sarebbe del tutto inutile».

    nunzia catalfo giuseppe conte nunzia catalfo giuseppe conte

     

    Quando la Bellanova si collega in videoconferenza con i colleghi Lamorgese, Giuseppe Provenzano (Pd) e Nunzia Catalfo (M5s), lo scontro si rinnova. I 5 stelle dicono "no" ai permessi di soggiorno di sei mesi per gli stranieri irregolari che lavorano come braccianti, colf e badanti e la Catalfo rilancia parlando di permessi di un solo mese. Bellanova attacca: «Perché dite no? Che interessi ci sono?». Lamorgese, con l' ok di Pd e Iv, propone una mediazione: tre mesi. Ma la Catalfo non scioglie la riserva e i quattro ministri si aggiornano a stamani.

     

    Gli uomini vicini a Luigi Di Maio e al capo politico, Vito Crimi, non ne vogliono sapere di «spostare l' asse del governo a sinistra». Per questo, invocano un' ulteriore mediazione, con l' obiettivo di non far entrare il provvedimento nel decreto di maggio e riproporlo «più avanti». Per rallentare i lavori, mettono in fila le obiezioni, a partire da quanti migranti irregolari otterrebbero un permesso di soggiorno temporaneo. Usando i percettori del reddito di cittadinanza si restringerebbe il campo, ma la proposta viene bocciata dagli alleati. E allora Catalfo rilancia sui mesi di validità del permesso, che non dovrebbero essere superiori a 2, meglio se 1, forse rinnovabili.

     

    Mentre un pezzo dei Cinque stelle disfa la tela dell' accordo, un altro continua a tesserla.

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    Dal gruppo parlamentare la spinta è forte e non investe soltanto la componente di Roberto Fico. Anche il numero due di Catalfo, Steni Di Piazza, a La Stampa dice: «Se siamo un Paese civile, in momento di emergenza sanitaria, non possiamo permettere che migliaia di persone restino nell' ombra».

     

    Ma Iv è all' offensiva su tutti i fronti. Matteo Renzi definisce «terrorismo psicologico» la stima di 151 mila malati in terapia intensiva in caso di riapertura generalizzata delle aziende, Maria Elena Boschi attacca il "decreto dignità" e chiede di reintrodurre i voucher, Ettore Rosato accusa il governo di «ostilità». Conte risponde definendo «contributi utili» le proposte di Iv e convocando per oggi i due capigruppo Boschi e Faraone e Rosato.

    «Meglio tardi che mai - dicono i renziani - ha capito che senza di noi non c' è maggioranza».

     

    Ma poi filtra anche l' irritazione di Iv la scelta di usare il verbo «convocare», ritenuto offensivo, e per l' esclusione della Bellanova, che invece andrà comunque all' incontro.

    MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI

    Oggi la resa dei conti.

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