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BELPIETRO
Caro Dago, scusa se torno a scriverti, ma lo faccio perché tirato in ballo. Ho letto la lettera che ti ha inviato Giampiero Mughini, in cui ricostruisce il suo addio a ‘’Libero’’. Ho molta stima per Giampiero, con il quale ho lavorato in diversi giornali, ma la fine della sua collaborazione con il quotidiano che fino a una settimana fa dirigevo non avvenne a causa dei titoli di Libero, ma più semplicemente per un taglio del 20 per cento del suo compenso.
La crisi dell'editoria imponeva di rivedere i costi di tutti i collaboratori e dunque anche di Mughini. Giampiero, nella civilissima telefonata che mi fece e che durò effettivamente tre minuti, disse che non intendeva fare alcuno sconto all'editore, aggiungendo - ma solo come contorno - che del resto ormai si sentiva poco utile alla causa di Libero.
MUGHINI
Apprendo ora che non gli piacevano i titoli a piena pagina che sarebbero stati bene sulla Padania. Ricordo solo che, quando 24 anni fa collaborava a L'Indipendente di cui ero vicedirettore, i titoli a tutta pagina che piacevano ai leghisti (la Padania, intesa come giornale, non esisteva ancora) allora non lo disturbavano.
Maurizio Belpietro