Maurizio Belpietro per “la Verità”
Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio che trova i miliardi nelle tasche delle vecchie giacche come noi troviamo nel cappotto riposto lo scorso anno gli scontrini del bar, ieri ha annunciato al Corriere della Sera che con la prossima manovra il suo governo abbasserà le tasse. Via il super ticket, 600 milioni in regalo alle famiglie, 100 ai disabili, asili gratis per tutti e per concludere 500 euro a persona.
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Leggendo l' intervista del premier, ci siamo chiesti se non fosse il caso di farlo santo subito, perché un primo ministro capace di fare miracoli ancora non lo avevamo visto. Poi, mentre già ci accingevamo a intercedere presso la Santa sede, riposta la copia del quotidiano di via Solferino ne abbiamo aperto una del Sole 24 Ore e abbiamo dovuto ricrederci sulla beatificazione.
A pagina 5 del quotidiano confindustriale, infatti, sin dal titolo era chiaro che i soldi annunciati dal premier non erano stati trovati nelle tasche dell' abito indossato l' altro anno e nemmeno erano frutto di un evento soprannaturale, ma semplicemente erano la conseguenza di nuove tasse. Riportiamo per completezza quanto scritto dal giornale salmonato: «Manovra: 12 miliardi di coperture dal fisco, 2,7 dai tagli di spesa». Sommario: «Inviato il Dpb (Draft pudgetary plan, cioè bozza di legge di bilancio, ndr) a Bruxelles. Dal deficit gli altri 14,4 miliardi. Salgono i risparmi ma le risorse arrivano soprattutto da tasse, lotta all' evasione, revisione di sconti e scadenze fiscali».
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Il Sole fa i conti in tasca a Conte, frugando nelle vecchie giacche, e così scopre che dei 30 miliardi annunciati, 23 dei quali serviranno per evitare l' aumento dell'Iva, 14,4 sono a debito, cioè non ci sono, mentre 12 sono semplicemente imposte a carico degli italiani.
Nel dettaglio 4,3 miliardi arriveranno da generiche «altre misure fiscali», ossia da nuove tasse, 3 da maggiori entrate da Isa (che non è una signora, ma un modo per strizzare i contribuenti con un Indice sintetico di affidabilità, cioè con un sistema che obbliga le persone ad adeguarsi a determinati parametri, pena l'accertamento del fisco), 2 miliardi dal riordino delle detrazioni e dal taglio dei sussidi (oltre che dalle cosiddette tasse ambientali), 3,4 dalla lotta all' evasione.
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Totale: 12 miliardi di tasse. Il lettore avveduto, facendo i conti, scoprirà che all' appello mancano circa 3 dei 30 miliardi annunciati, ma quelle sono le promesse riduzioni della spesa, che ogni governo mette a bilancio per poi scoprire a fine anno di non aver tagliato neppure un centesimo. In conclusione, siamo di fronte a una manovra in deficit per circa 17 miliardi, cui si aggiungono 12 miliardi di nuove entrate fiscali.
A scavare nelle pieghe del documento economico, si scopre anche in quali tasche Conte e compagni andranno a prendere il denaro. I primi a essere colpiti sono i lavoratori autonomi: quelli che si erano illusi di avere la flat tax e avevano pianificato per l' anno prossimo uno sconto fiscale.
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Beh, le partite Iva questo sgravio se lo dovranno scordare, perché il governo ha impugnato le forbici. Le mani del fisco accentueranno la stretta anche sulle sigarette, fumandosi un po' di soldi degli italiani, e poi ci sarà il furto con scasso sulla casa, con l'aumento del 25% della cedolare secca sugli affitti a canone concordato. Altri miliardi arriveranno dalle tasse sulla plastica, sugli imballaggi, dal triplice aumento dell' imposta ipotecaria e catastale sulla casa, oltre che da una nuova tassa sui certificati penali.
Ci sarà anche la cosiddetta sugar tax, ossia l'imposta sullo zucchero, che però non riguarderà le merendine ma solo le bibite. Non mancherà neppure quella che il Sole 24 Ore definisce la potatura degli sconti fiscali, ovvero lo stop alle detrazioni Irpef fino a un tetto del 19%. Dalla dichiarazione dei redditi in pratica non si potranno più togliere le spese sostenute per il medico, per la colf, i figli e così via.
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Rimarranno le detrazioni degli interessi pagati sul mutuo della prima casa, ma solo per chi non superi una certa soglia di reddito che oscillerà probabilmente fra i 100 e i 120.000 euro lordi. In pratica, il governo blocca l'aumento dell' imposta sul valore aggiunto mettendo altre imposte. Perché è questo ciò che accadrà. La tassa sulla plastica e gli imballaggi sarà riversata direttamente sul conto della spesa degli italiani, i quali se oggi avevano un vantaggio nel dedurre le spese mediche da domani si ritroveranno a pagare più tasse a fine anno, senza avere alcuno sgravio. E così accadrà per i mutui, per le sigarette, per le partite Iva.
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Altro che «riforma per ridurre le tasse», come ha annunciato ieri il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri. La manovra fa pagare agli italiani 12 miliardi di euro. Se la stangata la dividiamo per il numero di italiani, significa che ogni cittadino l' anno prossimo dovrà pagare 200 euro in più, neonati compresi. Non c' è altro da aggiungere, se non che i contribuenti che pagano le tasse non sono 60 milioni, ma la metà, includendo pure i neonati. Dunque il carico sale a 400, e togliendo i minorenni si moltiplica pure.