Maurizio Belpietro per “la Verità”
maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (2)
I 5 stelle sono l'unico partito che invece di andare avanti procede all'indietro. Non sto parlando solo del consenso, che in appena tre anni si è dimezzato: i voti vanno e vengono e anche se nel caso dei grillini non vengono più, non è cosa di cui stupirsi, soprattutto dopo che gli elettori hanno scoperto chi avevano contribuito a mandare in Parlamento ascoltando le promesse di un comico. No, l'eccezione pentastellata consiste nel fatto che il Movimento si sta rimangiando piano piano tutto o quasi ciò che ha fatto.
LA PRIMA PAGINA DEL FATTO QUOTIDIANO SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
È sufficiente riavvolgere il nastro degli ultimi anni per rendersene conto. E anche qui non mi riferisco alla Tav o al Tap e nemmeno alla restituzione dello stipendio da onorevoli o alla regola dei due mandati, che ormai anche i bambini hanno compreso che sarà abolita, salvando la carriera politica di molti big grillini. Penso invece all'attività di governo, che da quando Giuseppe Conte e compagni sono arrivati nella stanza dei bottoni viene portata avanti con determinazione per poi essere portata indietro con altrettanta decisione.
L'ultimo esempio è la riforma Bonafede, dal nome del ministro della Giustizia che nel precedente esecutivo giallorosso l'ha tenuta a battesimo. L'hanno chiamata con molti nomi: Spazzacorrotti e cancella prescrizione. Ma adesso è la stessa legge a essere spazzata via e cancellata. Per quanto l'ex presidente del Consiglio e i suoi supporter cerchino di presentarla come un vittoria, la retromarcia sulla riforma Cartabia somiglia a una ritirata con la coda tra le gambe.
giuseppe conte foto di bacco (8)
Dopo aver minacciato macelli, i grillini, pur di non perdere la poltrona, si sono accontentati di alcuni ritocchini, roba da chirurgo estetico che per ragioni economiche promette un completo restauro, ma si ferma al minimo necessario. Sono esilaranti le ricostruzioni dei giornaloni, che raccontano le telefonate di dolore dei ministri pentastellati, timorosi di rischiare le dimissioni e per questo pronti a supplicare un aiuto dei colleghi del Pd e fors' anche della Lega.
mario draghi marta cartabia 1
Alla fine, con due colpetti di spugna che hanno consentito di allungare un po' i tempi dell'entrata in vigore delle norme, i 5 stelle hanno salvato la faccia e ora raccontano di aver salvato anche quella di Bonafede. In realtà, come quella di Penelope, la tela che avevano tessuto è stata disfatta di notte e Conte e compagni non hanno da cantare vittoria. Certo, non s' era mai visto un partito che prima vota una riforma e poi la controriforma. Ma tutto ciò è frutto del trasformismo politico del Movimento che ha contraddistinto la sua conquista del potere.
marta cartabia mario draghi.
Del resto, ai tempi del governo con la Lega, avevamo assistito compatti al varo dei cosiddetti decreti sicurezza, poi, una volta cambiato il vento, anzi l'esecutivo, sia Conte che i grillini hanno votato altrettanto compatti per l'abolizione dei decreti sicurezza. E che dire del Mes, ossia del fondo Salvastati contro cui i grillini si erano dichiarati disposti alle barricate? Nell'ora della verità, hanno chinato il capo e se non ci fossero stati il Covid e gli acquisti della Bce a seguito della pandemia, avrebbero digerito anche le regole del meccanismo di equilibrio europeo, comprese le rigide disposizioni di Bruxelles. Per non parlare del cashback, lotteria senza fortuna varata dai grillini per spingere gli acquisti con carta elettronica e stanare gli evasori.
giuseppe conte dopo l incontro con mario draghi 1
La fantasiosa soluzione è stata abolita dopo pochi mesi di governo Draghi, in quanto ritenuta inutile e forse perfino dannosa per le casse dello Stato. Di più: con i 5 stelle al potere era stata inaugurata la Via della seta, ovvero un'autostrada che avrebbe dovuto consentire l'invasione delle aziende cinesi prima in Italia e poi in Europa, con uno stravolgimento delle tradizionali alleanze atlantiche del nostro Paese.
Cambiato governo è però cambiata anche la direzione della via: non più verso Pechino, ma orientata di nuovo verso Washington. Ovviamente con i pentastellati plaudenti al nuovo corso. A breve è probabile anche la retromarcia sul reddito di cittadinanza, che invece di abolire la povertà ha incrementato il lavoro nero. Insomma, il passo del gambero procede e, una dopo l'altra, stanno cadendo tutte le stelle del movimento. L'unica che è convinta di brillare ancora è quella di Conte, il presidente per caso, l'uomo per tutte le stagioni, il quale però non sa che alla fine c'è una stagione in cui cadono le foglie, anche quelle che coprono le vergogne.