Maurizio Belpietro per “la Verità”
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Qualcuno sul Colle deve aver suonato la ritirata. Eh, già: dopo aver lasciato correre per giorni la voce che il presidente della Repubblica intendesse rifiutarsi di firmare la manovra, rispedendola al mittente, cioè in Parlamento, al Quirinale ci deve essere stato chi ha provato a immaginare le conseguenze del gesto. Un capo dello Stato che neghi la sigla sul bilancio del Paese non è cosa che accada ogni giorno. In passato è capitato che l'uomo del Colle abbia detto no, ma non su documenti così importanti come la finanziaria. Giorgio Napolitano scosse il capo sul decreto che doveva salvare la vita a Eliana Englaro.
MATTARELLA E IL RE DI SVEZIA CARLO XVI GUSTAVO
Carlo Azeglio Ciampi storse il naso di fronte al provvedimento riguardante le tv del Cavaliere. Oscar Luigi Scalfaro si sottrasse dinnanzi al decreto che doveva mettere in riga il pool di Mani pulite. Insomma, sono tanti i presidenti che hanno fatto valere la prerogativa che consente alla prima carica dello Stato di dissentire dalle decisioni del governo e del Parlamento. Ma la scelta del Quirinale non contemplava rischi o conseguenze per il Paese.
SERGIO MATTARELLA IN SVEZIA
Se il capo dello Stato ritiene incostituzionale una legge non è la fine del mondo: le Camere o il governo possono riconsiderare la questione e dopo di che rimandare gli atti al Colle. Ci può essere un ripensamento oppure una riconferma, ma alla fine la decisione viene rimessa sotto gli occhi del presidente, il quale non può fare altro che firmare, lasciando che a valutare la costituzionalità o eventuali incongruenze sia la Consulta.
SERGIO MATTARELLA PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE
Tuttavia, la legge di bilancio è altra cosa rispetto a un decreto sulla giustizia e perfino sul fine vita. Bocciare una decisione che blocca la magistratura e impedisce a un ospedale di staccare la spina a una paziente è una faccenda eticamente grave. Ma far colare a picco i risparmi degli italiani rifiutandosi di firmare una legge del governo non solo è grave, ma è soprattutto pericoloso per le famiglie italiane. Di questo devono aver discusso nei giorni scorsi al Colle, mentre sui giornali si lasciavano circolare notizie riguardanti la possibilità di Sergio Mattarella di non mettere la sigla sulla manovra.
MATTARELLA E CONTE
Nell' entourage del presidente ci deve essere stato qualcuno che a un certo punto deve aver alzato la mano per segnalare i rischi della decisione. Certo, non era difficile immaginare quali e devastanti potessero essere gli effetti di una simile scelta. L'Italia, in un battibaleno, si sarebbe trovata con l' acqua alla gola, perché i mercati sarebbero stati messi di fronte non a una bocciatura della politica economica da parte dell'Europa, ma a un conflitto istituzionale sul bilancio, con il risultato di un Paese costretto a essere governato con un esercizio provvisorio. Come dire di una società quotata che veda respinto dai revisori dei conti il bilancio predisposto dal consiglio di amministrazione. Secondo voi come reagirebbero gli investitori e le agenzie di rating?
Minimo scatterebbe la fuga generale, con relativo crollo delle quotazioni. Ecco, l'Italia non è un' azienda trattata al listino, ma la condizione è più o meno la stessa. I titoli di Stato sono oggetto di scambio e vengono quotidianamente comprati o venduti dai risparmiatori o dagli investitori professionali.
salvini mattarella
Sapere che la prima carica dello Stato rifiuta di firmare il bilancio di previsione di quello stesso Stato non può che far suonare l' allarme, con relativo fuggi fuggi.
Insomma, Mattarella nei giorni scorsi ha giocato con il fuoco, valutando una mossa che avrebbe potuto avere reazioni a catena, con effetti catastrofici per il Paese. Ma alla fine, dopo aver minacciato l' uso di ciò che noi abbiamo definito una bomba atomica, il presidente o chi per lui ha deciso di fermarsi e di rimettere sotto chiave l' ordigno nucleare, rinunciando a ricorrere all' arsenale del Quirinale.
Così, dopo che alcuni quotidiani avevano riportato in prima pagina e fra virgolette le frasi del capo dello Stato senza ricevere alcuna smentita, nelle cronache del Corriere della Sera ha fatto capolino una nota in cui si negava che Mattarella avesse intenzione di voler rifiutare la firma sotto la manovra. Per 48 ore l' ipotesi era stata lasciata circolare, tanto che lo stesso l' aveva presa per buona, rispondendo alle domande dei giornalisti, ma poi l' allarme era rientrato. Il che non vuol dire che al Colle gradiscano le misure predisposte dal governo Conte, né che Bruxelles sia pronta a farle passare senza modifica.
salvini mattarella
Semplicemente il weekend ha portato consiglio: è scongiurato il peggio, ma la guerra è lunga e di battaglie e scaramucce ne vedremo ancora altre. In concreto significa che il cammino dei pentaleghisti è tutt' altro che sgombro da trabocchetti, dunque prepariamoci a raccontare una via crucis che secondo alcuni potrebbe concludersi a maggio con le elezioni europee, alle quali potrebbero unirsi le stesse elezioni politiche: un modo per stabilire chi, in questo Paese, debba comandare, ossia se l' Europa, il capo dello Stato, la Lega o i 5 stelle. Il Pd, causa congresso, al momento è escluso che possa essere preso in considerazione per avere un ruolo di rilievo. In futuro si vedrà.