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    BUON SANGUE NON MENTE – BENEDETTA PILATO SPIEGA IL RECORD MANCATO NEI 100 RANA AI MONDIALI: “ERO IN PRE CICLO. SI POTRÀ DIRE CHE AGLI UOMINI BASTA ESSERE IN FORMA, MENTRE NOI ABBIAMO CONDIZIONI FISICHE CHE NON POSSIAMO CONTROLLARE E CHE CERTE VOLTE CI DESTABILIZZANO?” - PER ME NON È UN TABÙ, SONO MOLTO APERTA. NON VEDO LA VERGOGNA” – “POTREI PRENDERE GLI ANTICONCEZIONALI PER ESSERE SICURA DELLE DATE, MA POI…”


     
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    Giulia Zonca per “la Stampa”

     

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    La campionessa del mondo dei 100 rana Benedetta Pilato chiarisce le urgenze della sua generazione quando spiega perché la gara vinta non è stata veloce come avrebbe desiderato: «Ero in pre ciclo, non avrei dovuto secondo il calendario, ma mi ci sono ritrovata e non stavo proprio benissimo». La giornata di cui parla è finita con un oro, si toglie subito dall'orizzonte il dubbio che si tratti di chissà quale insormontabile problema, «ma si potrà dire che gli uomini ai Mondiali o alle Olimpiadi devono essere in forma e poi dipende tutto da loro, mentre noi abbiamo condizioni fisiche che non possiamo controllare e che certe volte ci destabilizzano?».

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     Sì, si può dire, ma solo di recente. Questa diciassettenne che oggi nuota la finale dei 50 rana lo sa benissimo: «Per me non è un tabù, sono molto aperta e anzi al mio allenatore, che è arrivato adesso, ho chiesto di portarmi gli assorbenti. Necessità. Non vedo la vergogna». Non c'è e il Mondiale dei teenager travolge pure certi convenevoli.

     

    La generazione zeta vuole poterne parlare: «è uno dei fattori che magari mi portano a essere un po' più lenta qui. Io non sono troppo regolare quindi è difficile gestirmi. Potrei prendere gli anticoncezionali per essere sicura delle date, ma poi pure quelli potrebbero avere effetti indesiderati e quindi sto così. Pace».

     

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    Lei lo dice a Budapest mentre a Wimbledon le tenniste si organizzano per il bianco assoluto con crescente fastidio. Il dibattito è iniziato con un tweet seccato di Monica Puig, oro ai Giochi di Rio: «Bene, aggiungiamo allo stress di un grande avvenimento pure l'ansia per il bianco, atlete che pregano di non avere le mestruazioni nei giorni in cui si gioca per colpa del dress code». La frecciata è arrivate alle ex che oggi commentano in tv, loro hanno appoggiato la mozione rimpallata dentro l'ennesima partita tra i sessi iniziata da Billie Jean King e mai finita. In sostanza, le donne sostengono che se il bianco obbligatorio causasse qualche problema agli uomini lo avrebbero già levato dal regolamento mentre siccome la questione è tutta al femminile si andrà avanti con eleganza e candore per l'eternità. Forse.

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    La generazione Benny strappa, «qui tra noi non mi pare proprio un argomento proibito, sarà che siamo piccoli e forti, non so. Io parlo con tutti, di tutto, senza problema. Poi si cambia, nella rana circola una ragazza nata nel 2008...», tanto per quantificare la distanza rispetto alle vecchie abitudini, ai pudori che hanno contribuito a qualche ansia inutile. 

     

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    Sempre Pilato: «Ognuna la vive secondo le reazioni del proprio fisico, mi piacerebbe semplicemente che fosse un parametro, da mettere lì. Insieme a tutti gli altri». Federica Pellegrini lo ha fatto dopo le Olimpiadi girate a vuoto, nel 2016. Una gara studiata al millimetro nella distribuzione dello sforzo, poi cambiata all'improvviso per colpa di un ciclo anticipato: «L'avevo calcolato malissimo, si è fatto sentire».

     

    Qinwen Zheng dopo la sconfitta all'ultimo Roland Garros contro Iga Swiatek ha motivato con i «crampi premestruali» la fatica di reagire. Il soggetto ha perso il sospetto di scusa e pure mosso a qualche ricerca mirata. A Milano c'è appena stato il primo Festival del ciclo mestruale che ha giocato assai sul gran numero di persone che lo trova inutile. Invece le organizzatrici e le relatrici hanno compilato un diligente programma pieno di buoni motivi per farlo e ripeterlo. 

     

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    L'approccio destrutturato di Benny Pilato non chiede attenzione o considerazione, nemmeno una ulteriore riduzione dell'Iva sugli assorbenti, che pure ci starebbe, solo la libertà di portare l'argomento dentro l'infinità di variabili che già occupano la preparazione di un'atleta di alto livello. Non si tratta di trovare un equilibrio a tutti i costi, solo di levare di mezzo almeno un'ansia extra. 

     

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    Che sia per il bianco imposto quando proprio non ha senso indossarlo o che sia per fingere indifferenza a tutti i costi. Pilato ci tiene a precisare che i record del mondo oggi non sono previsti, «però la mano davanti la voglio mettere». Per fermare il cronometro prima degli altri e per spingere via anche le ultime resistenze su quel che si può dire oppure no.

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