Domenico Agasso per “la Stampa”
Peter Hullermann
Il 95enne papa emerito Benedetto XVI si difenderà in un processo nella «sua» Baviera dall'accusa di avere coperto, quando era arcivescovo di Monaco, un prete pedofilo. La denuncia a suo carico è stata sporta al tribunale provinciale di Traunstein, nell'ambito dell'inchiesta sugli abusi del clero locale. Joseph Ratzinger, accettando di andare a giudizio, consente al procedimento di proseguire: si tratta di un'azione civile, sul piano penale la vicenda non ha più valore, ma il dibattimento potrà essere prezioso per ricostruire la storia.
L'ex Pontefice si tutelerà con una memoria difensiva. Se non fosse stato disposto alla difesa sarebbe andato incontro a una sentenza in contumacia. L'annuncio della difesa di Papa Benedetto per ora «non presenta elementi di contenuto», ha spiegato la portavoce del tribunale.
JOSEPH RATZINGER
La vittima (oggi 38enne) che ha intentato la causa ha riferito di avere subito a 12 anni violenze sessuali da parte del prete - recidivo - Peter Hullermann («padre H.»), nella località di Garching an der Alz. Sono quattro le notifiche presentate: oltre che contro il sacerdote già condannato e l'ex pontefice, sono coinvolti anche il cardinale Friedrich Wetter, successore di Ratzinger alla guida dell'arcidiocesi, e la diocesi stessa.
joseph ratzinger
L'avvocato del querelante, Andreas Schulz, ha commentato all'agenzia Dpa: «Se la Chiesa e gli imputati - con l'eccezione del noto recidivo H. - si attengono a quello che è costantemente affermato, cioè di mantenere il proprio impegno cristiano e di riconoscere l'ingiustizia commessa, la causa avrà successo. Se non lo fanno, il danno alla loro reputazione sarà ancora più grave e la Chiesa accelererà l'erosione della fede».
JOSEPH RATZINGER
Secondo la Dpa, Benedetto XVI si è affidato allo studio legale Hogan Lovells. I quattro denunciati hanno chiesto una proroga, ha spiegato la portavoce all'Ansa, e hanno tempo fino al 24 gennaio per argomentare sul piano contenutistico la difesa.
Il caso di «padre H.» è riemerso in modo dirompente nel gennaio scorso dal rapporto sugli abusi sessuali nell'arcidiocesi bavarese, che Ratzinger guidò dal 1977 al 1982. In quei giorni di inizio anno che hanno rovinato la quiete dell'ex monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano, l'autodifesa del Papa emerito è inciampata, costringendolo a correggere una dichiarazione cruciale rilasciata per il dossier.
Una «svista», avrebbe poi detto in seguito. Contrariamente a quanto sostenuto nel suo precedente resoconto, infatti, Ratzinger partecipò alla riunione del 15 gennaio 1980, durante la quale si parlò di un prete della diocesi di Essen che aveva abusato di alcuni ragazzi ed era giunto a Monaco per una terapia. Era Hullermann.
joseph ratzinger
Tuttavia, ha precisato il segretario particolare di Benedetto, monsignor Georg Gaenswein, nell'incontro «non fu presa alcuna decisione circa un incarico pastorale del sacerdote». La richiesta venne accettata per «consentire una sistemazione per l'uomo durante il trattamento terapeutico a Monaco».
Restava però in piedi il fatto che Ratzinger sapesse del prete accusato di pedofilia. E a padre H. successivamente furono affidati compiti pastorali, e il prete continuò con le molestie. Benedetto XVI a febbraio ha pubblicato un mea culpa storico, chiedendo perdono, parlando di «grandissima colpa» per chi compie abusi ma anche per chi non li affronta. Ha usato il «noi», assumendosi le proprie responsabilità.
PAPA BENEDETTO XVI PAPA FRANCESCO
Ma sulle coperture specifiche di cui è accusato ha assicurato di non essere a conoscenza degli abusi, di non essere un «bugiardo», e ha affidato ai suoi periti la smentita del suo coinvolgimento. Nel documento dei collaboratori si leggeva che «in nessuno dei casi analizzati dalla perizia Ratzinger era a conoscenza di abusi sessuali commessi o del sospetto di abusi sessuali commessi dai sacerdoti». E il report «non fornisce alcuna prova in senso contrario».
papa benedetto XVI ratzinger PAPA BENEDETTO XVI MONSIGNOR GEORG GANSWEIN