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    1. BENVENUTI A BARCELLONA. UN PO’ MILANO UN PO’ NAPOLI, CHE TI ACCOGLIE CON UN GRATTACIELO A FORMA DI CAZZO. TERRA NATIA DEL “PLURI-INDAGATO” MARITO DELLA INFANTA CRISTINA, SORELLA DELLA PIÙ POPOLARE ELENA DETTA “LA FEA” (LA CESSA) 2. A FARCI DA GUIDA LA MITOLOGICA BIBIANA FERNANDEZ, MEGLIO CONOSCIUTA COME BIBI ANDERSEN. UNA DONNA NATA UOMO. PRIMA TAPPA, “LA METRO”, DISOCTECA DOTATA DELLA PIÙ GRANDE DARK ROOM DI SPAGNA. 500 MQ DI BUIO E DI GEMITI, DI ANFRATTI 3. LOLA, UNA DRAG DI 130 KG IN ABITO NATALIZIO, DÀ INIZIO ALLA TOMBOLATA. IN PALIO LA PARTECIPAZIONE AD UNA PERFORMANCE EROTICO-ARTISTICA CON UN BALLERINO SUPERDOTATO TRAVESTITO DA POLIZIOTTO IN UNA STANZA RISERVATA E ALLESTITA DI LETTO CON MATERASSO AD ACQUA, TV CON PORNO, CREME DI OGNI FATTEZZA E INCENSI VARI


     
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    Alberto Dandolo per Dagospia

    Benvenuti a "Barcelona". La capitale del "Regno" di Catalogna. La città dove il "pane e pomodoro" (il pan tomate) è il piatto nazionale. Dove si ha un dialetto che si spaccia per lingua. Motore economico-finanziario del Paese dello sgangherato Juan Carlos. Un po' Milano un po' Napoli. Patria del genio di Gaudì e scenario di quel capolavoro che è "Todo sovra mi madre".

    La città della sperimentazione architettonica che ti accoglie con un grattacielo a forma di pene. Dove i "lavori in corso" della Sagrada Familia sono essi stessi "opera d'arte". La città delle Ramblas e della Barceloneta, del Born e del Barrio Gotico. Terra natia del "pluri-indagato" marito della Infanta Cristina, sorella della più popolare Elena detta "la fea" (la cessa).

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    Luogo di incontro degli artisti e dei fancazzisti di mezz'Europa. Faremo un breve ma intenso viaggio nella "capitale più progressista e più autonomista" di Spagna. E lo faremo con un'amica che questa città la conosce come le sue borsette: si chiama Ana Rosa, è una signora (per mancanza di prove) sulla cinquantina, assai nota qui. Vive facendo la sosia ufficiale della mitologica Bibiana Fernandez, meglio conosciuta come Bibi Andersen. Una donna nata uomo.

    Una vera istituzione. Infiniti "maquillage" estetici, icona di due monumenti viventi come Pedro Almodovar e Jean Paul Gaultier, la Bibi è simbolo della Spagna più profonda. La Spagna dell'"affrancamento al franchismo" (scusate il gioco di parole!). La Spagna delle battaglie civili. Dei prosciutti e delle paillettes. La Spagna che ha creduto che la libertà fosse "la meta". E non il "percorso", il "cammino" che avrebbe portato al suo raggiungimento. Ana Rosa come Bibi sono l'immagine dei chiaroscuri di questo Paese. Delle sue miserie e delle sue grandezze. Delle sue ingenuità e delle sue astuzie. Delle sue verità e delle sue menzogne.

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    Arriviamo a Barsa proprio nel giorno in cui il Primo Ministro Mariano "Uomo medio" Rajoy ha fatto tornare la Spagna indietro di 30 anni con un emendamento (che diventerà legge) che punirà l'aborto come reato penale (tranne che in casi limite). Ana Rosa è incazzata nera. Peggio di Alba "Tramonto" Parietti quando è costretta a pagare il conto al ristorante. E se la prende con la sua gente che ha votato un Governo di destra. Ma siccome è una vera signora placa la sua rabbia e ci conduce nella movida della cafonalissima Barcellona. Ci dà appuntamento alla Rambla del Raval. La Rambla vera, quella del popolo. Tutta scippatori, spacciatori e puttane.

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    Ci vediamo sotto l'enorme ventre di una scultura di Botero che rappresenta un gatto. Aperitivo all'Absentia. E' un locale nuovo. Lo ha aperto un ragazzo italiano che si chiama Salvatore Cossu. Vive qua da 15 anni e della sua Toscana gli manca solo la chianina. Dopo un paio di bicchieri Ana Rosa ci tiene a farci visitare uno strano locale a pochi metri da qua: il "Madame Jasmine". Il proprietario è un ermafrodita e il bar si trova in una vecchia casa ristrutturata che agli inizi del secolo appartenne alla prostituta più famosa del Raval. Il suo nome era Caterina ma tutti la conoscevano come Madame Jasmine. Da qui il nome del locale.

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    Rimaniamo solo il tempo di salutare l'ermafrodita e il suo fidanzato gay francese. Siamo sotto le feste e Ana non ci vuol far perdere l'appuntamento più cafonal della settimana: la tombolata trans nella disco più frocia della penisola iberica. La "Metro" non è solo una discoteca. E' prima di tutto un simbolo. E' simbolo della ritrovata libertà del popolo spagnolo dopo la caduta di Franco. E' simbolo dell'esplosione ( confusa e sincera) della necessità di una Nazione di ritrovare una propria identità laica. E non a caso è il primo locale dichiaratamente gay di Spagna.

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    Il più antico, il più famoso, il più frequentato. Un monumento nazionale. Tutta la Spagna che ha contato e che conta è passata di qua. Non c'è artista, intellettuale e frocio che non abbia messo piede in questo posto. Ana-Bibi ci accompagna all'ingresso per poi scomparire nella notte. Ci saluta e ci dice che certe "esperienze", certe "prime volte" vanno vissute in solitudine.

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    Ci presenta Rafaela, una drag barbuta con caschetto biondo, e si eclissa in un taxi. La Metro è un locale enorme. Ci sono tre grossi spazi visibili. C'è una sala teatro, la discoteca vera e propria e una enorme sala biliardo. E poi alle spalle dei cessi la più grande dark room di Spagna. 500 mq di buio e di gemiti, di anfratti e corridoi. Dedali di piaceri senza volto. Dove quello che conta è solo quello che hai dalla cintola in giù. Noi ci tratteniamo nella sala teatro.

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    Qui c'è Lola, una drag di 130 kg in abito natalizio che, affiancata da due manzi "s-vestiti" da Babbi Natale, dà inizio alla tombolata più divertente di Spagna. In palio ci sono nell'ordine: 2 ceste di prelibatezze eno-gastronomiche iberiche, un prosciutto dell'Estema Dura e infine il gran premio: la partecipazione ad una performance erotico-artistica con un ballerino superdotato travestito da poliziotto (vedi foto). Ma il premio vero e proprio in realtà si "consuma" (sempre col ballerino-poliziotto) nel post-performance. In una stanza riservata e allestita di tutto punto: letto matrimoniale con materasso ad acqua, tv con film di ogni tipo, creme di ogni fattezza e incensi vari e avariati.

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    Questa sera il primo premio se lo è aggiudicato Yasim, un ragazzo marocchino naturalizzato spagnolo, che nella vita fa il cuoco in un ristorante vegano nel quartiere di Gracia. Dopo la tombolata ha inizio un vero e proprio spettacolo che ha come protagonista Rafaela (la drag barbuta col caschetto biondo) e un intero gruppo di ballo trans-drag . Svelato il "mistero del caschetto": lo show è dedicato alla nostra Raffa, icona gay anche qua. Tutti a ballare alle note di "Pedro", "Fiesta" e tutte le hit di Nostra Signora della tv (ma quanto cacchio guadagna all'anno di diritti d'autore Gianni Boncompagni?)

    Tra un ballo, una partita a biliardo, una canzone di Raffa e un bisogno in bagno (guai ad andare alla toilette qui. Sembra una succursale della dark room di cui sopra. Ti trovi mani ovunque!, la serata finisce alle 4 spaccate. Ma gli irriducibili della notte emigrano verso altre mete. Quella low cost: la spiaggia della Barseloneta (è tipo un "mattatoio" del sesso all'aperto) oppure si opta per un"bagno caldo" nelle saune gay della città, aperte h24. Prima tra tutte la storica "Thermas".

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