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    HA CREATO IL MOVIMENTO, GLI HA DATO IL SUO NOME, LO HA PORTATO AL GOVERNO: MA BEPPE GRILLO E' ANCORA L'UOMO GIUSTO PER IL M5S? - MASSIMO FRANCO: "CHE LA SUA LEADERSHIP SIA APPANNATA È INDUBBIO; CHE LE VICENDE GIUDIZIARIE DEL FIGLIO LO ABBIANO RESO VULNERABILE E MENO LUCIDO È ALTRETTANTO EVIDENTE. LA DOMANDA È SE POSSA ESISTERE UN GRILLISMO SENZA E CONTRO GRILLO. È UN INTERROGATIVO A CUI  NESSUNO SA RISPONDERE: PER PRIMI I SUOI SEGUACI TENTATI E INSIEME SPAVENTATI DALLA PROSPETTIVA DI FARE A MENO DI LUI"


     
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    Massimo Franco per il "Corriere della Sera"

     

    MASSIMO FRANCO MASSIMO FRANCO

    I veti incrociati che condannano il Movimento Cinque Stelle in un limbo raccontano una doppia anomalia: una risolta, l'altra no. La prima era quella della piattaforma Rousseau di Davide Casaleggio, e del rapporto perverso con una società privata chiamata a regolare le votazioni e a tenere in cassaforte la lista degli iscritti. In modo tormentato, e tra minacce di ritorsioni giudiziarie, la prima anomalia sembra superata. Ma l'altra, quella della figura del fondatore e garante Beppe Grillo, padre-padrone di un movimento definito da sempre col suo aggettivo sostantivato, è lì, intatta.

     

    beppe grillo giuseppe conte luigi di maio beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

    E pesa a tal punto da impedire una metamorfosi di per sé contraddittoria e faticosa; a costringere la leadership in incubazione dell' ex premier Giuseppe Conte a restare tale; e a rinviare per l' ennesima volta il lancio di un nuovo statuto che dovrebbe trasferire una fetta sostanziosa di potere dal «garante», appunto, allo stesso Conte.

     

    Il cortocircuito nasce dal tentativo di spostare i rapporti di forza dal personaggio-simbolo delle strategie grilline, al premier che ha rappresentato dal 2018 il Movimento Cinque Stelle di governo. La sfida riflette fedelmente le incognite sul futuro della formazione tuttora di maggioranza relativa in Parlamento.

    BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

     

    E ripropone il tema di una «diversità» difficile da smaltire senza rischiare di fare saltare ogni equilibrio residuo. Anche perché l' idea di spogliare Grillo di gran parte della sua influenza senza che sia d' accordo si sta rivelando un azzardo superiore al conflitto tra il Movimento e Casaleggio. È stato quello che si è definito «l' elevato» a voler partecipare alle consultazioni con Mario Draghi quando è andato in crisi il governo Conte.

     

    In quel caso, si è davvero comportato da «garante» della collaborazione del Movimento Cinque Stelle nei confronti del nuovo premier. Il fatto che l'ipotesi di un movimento più simile a un partito possa preludere anche a un conflitto con Palazzo Chigi, inserisce un elemento di contrasto. E aumenta il rischio di una destabilizzazione destinata non tanto a mettere nei guai Draghi, ma a fare implodere un M5S già percorso da tensioni che nessuno è in grado di controllare.

     

    grillo e conte grillo e conte

    Ma il tema è ancora più di fondo, e riguarda il peso di Grillo. Che la sua leadership sia appannata è indubbio; che le vicende giudiziarie del figlio lo abbiano reso vulnerabile e meno lucido è altrettanto evidente. La domanda che il vertice allo stato nascente si sta ponendo, però, è se possa esistere un grillismo senza e contro Grillo; se i Cinque Stelle possano ancora definirsi grillini, qualora arrivasse lo smarcamento, quasi la scomunica da parte del fondatore. È un interrogativo al quale al momento nessuno sa rispondere: per primi i suoi seguaci tentati e insieme spaventati dalla prospettiva di fare a meno di lui.

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