Alessandro Trocino per www.corriere.it
BEPPE GRILLO SUONA LA CAMPANELLA
Un Beppe Grillo che si gode il successo di un sogno, il coronamento di quell’idea folle nata insieme a Gianroberto Casaleggio. Lo fa sul suo blog, pubblicando l’ironico racconto del suo «neurologo», che spiega come non ci sia «persona più seria di un comico» e di come Casaleggio lo aiutò «a comprendere che il web avrebbe potuto bypassare la censura televisiva».
E lo fa a sera, alla manifestazione della Bocca della Verità. Dove si mantiene cauto sul futuro del nuovo governo. Scherza e, come sempre scherzando, racconta una verità: «Non so cosa succederà ora. Guardando i ministri ho avuto un attimo di scompenso. Alcuni non li conosco, quello della Cultura l’ho scambiato per uno della security. Quella della Difesa non molla mai la borsa, avrà un fucile a canne mozze».
BEPPE GRILLO SUONA LA CAMPANELLA
E scherzando scherzando, dice un’altra verità (o anticipa un altro sogno): «Mi candido per diventare presidente della Repubblica. Così, tanto per togliermi la soddisfazione di vedere arrivare Di Maio e dargli due schiaffi».
LA VALVOLA DI SICUREZZA
Grillo si lascia una valvola di sicurezza: «Adesso chi devo prendere in giro, i miei? Sì non devono essere immuni neanche i nostri». E non lo saranno. Perché non è un mistero che Grillo si sia messo le mani nei capelli quando ha sentito Di Maio invocare l’impeachment. E sul blog lo aveva fatto capire, con un post in cui richiamava l’«adolescente ribelle» (Di Maio) a stare calmo. Il pifferaio magico è un buon padre di famiglia e lascia i figli cresciuti liberi di muoversi e di agire. Ma resta vigile, pronto a indossare nuovamente i panni di guardiano dalla rivoluzione e a correggere eventuali deragliamenti in direzione establishment dell’anima di governo.
BEPPE GRILLO SUONA LA CAMPANELLA
L’URLO
Per Grillo ora è cambiato tutto: «Io urlavo quando c’erano i condannati in Parlamento. Era liberatorio. Ora non serve più». Anche se non riesce a smettere di urlare. Contro chi usa «destra, sinistra, populismo, parole che non significano nulla». Contro chi attacca il Movimento per il piano B del neo ministro Paolo Savona, ovvero l’uscita dall’euro: «Stiamo scherzando? Ce l’hanno tutti hanno un piano B, anche i tedeschi e i francesi».
GRILLO DI MAIO
Contro chi chiama i 5 Stelle «grillini», ai quali dedica un vaffa: «Ho sempre sognato essere un diminutivo». Ammette: «Forse siamo un po’ dilettanti». Scherza o forse dice sul serio: «Tutto è nato da una miopia. Io scherzavo». Avverte la folla: «Girate gli striscioni: da abbasso Mattarella a viva Mattarella». Attacca la sinistra: «Ora saranno di una cattiveria diabolica, non vogliono rassegnarsi. Ma non hanno narrazione, non hanno le parole, non sono riusciti a entusiasmare». Conclude, evocando la campanella del cambio di consegna, che ha suonato all’inizio: «È arrivato un mondo nuovo e noi ci siamo già dentro».
grillo di maio casaleggio