Emanuele Buzzi per www.corriere.it
BEPPE GRILLO MANGIA UN GELATO
Di nuovo lui, il padre nobile. Di nuovo lui, sempre. È così ogni volta, quando serve, lui a dettare la linea. È stato così dopo la prematura scomparsa di Gianroberto Casaleggio e il passaggio del testimone a Luigi Di Maio, è stato così durante la crisi ferragostana e la nascita del governo giallorosso. Sarà così anche per il governo Draghi. Beppe Grillo guiderà la delegazione del Movimento e cercherà di ricomporre quel che resta dei Cinque Stelle.
All’incontro porterà i temi - dalla patrimoniale ai super ricchi all’acqua pubblica - che sono ancora il collante del Movimento. Il garante darà il suo imprimatur. Chi lo ha sentito dice che è «determinato» a appoggiare un governo politico con Draghi. Ma non solo, Grillo darà il suo placet anche al voto su Rousseau per il nuovo esecutivo: un passaggio obbligato per la base Cinque Stelle e per tenere insieme la truppa parlamentare che è a dir poco divisa, sfilacciata.
mario draghi nel 2002
Grillo torna in prima linea per fare da scudo al Movimento, per evitare che si frantumi in un passaggio politico delicato, decisivo, per evitare un governo dei tecnici che spazzi via i Cinque Stelle e mini l’alleanza giallorossa. È sempre stato così: lo scudo di Grillo ogni volta che i suoi figli politici attraversano difficoltà.
Sull’operazione Draghi è in stretto contatto con Di Maio, che nell’assemblea dei parlamentari ha aperto la porta al cambio di direzione del Movimento. Farà sentire la sua voce, che è determinante per gli attivisti. Un ultimo atto prima di affidare i “suoi” Cinque Stelle a una nuova leadership politica, che lui ha chiesto sommessamente da mesi. Ancora una volta prima degli altri, per evitare passi falsi.