MATTEO PUCCIARELLI e GIOVANNA VITALE per “la Repubblica”
pizzarotti grillo
A Parma è tutto pronto per l’invio di una lettera firmata Federico Pizzarotti, destinatario direttamente Beppe Grillo. Il sindaco si è confrontato con i suoi per decidere se dare una sterzata alla propria vicenda in termini rapidi o aspettare settembre: alla fine la scelta è stata di chiedere un chiarimento subito, bypassando il direttorio e rivolgendosi al garante e fondatore del movimento.
luigi di maio pizzarotti
Pizzarotti chiederà regole nuove e precise per i Cinque Stelle e soprattutto una decisione finale in merito alla sua sospensione dal movimento, stabilita oltre due mesi fa. Di sfondo ci sono le elezioni del 2017 a Parma, e Pizzarotti vorrebbe ricandidarsi. Ma con chi? Col M5S o con una lista civica? La sentenza del tribunale di Napoli ha accelerato i tempi, il sindaco è convinto che non ci sia alcun presupposto per espellerlo, ma la freddezza di Luigi Di Maio e degli altri non depone a suo favore.
ROBERTO FICO E LE PIZZE
Fra le altre cose proprio il direttorio ieri si è riunito per capire che contromisure prendere dopo il pronunciamento dei giudici, anche se l’orientamento è quello di prendere tempo e di non cedere di un millimetro rispetto alle espulsioni pregresse. «È possibile ci saranno modifiche al regolamento - conferma il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico - e le valuteremo in modo sereno».
Intanto a Roma Virgina Raggi cerca di ripartire dopo diversi passi falsi. A 12 giorni dalla presentazione ufficiale, oggi la giunta Raggi farà il suo debutto nella Sala delle Bandiere: convocata per la prima volta in Campidoglio a ranghi completi e con un assetto inedito. «Inaugureremo un nuovo modo, rivoluzionario, di guidare la città», annuncia il capogruppo grillino Paolo Ferrara, «tutti e 29 i consiglieri di maggioranza potranno infatti partecipare alle riunioni dell’esecutivo capitolino, ovviamente senza diritto di voto, alla faccia di chi descrive un M5s diviso e in preda alla guerra per bande».
la sindaca virginia raggi
Più che una seduta di giunta, un’assemblea. Che avrà come primo punto all’ordine del giorno le linee programmatiche e l’assestamento di bilancio. La manovra sui conti deve essere approvata entro il 31 luglio e molti, dentro il Movimento, spingono per inserire suito il reddito minimo di cittadinanza. «È previsto nel nostro programma, ma è chiaro che deve essere valutato alla luce della situazione finanziaria del Comune, tenendo conto dei risparmi di spesa che si faranno via via e dell’aumento di alcune entrate», spiega a metà pomeriggio il presidente dell’aula Marcello De Vito.
Una fuga in avanti che però non è piaciuta ai piani alti di Palazzo Senatorio, dove si è subito fatto notare quanto la proposta appaia al momento prematura. Pur ammettendo che mai come adesso alla giunta Raggi servirebbe estrarre un coniglio dal cilindro per uscire dall’angolo nel quale si è cacciata.
ROBERTA LOMBARDI
Non è un caso che la neosindaca abbia trascorso quasi tutto il pomeriggio di ieri con quel che resta del mini-direttorio, riunito per la prima volta dopo l’addio della deputata Roberta Lombardi. Bocche cucite e facce scure, la senatrice Taverna, il consigliere regionale Perilli e l ‘europarlamentare Castaldo sono stati raggiunti in Campidoglio dal deputato Stefano Vignaroli, da subito indicato come favorito alla successione della collega defenestrata.
vignaroli stefano e paola taverna
A dispetto delle facili ironie. «Dalla commedia alla farsa? Nel mindirettorio esce la Lombardi ed entra il compagno della Taverna? Altro che Parentopoli siamo al TinelloRaggi», twitta feroce il senatore dem Stefano Esposito a proposito del legame fra i due componenti dello staff chiamato ad affiancare la sindaca.