Maurizio Giannattasio per il “Corriere della sera”
BEPPE SALA MATTEO SALVINI
Milano Beppe Sala, sindaco di Milano, è lei la persona in grado di far tornare il Pd al governo del Paese?
«Mi sembrava di essere stato chiaro. Evidentemente non lo sono stato. Parlavo di Milano e non di elezioni politiche. Se dovessi decidere oggi che cosa fare non avrei dubbi: andrei verso la ricandidatura. Ma per serietà prenderò la mia decisione a settembre dell' anno prossimo. Al di là di ciò non vedo alternative credibili a quello che sto facendo. La verità è che il mio lavoro mi piace da matti e sto bene nei panni in cui sto».
BEPPE SALA MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA MILANO
Eppure il segretario del Pd Zingaretti punta su di lei e su Milano.
«Mi fa piacere che Milano abbia un ruolo e lo si vede dal fatto che la chiusura della campagna elettorale sia stata fatta qui e che 4 su 5 dei candidati eletti in Europa nella nostra circoscrizione siano milanesi. Riconosco che le parole di Zingaretti sono un atto di fiducia, ma posso garantire che non ne abbiamo mai parlato, neanche lontanamente. Immagino che anche lui sia consapevole che oggi non ci sarebbero le condizioni».
beppe sala al gaypride 2018
Il dato politico però rimane. Finalmente Milano e il modello che lo governa trovano una sponda a Roma.
«Dal mio punto di vista fa molta più politica il sindaco di Milano che tanti ministri. Ma da politico spesso sono deluso dai temi che la politica propone, come il referendum già deciso in partenza su Di Maio. O la superficialità delle ricette a colpi di tweet. Se la politica si facesse solo su Twitter sarei morto. Il governo va avanti a slogan ma poi non fa nulla».
NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI
Quali temi sono stati dimenticati?
«Negli States, Trump e democratici si scannano, ma su questioni cruciali come l'ambiente c'è un dibattito straordinario. Da noi niente. E anche sulla rivoluzione digitale che non viene cavalcata sarà un disastro... Abbiamo creduto per quasi un decennio che stesse accadendo un fenomeno tecnico, una trasformazione linguistica, un'evoluzione degli strumenti di informazione. Stavamo sbagliando. Il digitale sta cambiando tutto, in primis il mondo del lavoro. Non dobbiamo subire la cosa, ma governarla».
carlo calenda (2)
Da sindaco sarebbe pronto a partecipare alle primarie per il candidato premier del centrosinistra?
«No, ho un impegno con Milano fino al termine del mandato. Ho davanti 2 anni di lavoro e non verrei mai meno alla promessa fatta ai milanesi di impegnarmi anima e corpo fino a metà del 2021».
Calenda guarda al centro. Lei ritiene che ci sia spazio a sinistra del Pd. Chi ha ragione tra voi due?
«Probabilmente c' è uno spazio verso il centro e verso i moderati, progetto in cui io non mi riconosco molto. È lo spazio che vorrebbe occupare Calenda».
Con un partito?
«Mi sembra un circolo vizioso. Calenda dice che lo fa ma lo fa in accordo con il Pd. Come fa Zingaretti il giorno dopo delle elezioni il cui scopo è stato quello di allargare il Pd a dire di sì a Calenda? Detto questo, ognuno si assuma il coraggio delle proprie azioni, ma ritengo difficile un' operazione del genere».
Lo spazio a sinistra?
«Ritengo ci sia uno spazio che parli ai tanti a cui la sinistra non riesce più a parlare, penso ai giovani sensibili alle questioni ambientali. È uno spazio mai occupato. Ma servono interpreti capaci».
giuseppe sala matteo renzi
Si riferisce allo scarso bottino dei Verdi?
«I Verdi devono prendersi la responsabilità storica di non essere stati credibili. Non mi convincerò mai che gli italiani siano insensibili ai temi ambientali incrociati a quelli sociali. Lo spazio c'è ed è quello che mi interessa di più. Oggi me ne posso occupare direttamente solo a livello locale, ma vedrei con favore e interesse la nascita di un movimento politico su questi temi».
Elezioni anticipate?
«Difficile dirlo perché dipende dalla relazione tra Lega e i 5 Stelle. Non leggo la volontà di andare a una crisi. Lo si vede dalla rapidità con cui hanno gestito la questione Rixi. E poi bisogna capire come la pensa il Quirinale. Vedo elezioni più nel 2020 che nel 2019».
Prenderà la tessera del Pd?
beppe sala matteo renzi
«No. Per due motivi. Primo perché mi sono proposto ai milanesi come sindaco senza tessera ed è giusto che fino alla fine sia così. Secondo: credo che ci sia un mutuo vantaggio. Io posso fare il sindaco con meno pressione del partito. E al Pd fa comodo avere un sindaco leale che valorizza la sua indipendenza. Le battaglie politiche si possono fare a prescindere dalla tessera. Sarò in prima fila a combattere la flat tax perché la progressività è una conquista della sinistra».
Matteo Renzi e la tentazione di fare un suo partito. È d'accordo?
«Vorrei che non ci fossero più misunderstanding con Renzi. Quando parlo di lui cerco di essere il più sincero possibile e questo crea tensioni. Pur riconoscendo il suo valore gli suggerisco però di aspettare perché recuperare credibilità nell' elettorato richiede del tempo. Spero che non si arrabbi perché lo ritengo un protagonista importante della politica».