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    BERGOGLIO SCRIVE E I CANONISTI CORREGGONO - L'ARCIVESCOVO JUAN IGNACIO ARRIETA, SEGRETARIO DEL DICASTERO DEI TESTI LEGISLATIVI CHE, FORMULA L'INTERPRETAZIONE AUTENTICA DELLE LEGGI DELLA CHIESA, IN UNA  INTERVISTA AL QUOTIDIANO LA RAZÓN, SI LASCIA SFUGGIRE CHE “LO SPIRITO RIFORMATORE DI FRANCESCO COMPLICA LA VITA DEI CANONISTI” - DON FILIPPO DI GIACOMO: “IN EFFETTI LA SESSANTINA DI ATTI LEGISLATIVI DATI MOTU PROPRIO DA PAPA FRANCESCO PRESENTA INCONGRUENZE E NONSENSE GIURIDICI TALI DA OBBLIGARE A UNA LORO RISCRITTURA CONFORME ALL'ORDINAMENTO CANONICO..."


     
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    Estratto dell’articolo di Filippo Di Giacomo per “il Venerdì - la Repubblica”

     

    JUAN IGNACIO ARRIETA JUAN IGNACIO ARRIETA

    Quarant'anni fa entrava in vigore il Codice di diritto canonico attualmente vigente. […] «Il Codice del 1983 incorpora il Concilio Vaticano II nei suoi aspetti essenziali. Dire che è obsoleto è come dire che il Vaticano II è obsoleto». L'osservazione è dell'arcivescovo Juan Ignacio Arrieta, segretario del dicastero dei testi legislativi che, sulla carta, formula l'interpretazione autentica delle leggi della Chiesa, esamina l'eventuale presenza di lacunae legis, verifica aggiornamenti della normativa e ne suggerisce gli emendamenti.

    bergoglio papa francesco bergoglio papa francesco

     

    In una […] intervista […] al quotidiano La Razón, il presule si lascia sfuggire almeno due osservazioni. […] conferma che «lo spirito riformatore di Francesco complica la vita dei canonisti». In effetti la sessantina di atti legislativi dati motu proprio da papa Francesco, e di cui il dicastero preposto ha preso atto dalla stampa, presentano incongruenze e nonsense giuridici tali da obbligare a una loro riscrittura conforme all'ordinamento canonico e soprattutto alle indicazioni del Vaticano II.

    don filippo di giacomo foto di bacco (2) don filippo di giacomo foto di bacco (2)

     

    Arrieta fa poi sapere che i canonisti non si stanno applicando sulla figura del Papa Emerito, ma su quale prassi adottare «nel caso in cui un papa non possa ricoprire la carica per motivi di età o malattia. È una questione che rientra in qualunque costituzione di un Paese: la dichiarazione di incapacità di un re o del presidente di una Repubblica. Non dovrebbe scioccare nessuno regolamentarlo, ma deve essere fatto al momento giusto in modo che nessuno si innervosisca». È un segno?

     

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