Da "la Stampa"
Anticipiamo un estratto della conversazione - che si è svolta a porte chiuse - tra Jorge Mario Bergoglio e 53 confratelli gesuiti slovacchi durante il viaggio papale a Budapest e Bratislava (12-15 settembre). Il testo integrale del dialogo è consultabile sulla rivista della Compagnia di Gesù La Civiltà Cattolica, a firma del direttore padre Antonio Spadaro (online a partire da questa mattina). Il Pontefice, nonostante la stanchezza per i vari impegni della visita apostolica, è allegro e sempre pronto alla battuta, e non si sottrae ad alcuna domanda. Affronta temi spinosi, medita sulla Chiesa del presente e del futuro, parla della sua salute e riflette anche sui suoi oppositori, dichiarati o nascosti.
padre antonio spadaro
Testo di Antonio Spadaro
Bratislava, domenica 12 settembre 2021 ore 17,30. Papa Francesco ha appena concluso in Nunziatura l'incontro con i rappresentanti del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Il tempo di sistemare le sedie, ed ecco 53 gesuiti slovacchi prendono posto nella sala. Francesco entra e saluta: «Buonasera e benvenuti! Grazie per questa visita. Non sapevo che ci fossero tanto gesuiti qui in Slovacchia. Si vede che "la peste" si espande dappertutto».
Il gruppo scoppia in una risata. Francesco chiede domande perché, afferma provocando nuovamente una risata, «io davvero non me la sento di fare un discorso ai gesuiti». E prosegue: «Ecco aspetto le domande. Buttate il pallone al portiere. Dai!». Un gesuita chiede: «Come sta?». «Ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene. Fare quell'intervento chirurgico è stata una decisione che io non volevo prendere: è stato un infermiere a convincermi. Gli infermieri a volte capiscono la situazione più dei medici perché sono in contatto diretto con i pazienti».
papa francesco 4
Uno dei presenti esordisce dicendo: «Io sono due anni più giovane di lei» e il Papa risponde alla battuta: «ma non sembra! Tu ti trucchi!». E gli altri ridono. Prosegue: «Nel 1968 sono entrato nella Compagnia di Gesù da profugo. Sono stato membro della Provincia svizzera per 48 anni, e ora da 5 anni sono qui. Ho vissuto in Chiese molto diverse. Oggi vedo che molti vogliono tornare indietro o cercano certezze nel passato. Sotto il comunismo ho sperimentato la creatività pastorale. Alcuni addirittura dicevano che non si poteva formare un gesuita durante il comunismo, ma altri invece lo hanno fatto e noi siamo qui. Quale visione di Chiesa possiamo seguire?».
papa francesco 1
«Tu hai detto una parola molto importante, che individua la sofferenza della Chiesa in questo momento: la tentazione di tornare indietro. Stiamo soffrendo questo oggi nella Chiesa: l'ideologia del tornare indietro. È una ideologia che colonizza le menti. Non è un problema davvero universale, ma piuttosto specifico delle Chiese di alcuni Paesi. La vita ci fa paura. La libertà ci fa paura. In un mondo che è così condizionato dalle dipendenze e dalla virtualità ci fa paura essere liberi.
papa francesco oltre la tempesta
Nell'incontro precedente prendevo come esempio Il grande inquisitore di Dostoevskij: trova Gesù e gli dice: «Perché hai dato la libertà? È pericolosa!». L'inquisitore rimprovera Gesù di averci dato la libertà: sarebbe bastato un po' di pane e nulla di più. Per questo oggi si torna al passato: per cercare sicurezze. Ci dà paura celebrare davanti al popolo di Dio che ci guarda in faccia e ci dice la verità. Ci dà paura andare avanti nelle esperienze pastorali. Penso al lavoro che è stato fatto - padre Spadaro era presente - al Sinodo sulla famiglia per far capire che le coppie in seconda unione non sono già condannate all'inferno. Ci dà paura accompagnare gente con diversità sessuale. Questo è il male di questo momento.
papa francesco gioca a biliardino
Cercare la strada nella rigidità e nel clericalismo, che sono due perversioni. Oggi credo che il Signore chieda alla Compagnia di essere libera, con preghiera e discernimento. È un'epoca affascinante, di un fascino bello, fosse anche quello della croce: bello per portare avanti la libertà del Vangelo. La libertà! Occorre stare attenti e vigilare. Uno dei presenti ricorda che il Papa parla spesso delle colonizzazioni ideologiche che sono diaboliche. Fa riferimento, tra le altre, a quella del «gender».
Luis Antonio Gokim Tagle bergoglio
L'ideologia ha sempre il fascino diabolico, come dici tu, perché non è incarnata. In questo momento viviamo una civiltà delle ideologie, questo è vero. Dobbiamo smascherarle alle radici. La ideologia del «gender» di cui tu parli è pericolosa, sì. Così come io la intendo, lo è perché è astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente a piacimento se e quando essere uomo o donna. L'astrazione per me è sempre un problema. Questo non ha nulla a che fare con la questione omosessuale, però. Se c'è una coppia omosessuale, noi possiamo fare pastorale con loro, andare avanti nell'incontro con Cristo.
BERGOGLIO ALL ANGELUS
Quando parlo dell'ideologia, parlo dell'idea, dell'astrazione per cui tutto è possibile, non della vita concreta delle persone e della loro situazione reale. Un gesuita ringrazia il Papa per le sue parole dedicate al dialogo ebraico-cristiano. Il dialogo va avanti. Bisogna assolutamente evitare che ci siano interruzioni, che il dialogo si spezzi, si interrompa per fraintendimenti, come a volte accade.
Lei come affronta la gente che la guarda con sospetto?. Per esempio, c'è una grande televisione cattolica che continuamente sparla del Papa senza porsi problemi. Io personalmente posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo. Io l'ho anche detto ad alcuni di loro. Sì, ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto.
papa francesco 1
A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo. Lì non posso far nulla. Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie. Alcuni mi accusavano di non parlare della santità. Dicono che parlo sempre del sociale e che sono un comunista. Eppure ho scritto una Esortazione apostolica intera sulla santità, la Gaudete et Exsultate. Io vado avanti, non perché voglia fare la rivoluzione. Faccio quello che sento di dover fare. Ci vuole molta pazienza, preghiera e molta carità.
bergoglio vescovi