Salvatore Cernuzio per www.lastampa.it
papa bergoglio
O è «in uscita» oppure la Chiesa si «ammala». E si ammala di quei «mali» che si traducono in vizi e scandali che allontanano i fedeli. E se nel suo uscire, finisce coinvolta in qualche incidente, ben venga: «Meglio una Chiesa incidentata, che ammalata di chiusura». Dalla finestra del Palazzo apostolico, per l’Angelus in piazza San Pietro, Papa Francesco torna a rilanciare il messaggio fulcro della Evangelii Gaudium, l’enciclica road map del suo pontificato.
Nella catechesi, il Pontefice si sofferma sul Vangelo odierno che riporta la parabola dei lavoratori chiamati a giornata dal padrone della vigna, al quale viene dato un eguale compenso nonostante qualcuno abbia lavorato più dell’altro. È un racconto, riflette Francesco, che «ci mostra il sorprendente modo di agire di Dio», rappresentato da due atteggiamenti: «la chiamata e la ricompensa».
papa bergoglio
La chiamata, perché l’immagine «toccante» del padrone che esce cinque volte in piazza e chiama gente a lavorare per lui «rappresenta Dio che chiama tutti e chiama sempre». «Dio agisce così anche oggi: continua a chiamare chiunque, a qualsiasi ora, per invitare a lavorare nel suo Regno. Questo è lo stile di Dio, che a nostra volta siamo chiamati a recepire e imitare. Egli non sta rinchiuso nel suo mondo, ma “esce”: Dio è sempre in uscita, cercando noi. Non è rinchiuso… “Esce” continuamente alla ricerca delle persone, perché vuole che nessuno sia escluso dal suo disegno d’amore», assicura il Papa.
«Anche le nostre comunità - sottolinea - sono chiamate ad uscire dai vari tipi di “confini” che ci possono essere, per offrire a tutti la parola di salvezza che Gesù è venuto a portare. Si tratta di aprirsi ad orizzonti di vita che offrano speranza a quanti stazionano nelle periferie esistenziali e non hanno ancora sperimentato, o hanno smarrito, la forza e la luce dell’incontro con Cristo».
bergoglio
Bergoglio alza gli occhi dal testo scritto: «La Chiesa dev’essere come Dio, sempre in uscita. Dio esce sempre, perché è padre, perché ama», dice. «Quando la Chiesa non è in uscita si ammala, di tanti mali che abbiamo nella Chiesa. E perché queste malattie? Perché non è in uscita. È vero che quando uno esce c’è il pericolo di un incidente, ma è meglio una Chiesa incidentata, per uscire, annunziare il Vangelo, [piuttosto] che una Chiesa ammalata da chiusura». Parole che richiamano inevitabilmente alla mente la vicenda di don Roberto Malgesini, il sacerdote di Como ucciso da un immigrato, uno dei tanti rappresentanti del «popolo della strada» al quale da anni prestava aiuto.
Francesco riflette poi sul secondo atteggiamento del padrone della parabola, la ricompensa: l’uomo ordina di dare a tutti la stessa paga, un denaro, anche a quelli che hanno lavorato fin dal mattino che infatti sono «sdegnati». Ma «Dio si comporta così: non guarda al tempo e ai risultati, ma alla disponibilità e alla generosità con cui ci mettiamo al suo servizio. Sempre Dio paga il massimo, non rimane a metà pagamento».
papa francesco con la divinita' pagana pachamama
«Il suo agire è più che giusto, nel senso che va oltre la giustizia e si manifesta nella Grazia. Tutto è grazia. Egli ci elargisce più di quanto noi meritiamo». E allora, «chi ragiona con la logica umana, cioè quella dei meriti acquistati con la propria bravura, da primo si trova ultimo. Invece, chi si affida con umiltà alla misericordia del Padre, da ultimo si trova primo».
«Ricordiamo chi è stato il primo santo canonizzato nella Chiesa: il buon ladrone. Ha rubato il cielo nell’ultimo momento della vita. Questo è grazia, così è Dio! Anche con tutti noi…», dice il Papa a braccio. «Invece chi cerca di pensare ai propri meriti fallisce; chi si affida con umiltà alla misericordia del Padre da ultimo come il buon ladrone si trova primo».
papa francesco battezza 2
Dopo l’Angelus, il Papa ricorda che nei giorni scorsi avrebbe dovuto svolgersi il Congresso Eucaristico a Budapest, rinviato a causa della pandemia. Rivolge quindi un saluto tutti coloro che «aspettavano con fede e con gioia questo evento ecclesiale» in Ungheria, rassicurandoli sul fatto che esso si terrà dal 5 al 12 settembre 2021, sempre a Budapest. «Proseguiamo spiritualmente uniti il cammino di preparazione trovando nell’eucarestia la fonte della vita e della missione della Chiesa».
Infine, il Papa ricorda la 96esima Giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che ricorre oggi sul tema “Alleati per il futuro”. Prima incoraggia «a sostenere questa importante istituzione culturale» che «ha saputo aprire la porta del futuro a molte generazioni di giovani». Poi lancia un appello: «È importante che le nuove generazioni siano formate alla cura della dignità umana e della casa comune».
papa francesco
Anche il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, ha inviato per la ricorrenza un messaggio all’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, presidente dell’Istituto di Studi Superiori “Giuseppe Toniolo”. Nella missiva il cardinale ricorda i mutamenti ai quali la pandemia di Covid-19 ha costretto anche il mondo universitario, poi indica le prospettive su cui l’Ateneo fondato da padre Agostino Gemelli deve lavorare per «dare una svolta significativa al cammino dell’umanità». Ovvero «saper tessere trame feconde con il tessuto sociale ed ecclesiale; valorizzare i doni di tutti e costruire sinergie che favoriscano una vera educazione integrale; sviluppare progettualità di grande respiro nazionale e internazionale che sappiano alimentare il dialogo, la solidarietà e la condivisione».
bergoglio con gonzalo aemilius
Parolin incoraggia l’Ateneo - che celebra il suo centenario - a perseguire l’obiettivo di sempre di «formare personalità cattoliche capaci di incidere nella storia del Paese e di contribuire alla missione della Chiesa». Personalità che «con cuore sapiente, mente illuminata, mani operose e solida fede siano capaci di accompagnare l’umanità verso un futuro sostenibile e migliore». Oggi sono più che mai necessarie.