Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
alfred bauer 1
È dal 1987 che il Festival Internazionale del Cinema di Berlino onora la memoria del suo primo direttore, Alfred Bauer, con l' Orso d' argento a lui intitolato e assegnato alle opere «che aprono nuove prospettive sull' arte cinematografica».
shirley maclaine con alfred bauer nel 1971
Ma ieri la Berlinale, quest' anno alla settantesima edizione con un italiano, Carlo Chatrian, come direttore artistico, ha annunciato che il premio Bauer è stato sospeso. Meglio tardi che mai, dopo che Die Zeit ha rivelato che Bauer era stato un «alto funzionario della burocrazia del cinema nazista», membro del partito e delle SA, la milizia hitleriana, fidato collaboratore di Joseph Goebbels, capo della propaganda del Reich.
SOFIA LOREN CON L'EX DIRETTORE DELLA BERLINALE ALFRED BAUER
Com' è stato possibile che il festival berlinese sia rimasto così a lungo all' oscuro del passato ignominioso di Bauer, al punto da celebrarlo dopo la morte, avvenuta nel 1986, con un premio che negli anni è andato fra gli altri a Andrzej Wajda e Alain Resnais? Perché di tutte le istituzioni e le grandi aziende tedesche che hanno affrontato la Vergangenheitsbewältigung , i conti con il passato, indagando e svelando rapporti e complicità con il regime nazista, proprio la Berlinale, che si è sempre voluta illuminata e progressista, è clamorosamente morosa?
orso di berlino
Né fa miglior figura la Deutsche Kinemathek, che per i 70 anni aveva programmato l' uscita di un tomo dello storico Rolf Aurich dedicato proprio a Bauer e agli esordi del festival, che diresse dal 1951 al 1976. Aurich, pur avendo avuto a disposizione i nuovi documenti visionati da Die Zeit , ha preferito ignorarli. Ma dopo le rivelazioni del settimanale diretto da Giovanni di Lorenzo, la pubblicazione è stata rinviata sine die.
Joseph Goebbels
Scoperta negli archivi federali da un appassionato di storia del cinema, che l' ha consegnata al giornale di Amburgo, la documentazione su Bauer include fra le altre cose un rapporto del 1942, scritto dal Gauleiter di Mainfranken, in Bassa Baviera, dove viene descritto come «zelante membro delle SA» dal «perfetto comportamento politico» dal quale «si attende anche per il futuro un impegno completo per lo Stato e il movimento.
Heil Hitler!». Il documento fu decisivo per la nomina di Bauer a «Referent» della Reichsfilmintendanz, la cabina di comando dell' intera politica cinematografica del Reich.
alfred bauer
In particolare Bauer decideva quali attori, registi e cineoperatori dovevano essere impiegati nella produzione dei film fondamentali per la propaganda bellica. Di più, nel 1944, con l' assenso di Goebbels, egli svolse per alcuni mesi ad interim le funzioni di vice-sovrintendente, quando la «Entjudung», la de-ebreizzazione della cultura tedesca, era al culmine del suo sforzo distruttivo.
Eppure, finita la guerra, Bauer riuscì a ingannare tutti.
gerhard schroder alfred bauer nel 1956
Sottoposto alle verifiche di «denazistizzazione» egli «ridimensionò e mentì sistematicamente sulle sue responsabilità». Prima negò di essere stato membro delle SA e del partito, poi lo ammise spiegando di avere avuto ruoli marginali, infine dichiarò il falso (come provano i documenti) sostenendo di essere uscito dalla milizia già nel 1938 e dalla NSDAP nel 1943.
alfred bauer tra hans vogt e willy brandt
alfred bauer con gina lollobrigida nel 1965
Ma la cosa più incredibile è che Bauer riuscì perfino a spacciarsi per antifascista sotto traccia. Come? Facendo dichiarare (con la medesima frase) a persone come la sua segretaria o il suo barbiere, che a loro confidava la sua avversione al regime. Fatto è che nel 1951, appena sei anni dopo la «Stunde Null», l' ora zero, Bauer si ritrovò immacolato alla guida del festival di Berlino, pietra miliare del nuovo inizio culturale della città. Ci sarebbe rimasto per un quarto di secolo, accogliendo stelle come Sophia Loren, Gina Lollobrigida e Burt Lancaster. Qualche approfondimento in più, oltre la doverosa sospensione del premio a suo nome, sarebbe gradito.
triumph of the will 1934 joseph goebbels