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    1. BERLUSCONI ACCOGLIERÀ NELLE SUE FILE GLI “IMPRESENTABILI”? O IL SUO PRESUNTO VETO È SOLO UN GIOCO PER METTERE NELLA TESTA DEGLI ELETTORI CHE LUI VUOLE FARE PULIZIA? 2. BUONA MOSSA QUELLA DEL PD DI LANCIARE UN SEGNALE DI DISTENSIONE A MONTIMER (E INIZIARE A PROGETTARE IL FUTURO GOVERNO): UN INTERVISTONE AL SILENZIATO FASSINA IN PRIMA PAGINA DEL ‘’FINANCIAL TIMES’’, CHE LANCIA UN RAMOSCELLO D’ULIVO AL PROFESSORE E SBANDIERA EUROPEISMO QUANTO BASTA. COSÌ IL MESSAGGIO “SIAMO PRONTI A GOVERNARE INSIEME” ARRIVA A CHI DEVE ARRIVARE - MERCATI E POTENTONI EUROPEI - SENZA INCASINARE TROPPO LA BASSA MACELLERIA ELETTORALE 3. MENO BENE QUANDO BERSANI ACCETTA DI DISCUTERE DELLA LEADERSHIP CON I CENTRISTI: RISCHIA DI CERTIFICARE LE DIFFICOLTÀ AL SENATO E DI PERDERE L’APPEAL DEL VINCENTE. NON È ANCORA IL MOMENTO PER LUI DI METTERE NELL’AGENDA IL TEMA DELLE ALLEANZE


     
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    BERSANI, BERLUSCONIBERSANI, BERLUSCONI

    Spin Doctor per Dagospia

    Hai voglia a lamentarti per la mancanza di contenuti in campagna elettorale. Che piaccia o no, le scelte politiche si fanno anche su simboli, alleanze e persone. Ed ecco che, dopo le prime schermaglie su Agenda Monti e IMU, l'attenzione si sposta sull'analisi delle liste e dei simboli di partito. E non è un caso che anche nello stesso sito di Scelta Civica il link all'agenda Monti sia scivolato in fondo alla pagina, mentre in pole position si trovano i link ai loghi e alle liste e soprattutto alla raccolta di adesioni e firme.

    berlusconi bersaniberlusconi bersani

    Liste dicevamo: sono i giorni in cui si spulciano i nomi dei nominati. Guai a non coglierne l'importanza anche comunicativa: presentare i nomi in anticipo è segno di trasparenza, e costringe gli altri ad inseguire. Oggi l'agenda sui nomi è dettata da Berlusconi. Accoglierà nelle sue file gli "impresentabili"? O il suo presunto veto è solo un gioco per mettere nella testa degli elettori che lui vuole fare pulizia? Lo vedremo nelle prossime ore.

    C'è molto dibattito tra gli osservatori sulla scelta di mettere il proprio nome nel simbolo elettorale. Culatello se ne fa un vanto di non essere caduto in personalismi. Ma è una mosca bianca e, comunque, di facce di Gargamella (lo ricordate il cattivo dei Puffi?) sono piene tutte le città italiane. Il personalismo è un male dei nostri tempi, ma d'altra parte cadute le ideologie e messi sotto il tappeto i programmi non resta che puntare sulla simpatia umana, sulla verve, sulla capacità mediatica. E su questo il Cavalier Pompetta batte tutti, ma anche Casini ha mostrato di sapere il fatto suo.

    Il week end è stato un giorno di parziale riposo per Monti e Bersani: nessuna grande apparizione televisiva, nessuna dichiarazione roboante. Spazio alle seconde linee, con Casini e Vendola a portare acqua alle proprie coalizioni o, meglio, ai propri simboli. Solo il Banana batte il ferro a più non posso: ha capito che solo mettere la sua faccia ovunque può far risalire la china alla sua coalizione.

    piero fassinopiero fassino Nicola Cosentino e BerlusconiNicola Cosentino e Berlusconi

    D'altronde lo diceva anche Churchill: "...non cercare di essere sottile o intelligente. Agisci come una trivella. Colpisci il punto una volta. Poi torna e colpire di nuovo. E poi una terza - un colpo tremendo." Ed eccolo il Cavalier Trivella, che batte i suoi colpi da Giletti, Gruber e Santoro. E continua a battere anche in salotti meno visibili (ieri su Raitre a Telecamere).

    Buono spin quello scelto dal PD per lanciare un segnale di distensione a Montimer (e iniziare a progettare il futuro governo): un intervistone al silenziato Fassina in prima pagina del Financial Times, che lancia un ramoscello d'ulivo al professore e sbandiera europeismo quanto basta. Così il messaggio "siamo pronti a governare insieme" arriva a chi deve arrivare - mercati e potentoni europei - senza incasinare troppo la bassa macelleria elettorale. Ogni messaggio ha il suo codice ideale.

    Bene Bersani che, scopiazzando Obama, annuncia di iniziare la campagna elettorale tra i diciottenni: il tema giovani era stato finora lasciato da parte dopo la sconfitta di Renzi. E invece è un buon capitolo da aprire: se è vero che i giovani sono pochi e non votano, è anche vero che mamma e papà quando votano pensano ai figli. Se poi introducesse nei suoi discorsi qualche accenno ai mestieri di domani, alla formazione, alle tecnologie il Culatello darebbe anche maggior senso alla sua azione dimostrativa.

    Antonio IngroiaAntonio Ingroia PIERO GRASSOPIERO GRASSO

    Meno bene però quando il leader piddino accetta di discutere della leadership con i centristi: così rischia di certificare le difficoltà al Senato e di perdere l'appeal del vincente. Non è ancora il momento per lui di mettere nell'agenda comunicativa il tema delle alleanze.

    Primi segni di vita da Ingroia, che però sbaglia a rincorrere Vendola: per ritagliarsi uno spazio deve piuttosto distinguersi dalla sinistra. E poi un consiglio: faccia un corso di public speaking! Le nuove toghe - lui e Grasso - si stanno dimostrando piuttosto imbarazzanti in tv e nei discorsi in pubblico.

     

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