Anna Maria Greco per “il Giornale”
Berlusconi e Ghedini
Silvio Berlusconi era a Palazzo Grazioli insieme a Niccolò Ghedini quando hanno informato il suo legale e deputato che il 22 novembre ci sarà l’attesa e unica udienza sulla Severino, di fronte alla Gran Camera della Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo. Una buona notizia. Il Cavaliere era soddisfatto e convinto di avere buone chances che sia accolto il ricorso presentato a settembre 2013. Se così fosse e se davvero si andrà alle urne in primavera, archiviato il voto anticipato, potrebbe candidarsi di nuovo da leader di Fi e del centrodestra.
paola severino
«I tempi ci sono - spiega Ghedini al Giornale-, anche se speravamo che l’udienza fosse fissata prima. È vero che in media si attende 6 mesi, ma credo che di fronte ad una scadenza elettorale ravvicinata si avrà una pronuncia prima». E sarà quella definitiva, visto che si tratta dell’unico e più alto grado di giudizio a Strasburgo.
Il ricorso di Berlusconi contesta l’applicazione retroattiva della legge Severino che, dopo la condanna definitiva dell’agosto 2013 per frode fiscale, ha portato alla sua decadenza da senatore e all’incandidabilità per 6 anni, cioè fino al 2019. Secondo i legali dell’ex premier la norma del governo Monti violerebbe l’articolo 7 della Convenzione europea, perché l’applicazione in tema di incandidabilità e decadenza del ricorrente «è contraria al divieto di retroattività delle sanzioni penali».
CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA
E tali sono, non sanzioni amministrative, alla luce dei cosiddetti «criteri Engel» utilizzati dalla Corte europea. Sarebbe violato anche l’art. 3 del Protocollo n. 1, sul diritto a libere elezioni; l’art. 14, sul divieto di discriminazione e l’art. 13, sul diritto a un rimedio efficace. Berlusconi, dunque, ha fiducia in un verdetto positivo dei 17 giudici della Gran Camera, che rappresenti la sua riabilitazione e gli consenta di tornare in prima fila nella prossima gara elettorale.
CORTE STRASBURGO
Anche dal punto di vista mediatico una sentenza favorevole avrebbe un grande impatto. Il 13 giugno il leader di Fi e i suoi difensori hanno avuto una conferma dell’autoapplicabilità della sentenza della Corte europea, che alcuni studiosi di diritto mettono in discussione. Sul «Quotidiano giuridico» è stata infatti pubblicata una nota del consigliere di Cassazione Alessio Scarcella che, proprio esaminando il suo caso, scrive che la decisione spetterà alla Grande Camera e non è possibile prevederne l’esito, ma una cosa si sa. «Certo è che in caso di esito favorevole del ricorso - secondo l’alto magistrato - la decisione avrà l’effetto di restituire al noto uomo politico il diritto a ricandidarsi subito senza necessità di dover attendere i 6 anni previsti per legge».
berlusconi al seggio elezioni regionali
Per far valere questo diritto, se il ricorso sarà accolto, ci saranno due strade. «O si chiede ad un giudice - spiega Ghedini - di dichiarare la candidabilità, o ci si presenta e l’ufficio elettorale potrà accogliere la candidatura, riconoscendo immediatamente applicabile la sentenza di Strasburgo; o respingere l’iscrizione alle liste elettorali. In questo caso ci si rivolgerà poi al giudice».
Il giorno della verità sarà, dunque, il 22 novembre e già qualcuno ricorda la stessa data del 1994, quando l’allora premier ricevette alla conferenza mondiale sulla lotta alla criminalità di Napoli l’invito a comparire dei pm di Milano, per la vicenda delle tangenti alla Guardia di Finanza, che finì con l’assoluzione. Questo 22 novembre potrebbe essere quello della sua rivincita. L’animo di Berlusconi è più leggero, e così in serata va a festeggiare il compleanno della giovane deputata pugliese Elvira Savino, nel centro di Roma, a Palazzo Dama.