Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano
gianfranco d'angelo
A 81 anni Gianfranco D' Angelo plana sulla vita, leviga i ricordi, al troppo piacevole o troppo doloroso, preferisce un sorriso sornione; così parla, racconta, ricostruisce con l' atteggiamento perenne del bicchiere mezzo pieno, quando errori e successi si intrecciano senza rancori o reali rimpianti. "Penso sia giusto, sono partito come dipendente della Sip (allora l' azienda di telefonia statale) negli Anni Sessanta, e poco più di vent' anni dopo mi sono potuto togliere pure lo sfizio di una Ferrari. E quanto mi sono divertito".
Il suo periodo migliore?
Sotto il piano professionale, sicuramente i cinque anni di Drive in: avevamo costruito una famiglia, stavamo sempre insieme, condividevamo tutto, in alcuni casi abbiamo subito una piacevole regressione adolescenziale.
gianfranco d'angelo
(...)
Con Greggio vi frequentate ancora?
Ogni tanto ci sentiamo, ma è troppo impegnato con i suoi affari, adesso è un imprenditore, non ha tempo.
E con gli altri della trasmissione?
Ogni tanto. Qualche mese fa mi hanno contattato: "Perché non organizziamo una serata di Drive in, trent' anni dopo?".
Ha accettato?
Subito, l' idea mi diverte e senza malinconia, poi ci saranno tutti, da Sergio Vastano a Tini Cansino. Appuntamento l' 11 novembre a Mantova
Gli altri di quel gruppo, oltre a lei e Greggio, non hanno costruito una grande carriera
Dice? Forse è così, però non vanno dimenticati Massimo Boldi e Teo Teocoli, due grandi.
Berlusconi in quel periodo
Un vero imprenditore, seguiva qualunque fase di lavorazione, un' energia mai più vista da nessuno.
Lei aveva accesso alle cene di Arcore
Vero. Quando le organizzava, Berlusconi si raccomandava: "Porta anche le donne con il seno prosperoso?"
gianfranco d'angelo
Tini Cansino e le altre del Drive in
Esatto. Arrivavamo e lui iniziava con battute, barzellette e una lunga serie di "benvenuti".
Il repertorio da corteggiatore.
Sì, era un vero galletto. Ma divertente. Aspetti, anticipo la sua domanda
Quale?
Se c' era un "dopo"
Esatto.
Non mi interessa. Davanti a me ho visto solo le fasi ufficiali, quelle di una cena piacevole, e come tante, per il post non garantisco nulla, fatti loro. Io me ne andavo.
Berlusconi l' ha mai censurata?
In realtà no, magari qualche richiesta di smussare delle parodie, ma senza particolare convinzione; lui era un vero imprenditore e badava più ai risultati.
Cosa voleva smussare?
Per le mie imitazioni Giovanni Spadolini (allora ministro della Difesa) per protesta inviò una lettera al Corriere della Sera; mentre Gianni De Michelis (a quel tempo uno dei big socialisti) chiamò direttamente Silvio: "Piantatela di rompere, smettetela di attaccare il Psi".
Risultato?
Quattro mesi dopo lo stesso De Michelis mi fece chiamare dalla sua segretaria: "L' onorevole la vorrebbe a Venezia per chiudere il suo comizio". Non ci sono andato, però mi sono sembrati dei matti.
gianfranco d'angelo fenech
Altri problemi con la politica?
Una volta, ai Telegatti, portai una parodia di Giulio Andreotti; la rete quasi nel panico, guai a toccarlo, lo stesso Berlusconi mi prese da parte: "Mi vuoi far chiudere?". Invece venne lui stesso da me, con la sua andatura, la celebre gobba, e con atteggiamento sicuro del suo ascendente verso il prossimo, mi disse: "Va bene mi piace" (...)
Invece con la Fenech è rimasto in buoni rapporti?
Non siamo mai stati veramente amici, come le dicevo prima, era di un altro livello, un po' se la tirava, bravissima a gestire la situazione, la padroneggiava e credeva molto nelle sue doti. Inoltre era la fidanzata del produttore, quindi zitti tutti.
Lei e Greggio siete stata la prima coppia di "Striscia la notizia".
Ed è incredibile la genesi del programma. Così. Dal nulla. Un giorno arriva Antonio Ricci, e come se niente fosse: "Perché non proviamo una striscia d' informazione ironica?". Il botto arrivò già dalla prima puntata.
Per lei il primo anno, e poi niente
Una cavolata mia.
Su cosa?
Scelsi il teatro, il palco, le persone vere davanti a me. Mentre Berlusconi mi aveva presentato una proposta fantastica.
Quanto "fantastica"?
gianfranco d'angelo
Tanto, tantissimo: un contratto di dieci anni a cifre non comuni e non proporzionate a quelle di oggi. E lui: "Cosa fai? Ma chi ti vede a teatro? Al massimo mille persone, mentre con la televisione tocchi i milioni. Non fare stupidaggini".
E lei?
Tranquillo, certo del mio futuro, gli risposi: "Non posso firmare, in 10 anni cambiano troppo situazioni".
Chi aveva ragione?
Berlusconi. Anche perché una volta che esci da certi meccanismi, non rientri più.
Quindi ci pensa ancora
Per forza, lei non ha idea della cifra proposta. Uno, con quei soldi, è in grado di passare una vecchiaia con meno pensieri.
(...)
Negli anni Settanta ha lavorato con Gigi Proietti
Bel periodo, erano i tempi di Alleluja brava gente di Garinei e Giovannini, e la compagnia era divisa in due: i giovani seguivano Gigi, mentre gli adulti stavano con Renato Rascel I due collaboravano? Per niente. Proietti dava del filo da torcere a Renato, era un rimbalzo continuo, una lotta generazionale, un perenne rilanciare per superare l' altro.
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Lei con chi stava?
Più vicino a Proietti, ma avevo un buon rapporto anche con Renato, e quest' ultimo cercava spesso la mia complicità quando mi chiedeva di portare a ballare sua moglie.
Perché?
Voleva delle ore per amoreggiare con la sua amante, o giocare a scopetta con gli altri e fino a tardi, una sorta di rito post-spettacolo. Perdeva cifre importanti.
Scopetta d' azzardo?
Sempre a soldi e con il raddoppio: una fissa. Nella mia carriera ne ho visti molti rovinarsi con queste stupidaggini.
Anni dopo lei ha partecipato al Bagaglino.
Erano i tempi di Gabriella Ferri, artista piena di ogni meraviglia, con capacità canore e umane difficili da scovare: saliva sul palco e ti trascinava, ti portava a esplorare emozioni inedite; scendeva da quel palco e le debolezze vincevano, la sua vita si perdeva e nessuno la aiutava. Anzi.
(...)
gianfranco d'angelo
Qual è il tormentone con il quale la ricordano?
Giovani e meno giovani mi fermano e domandano: "Come sta Has Fidanken?" (uno dei celebri sketch di Drive in, quando D' Angelo provava a interagire con un cane). Ogni volta rispondo: "E come vuoi che sta, sono passati trent' anni!
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