Paola Di Caro per il Corriere della Sera
BERLUSCONI CIN CIN
Poche uscite, e molto ben calibrate. Di domenica pomeriggio in un McDonald' s di Segrate. Sul Frecciarossa da Roma a Milano. A un pranzo di beneficenza pro terremotati che si terrà ad Arcore prossimamente come premio per chi offrirà di più a un' asta online che si chiude oggi e che per ora vede in testa con 30 mila euro di donazione un cittadino cinese. Al security day di Milano che si è tenuto lo scorso weekend.
BERLUSCONI CON LA MASCHERA DI GRILLO
I suoi più stretti consiglieri, come Sestino Giacomoni, assicurano che le ultime apparizioni di Silvio Berlusconi fanno parte di un percorso che va avanti da settimane per «tastare il polso del Paese», capire quali sono le vere esigenze della gente in vista di un programma abbozzato ma in via di messa a punto. E precisano che più volte a settimana il leader azzurro incontra imprenditori, rappresentanti delle categorie, esperti economici per ascoltare le richieste e tentare di recepirle.
RENZI BERLUSCONI
Ma è chiaro che c' è anche una strategia mediatica e comunicativa nell' ultimo Berlusconi. La sua parola d' ordine è «concretezza». Niente «chiacchiericcio» politicista, serve il contrario «di quello che sta facendo il Pd con un dibattito tutto interno e lontano dalla gente come quello sulle primarie». Bisogna invece far emergere la propria «esperienza» da «uomo del fare» e indirizzare la polemica su altri obiettivi.
VIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONI
Su un governo che «l' inesperto e scalpitante Renzi ha fatto deragliare» e, soprattutto, sul M5S. «Sono peggio dei comunisti del '94, se vincessero la cosa migliore sarebbe cambiare Paese», ha detto ieri in un colloquio con Il Giornale nel quale ha attaccato Grillo con un particolare inedito: «Non l' ho mai fatto lavorare nelle mie tivù perché voleva sempre essere pagato in nero». Incapaci, poco onesti, senza alcuna proposta di governo. Questi i punti deboli sui quali bisogna martellare.
RENZI E BERLUSCONI
Al contrario, FI e il centrodestra hanno già un programma, l'«albero della libertà» con i suoi rami (i temi, dalla sicurezza alla povertà) e i suoi frutti, ovvero le ricette concrete per risolvere i problemi: «Non dobbiamo alimentare le paure - ripete Berlusconi - ma far capire che noi sappiamo dare risposte per renderle meno angoscianti». In questa fase dunque, anche se un incontro tra leader a breve non è escluso, non serve parlare di coalizione o leadership: primo, perché non si sa ancora con quale sistema si andrà a votare. Secondo, perché il quadro è in movimento.
Se alle elezioni in Olanda, Francia, Germania vincessero le spinte antieuro, allora la messa in discussione della moneta verrebbe da lì. Se fosse il contrario, anche le parole d' ordine sovraniste perderebbero peso e sarebbe inutile inseguire Salvini sul suo terreno. Per ora Berlusconi è cauto: «Non si può uscire dall' euro, ci costerebbe caro». E prepara il prossimo appuntamento per testare ricette e proposte, sabato a villa Gernetto con i seniores azzurri.
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