Alessandro Di Matteo per “la Stampa”
BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI
La tregua tra Lega e Fi viene messa subito alla prova, l'apertura del governo alle richieste di Silvio Berlusconi complica i piani di Matteo Salvini, perché a questo punto il Cavaliere è fortemente tentato dal sì allo scostamento di bilancio che verrà votato questa settimana e non sarà facile arrivare ad una posizione unitaria del centrodestra. Il leader della Lega, come anche Giorgia Meloni, vorrebbero tenersi alla larga dal governo, non intendono associare i loro nomi alle decisioni di Giuseppe Conte e della sua maggioranza, ma il canale di dialogo aperto tra il ministro dell'Economia e Fi rende più complicata la linea "aventiniana".
berlusconi salvini meloni fitto
Senza contare che l'idea della federazione lanciata da Salvini ha fatto scattare l'allarme in mezza Fi, al punto che Berlusconi parlando al telefono con un parlamentare preoccupato avrebbe assicurato: «Tranquillo, mai e poi mai andrò a finire sotto Salvini. Non intendo fare la fine dei socialisti», che sparirono dopo essere entrati nella federazione dell'Ulivo con Ds e Margherita. Di fatto Berlusconi continua a muoversi in maniera autonoma. Ieri, in un intervento sul Corriere della sera, il Cavaliere ha ribadito di essere pronto a «dare una mano, dall'opposizione, per fare uscire l'Italia dall'emergenza».
berlusconi salvini meloni
L'ex premier ha messo nero su bianco le sue condizioni, di fatto una serie di misure a sostegno del lavoro autonomo e delle partite Iva. Parole subito apprezzate dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri: «È positiva la disponibilità espressa da Silvio Berlusconi». E il vice di Berlusconi, Antonio Tajani, ha a sua volta replicato: «Se governo farà cose giuste per gli italiani, noi siamo pronti a votare lo scostamento di bilancio».
Peccato che Salvini consideri le parole di Gualtieri solo una mossa per provare a dividere il centrodestra. In Tv, il leader della Lega si è limitato a dire che condivide le proposte di Fi per le partite Iva, «deve essere una battaglia di tutto il centrodestra», ma sullo scostamento ha evitato di pronunciarsi. Ambienti di Fdi, poi, avvertono che non è pensabile «votare al buio lo scostamento di bilancio, il governo dice una cosa in Tv e poi ne fa un'altra».
BERLUSCONI SALVINI
Al vertice di mercoledì tra i leader di Lega, Fi e Fdi ci sarà da discutere, insomma. Il punto è che il patto siglato al telefono da Salvini con Berlusconi sembra fragile, anche se il leader di Fi per ora ha assecondato l'idea della federazione. Anzi, pare addirittura che il Cavaliere non abbia nemmeno apprezzato la "contraerea" di Renato Brunetta che ha bocciato l'idea parlando di «Opa ostile».
Spiega Giorgio Mulè: «È sbagliato mettere le mani avanti contro la federazione: sediamoci e ragioniamo». Poi ammette: «Certo, col maggioritario è una buona idea, ma se la legge fosse proporzionale dovremmo pensarci bene. Lasciamo che le cose si chiariscano...». Stessa tesi di Osvaldo Napoli: «La federazione non ha senso col proporzionale». Dentro Fi, però, non tanti sono disposti ad aspettare. L'idea di una sorta di partito unico con Salvini spaventa, anche perché ridurrebbe drasticamente le possibilità di rielezione per tanti attuali parlamentari.
SALVINI BERLUSCONI MELONI
Senza contare che chi in Fi viene dall'esperienza Dc o da quella socialista fatica ad immaginarsi dentro allo stesso partito con il leader della Lega. Dice Gianfranco Rotondi: «Salvini è una persona perbene, ma non può essere il nostro leader». E Renata Polverini aggiunge: «Fi non si farà annettere». Del resto, sottolinea Andrea Cangini «nell'intervento di Berlusconi sul Corriere non c'è nessun accenno al "bluff" di Salvini sulla federazione».