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    BERRETTINI VINCE ANCORA. E’ “COLPA” DI MELISSA SATTA – IL TENNISTA AZZURRO COME L’ARABA FENICE RISORGE A WIMBLEDON, LIQUIDA ZVEREV IN TRE SET E SI REGALA GLI OTTAVI DOVE AFFRONTERA’ ALCARAZ: “HO PASSATO TANTI GIORNI NEL LETTO A PIANGERE. C'È QUALCOSA DI SPECIALE A WIMBLEDON, E' IL TORNEO CHE MI HA CAMBIATO LA VITA” – "IL NAPOLISTA": "BERRETTINI È UN CAVALLO DI RAZZA. SOLO IN ITALIA POTEVA RICEVERE IL TRATTAMENTO CHE HA SUBITO, CON INSINUAZIONI DA CASERMA VISTO IL SUO FIDANZAMENTO CON MELISSA SATTA…"


     
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    Da ilnapolista.it

    matteo berrettini matteo berrettini

    Matteo Berrettini è agli ottavi di finale di Wimbledon. Ha battuto in tre set il tedesco Zverev: 6-3 7-6 7-6 al termine di un match giocato in maniera perfetta, soprattutto nei momenti delicati. Partita che ci ha ricordato che Berrettini è un cavallo di razza che solo in Italia poteva ricevere il trattamento che ha subito, con insinuazioni da caserma visto il suo fidanzamento con Melissa Satta. L’Italia è ferma sempre al clima da camerata, da lì non si smuove.

     

    La verità è che Matteo è un atleta sfortunato, un atleta che deve convivere con la fragilità del suo fisico che è un fisico da Ben Hur. Ma i campioni li riconosci, i cavalli di razzi si vedono subito. Lui oggi ha giocato un match sontuoso. Sempre concentratissimo. Il campione lo riconosci nei momenti delicati, quando c’è bisogno di un ace o di un dritto vincente per trarsi fuori dagli impacci. È quel che ha fatto lui oggi.

     

    Berrettini ha commosso nel post-partita: «Come ho fatto a giocare cinque giorni di fila? Ho passato tanti giorni nel letto a piangere. Volevo rivivere momenti così». Berrettini vanta una finale a Wimbledon, una semifinale sia in Australia sia agli Us Open. Potremmo dire che è il più forte tennista italiano, di certo è colui il quale dopo Panatta ha ottenuto i risultati migliori negli Slam e quindi in generale.

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    Agli ottavi sfiderà Alcaraz. Intanto lo sport italiano ha ritrovato un campione.

     

    COSÌ È RINATO BERRETTINI

    Gaia Piccardi per il Corriere della Sera

    Nel posto delle fragole il tempo sembra non passare mai. Rianimato dal verde guaritore di un circolo uguale a se stesso da 146 anni, il nuovo Berrettini somiglia tremendamente a quello d’annata, correva il 2021 e per la prima volta un tennista italiano sbucava in finale a Wimbledon.

     

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    «C’è qualcosa di speciale in questo luogo, forse perché si tratta del torneo che mi ha cambiato la vita» dice Matteo con gli occhi che ridono dopo aver eliminato Alexander Zverev, un lavoretto chirurgico sostenuto dalle armi migliori dell’azzurro (14 ace, 86% di punti vinti sulla prima, spesso seguita dalla sentenza di dritto), una sola palla break (primo game) concessa in tre set al tedesco (6-3, 7-6, 7-6), sovrastato in potenza ma anche in sagacia tattica da un giocatore tornato a divertirsi: «Incredibile, non credevo che potesse succedere. Dopo tanti giorni passati a letto a piangere per gli infortuni eccomi al terzo turno di Wimbledon, del tennis mi è mancato tutto e adesso mi godo ogni momento».

     

    The new Berrettini è il fratello gemello del finalista di due anni fa, come se il Covid dell’anno scorso («Mi rode ancora...») e l’annus horribilis (fin qui) 2023 non fossero mai esistiti. Accudito dalla sua Melissa, che è l’ultima a dargli il cinque nel tunnel che porta al centrale quando il match riprende dopo un’interruzione di 46’ per pioggia (più lungaggini varie degli inglesi, che tergiversano prima di chiudere il tetto e trasformare Italia-Germania in una partita indoor), l’erbivoro del Nuovo Salario ritrova la verve nel torneo dal quale stava per ritirarsi («Ma poi ho pensato che a Wimbledon io sono felice a prescindere dal risultato, e sono partito per Londra»), gioca da n.6 del mondo che fu (fino a 17 mesi fa, era il gennaio 2022), spazza via Zverev e si qualifica per gli ottavi contro, ahinoi, il n.1 Carlos Alcaraz, che ieri è impazzito per avere ragione del servizio dello spilungone cileno Jarry. Inutile guardare tanto avanti («Ho affrontato per la prima volta Carlos tre anni fa, sul veloce di Vienna. 

     

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