rutelli bettini
Salvatore Cannavò per il “Fatto quotidiano” - Estratti
Goffredo Bettini ha scritto un libro, Attraversamenti (esce oggi con Paper First, prefazione di Massimiliano Smeriglio) dedicato ai suoi “amici”, per lo più persone pubbliche, molto note, impegnate politicamente. Dice che non si tratta di nostalgia, ma nel libro emerge spesso la parola “spaesamento”.
(...)
Sul fronte opposto c’è invece Andrea Augello, dirigente della destra e morto prematuramente lo scorso anno: sulla base della sua amicizia con lui che giudizio ha su Giorgia Meloni?
Il mio rapporto con Augello nasce nello scontro politico. Eravamo avversari. Eppure leali, curiosi delle rispettive culture ed entrambi scontenti di alcuni aspetti della modernità dell’occidente. Ci univano alcuni autori del primo 900. Gramsci, Jünger, Ezra Pound. Così penetranti nell’anticipare e cogliere la crisi di tutta un’epoca.
rutelli giachetti bettini
Per quanto riguarda la Meloni, è sotto gli occhi di tutti il fallimento del suo governo. Molto diviso e alla fine stretto tra una fiscalità che non incide sulle fasce alte della ricchezza e qualche mancia corporativa che malamente nasconde un attacco micidiale non solo alle libertà ma anche allo stato sociale che i lavoratori hanno conquistato in decenni di lotte.
Soprattutto nella sanità la condizione è d’emergenza. Per le cure si aspettano mesi e la gente muore, se non hai soldi per rivolgersi al privato. E poi, politicamente, la Meloni oggi non è né carne né pesce. Oscilla tra le “eresie” di Atreju e l’atlantismo più ottuso o la imbolsita banalità di Vannacci.
MASSIMO DALEMA GOFFREDO BETTINI FRANCESCO RUTELLI
C’è un passaggio che sembra averla segnata a fondo, la trasformazione del Pci in Pds. Rompe con Ingrao, si ammala, è marginalizzata: è stata giusta davvero quella scelta?
La svolta per certi aspetti era inevitabile. Le modalità, tuttavia, furono segnate dalla fretta e da un’insufficiente attenzione a un popolo che nella parola comunista non intendeva ormai l’Urss, bensì un soggetto politico democratico fondante la democrazia e in lotta per la giustizia sociale.
Personalmente, non la vissi come un gioioso atto creativo, piuttosto come una dolorosa necessità. In verità nelle intenzioni di Occhetto c’era lo sblocco del sistema politico italiano e allo stesso tempo l’elaborazione di un nuovo pensiero critico. Alla fine prevalse nel tempo solo il primo aspetto e sbiadì il secondo. La sinistra deve ricominciare da quello snodo mancato.
rutelli giachetti e bettini (2)
Da come lo descrive firmerebbe per avere di nuovo Francesco Rutelli in pista. Ma che alleanza, e su cosa soprattutto, si può costituire oggi?
Il leader che rappresenterà il campo alternativo alla destra, sarà determinato dai processi politici futuri. Su Rutelli ho semplicemente osservato che è un vero peccato che abbia scelto un ruolo politicamente defilato.
Conosco bene il suo talento.
PRESENTAZIONE DEL LIBRO ATTRAVERSAMENTI DI GOFFREDO BETTINI
L’ho toccato con mano quando è stato sindaco di Roma.
Lui e Veltroni hanno determinato un nuovo corso della capitale. Purtroppo negli anni successivi interrotto malamente. Solo ora Gualtieri con straordinaria tenacia sta invertendo la rotta negativa.
L’alleanza progressista, comunque, è possibile solo se ognuno fa prevalere l’interesse comune e l’ambizione di rinnovare la nostra democrazia antifascista e il progetto di una società responsabile verso le disuguaglianze sociali e l’ambiente. Non servono pretese a tavolino di un ruolo egemonico. L’egemonia si conquista sul campo, nella concretezza del fare, nella capacità di rappresentare da parte di ciascuno al meglio uno spirito unitario e nazionale.
intervento di francesco rutelli Goffredo Bettini rutelli giachetti e bettini (1)