Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”
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Goffredo Bettini, che cosa ha detto il Pd, prima a Mattarella e ieri a Fico?
«Siamo disponibili a ricomporre la maggioranza di governo messa in crisi da Italia viva. E Conte deve guidarla. Occorre fare presto, perché ogni giorno che passa il dibattito pubblico si allontana sempre di più dalle preoccupazioni degli italiani».
Conte è l'unica soluzione?
«Sì. Perché ha lavorato bene ed è popolare; ha riportato l'Italia nella sua naturale collocazione europeista; ha già ottenuto la fiducia alla Camera e un ampissimo consenso al Senato».
goffredo bettini gianni letta giuseppe conte
Perché l'immagine della crisi è lo scontro Conte-Renzi? Dove è finito il Pd?
«I media la raccontano così. Il ruolo del Pd è e sarà fondamentale. Senza il Pd, infatti, non ci sarebbe alcuna stabilità della Repubblica né la possibilità di una crescita ecologica e solidale. Noi siamo l'elefante "buono" che si porta in "groppa" qualche suonatore di tamburello. Alcuni commentatori amplificano il rumore del tamburello e non si accorgono che l'elefante "buono" dà la forza e la direzione per andare avanti».
MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME LUKAKU E IBRA
Anche voi volevate da Conte una squadra rafforzata, un Recovery fatto meglio e meno accentramento sui Servizi segreti, e poi?
«Il Recovery è migliorato. Con le consultazioni avviate migliorerà ancora. Questioni decisive sono le riforme della giustizia e del fisco. La delega ai Servizi è stata affidata all'ambasciatore Benassi. Conte ha ripetuto più volte di essere disponibile a discutere e sottoscrivere un programma di fine legislatura e a rafforzare la squadra.
NICOLA ZINGARETTI ANDREA MARCUCCI
Si stava procedendo bene. Poi la rottura. Incomprensibile. Improvvisa. Dalle conseguenze molto gravi».
Se sarà accordo, quali ministri? C'è un impegno a nomi di qualità universalmente riconosciuti in posti chiave? O sarà solo spartizione da manuale Cencelli?
«Ah no! Renzi ha dichiarato di voler parlare di programmi, di contenuti, del futuro dell'Italia e che non gli interessano le poltrone. Va preso molto sul serio. Prima va chiuso un accordo di ferro sulle cose da fare che riguardano le persone, stordite e in difficoltà. Se riusciremo, come spero, a trovare una sintesi positiva si passerà agli assetti. Senza prepotenze o ultimatum. Senza Cencelli, si sceglieranno i migliori».
ANDREA ORLANDO NICOLA ZINGARETTI
Renzi è uno che vi vuole morti, come dice Orlando? È inaffidabile? O è possibile un percorso comune? Ormai tra voi è guerra perenne.
«Non da parte del Pd. Dopo la sua scissione ho espresso a Renzi considerazione e volontà di collaborazione. Ho sottolineato l'importanza di costituire nel campo democratico una "gamba" liberale, centrista, più moderata, che lui avrebbe potuto costruire. La risposta non è stata positiva.
giuseppe conte e i ministri durante l intervento di renzi in senato
Il leader di Italia viva ha dichiarato di essere Macron e di voler ridurre il Pd al 6% come i socialisti francesi. Non è andata così, per fortuna. E adesso noi siamo a oltre il 20% e Macron, preoccupato, spinge l'Italia a fare un governo. In politica, tuttavia, non si vive ricordando le ferite. Non ci sono veti nei confronti di Renzi. Deve dire a noi, ma soprattutto agli italiani, cosa intende fare. Il tempo è scaduto».
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E ora? Solo un contratto o un'alleanza per il dopo? Che senso ha il proporzionale?
«Nella composita politica italiana il maggioritario porta a contrarre alleanze "damigiana", che alla fine scoppiano, perché costrette in un involucro unico. Il proporzionale, invece, permette ad ognuno al momento del voto di essere più libero, sé stesso, radicato e rappresentativo del suo elettorato.
Dopo, è ovvio, si impone un compromesso alto, trasparente, vincolante tra le varie forze politiche che intendono governare insieme».
Ma il Pd è davvero compatto? L'ipotesi del voto è scomparsa anche per la rigida opposizione della componente parlamentare e governativa .
renzi conte
«L'ipotesi del voto è una sciagura. Se incombe, non è per nostra responsabilità. Evitare che si realizzi significa ricomporre in meglio ciò che si è rotto. Non ci sono alternative. Governi istituzionali di tutti e di nessuno sono impraticabili e dannosi.
Nella crisi il Pd ha deciso ogni passo nei suoi organismi dirigenti. Le relazioni di Zingaretti sono state approvate all'unanimità».
Perché no a un governo istituzionale a ampia maggioranza? Pandemia e crisi chiedono di unire le forze.
«Unire le forze, ma quali? Quelle europeiste e quelle sovraniste? Quelle razionali e fiduciose nella scienza e quelle negazioniste? Le solidali e le xenofobe? Le sostenitrici della progressività del fisco e quelle della flat tax? Potrei continuare. Sulla pandemia e il Recovery si può collaborare stando anche all'opposizione. Lo si faccia di più. Ma il Paese ha necessità di un governo unito veramente, raccolto attorno a una visione chiara e comune. In queste ore stiamo lavorando per questo».
giorgia meloni matteo salvini antonio tajani al quirinale
E Forza Italia? Berlusconi è ancora il male assoluto?
«Mai considerato il male assoluto. Semmai, un avversario tenace e temibile. In realtà, essendo un popolare europeo, si dovrebbe trovare a disagio con Salvini e Meloni. Forza Italia appare compatta più di quanto sia in realtà.
L'anima liberale soffre. Non aggiungo altro. Perché Tajani mi ha intimato di non parlare, essendo io stato in gioventù il segretario del Pci di Roma. Quello di Bufalini, Ingrao, Petroselli, Marisa Rodano. Tutti antifascisti, colti e democratici. Lui da ragazzo - pensi un po'! - era monarchico».
goffredo bettini silvio berlusconi giuseppe conte by edoardobaraldi
L'operazione responsabili è riuscita a metà. I 5 Stelle dicono che non vi siete dati da fare al Senato con i renziani, a partire dal vostro capogruppo Andrea Marcucci.
«Ognuno ha agito secondo il proprio stile e la propria coscienza. Il Pd nel suo complesso ha lanciato un appello politico trasparente a tutti i parlamentari europeisti. Non ha dato la caccia ad alcuno o premuto indebitamente sui singoli. La dignità della politica per la sinistra è sacra. Se vi rinuncia, davvero sprofonda l'intero regime democratico».
Che cosa succede se alla fine Renzi dice no a Conte?
matteo renzi mohammed bin salman
«Sono fiducioso che non accadrà. Ma se, al contrario, dovesse accadere, o a quel punto si paleseranno ulteriori parlamentari disponibili a andare avanti o penso si arriverà a un governo elettorale che ci porti al voto a giugno.
Impegnandoci noi nel frattempo a ridurre drasticamente la pandemia, a vaccinare gran parte della popolazione, a mandare avanti il Recovery, ad approvare le riforme necessarie per fronteggiare la disoccupazione, a garantire i ristori alle categorie più colpite. Tentando, anche, di trovare un'intesa su una buona legge elettorale. Il voto, ripeto, è una sciagura ma non un colpo di Stato. Semmai, è l'ultima risorsa della democrazia».
ARABIA VIVA
Un giudizio su Renzi e i suoi rapporti con l'Arabia Saudita.
«Ora cerchiamo ciò che può unire e non ciò che ci trova abissalmente lontani. Ho visto un giudizio positivo di Renzi sulle consultazioni di Fico. La disponibilità a impegnarsi su un programma vincolante, e questo fa ben sperare».
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