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    BIBI, ONE MORE TIME – PER LA SESTA VOLTA, NETANYAHU HA GIURATO DA PREMIER DI ISRAELE: QUESTA VOLTA, PER LA SUA GIOIA, IL GOVERNO SARÀ DI SOLA DESTRA. OLTRE AL "SUO" LIKUD, CI SARANNO DUE PARTITI ULTRAORTODOSSI E TRE FAZIONI SUPER OLTRANZISTE CHE VOGLIONO FARE PIAZZA PULITA DI ARABI E GAY – IL PREMIER PER ORA NON DÀ RETTA ALLE POLEMICHE E METTE IN AGENDA I SUOI 4 OBIETTIVI: BLOCCARE L’IRAN, RIPRISTINARE LA SICUREZZA, AFFRONTARE IL PROBLEMA DEL COSTO DELLA VITA ED “ESPANDERE IL CERCHIO DELLA PACE” (CHISSÀ CHE VUOL DIRE…) - VIDEO


     
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    Fabiana Magrì per “la Stampa”

     

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    Tra ministeri divisi, dipartimenti distaccati e altri aggiunti, cariche raddoppiate o programmate per la rotazione, è nato il 37esimo governo israeliano, il sesto esecutivo guidato da Benjamin "Bibi" Netanyahu.

     

    Il blocco monocromatico con sfumature di sola destra - il Likud del premier, i due partiti ultraortodossi United Torah Judaism e Shas e le tre fazioni religiose e nazionaliste radicali Religious Sionist Party, Otzma Yehudit e Noam - ha conservato la coesione a suon di manovre politiche, prove di forza e soluzioni inedite che hanno portato, ad esempio, tre dicasteri - difesa, istruzione e welfare - ad avere due ministri in servizio contemporaneamente.

     

    Media e analisti locali e internazionali non esitano a definire il governo entrante il più intransigente e di destra nella storia dello stato ebraico. Movimenti Lgbtq+ e democratici hanno espresso rumoroso dissenso da mattina a sera, fuori dalla Knesset e a Tel Aviv.

     

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    «Coloro che chiamano bene il male e male il bene sono già qui», mette in guardia David Grossman dalle pagine del quotidiano liberal Haaretz. Non serve che li nomini per capire a chi lo scrittore si riferisca. Itamar Ben Gvir, controverso leader di Otzma Yehudit, sarà per la prima volta a capo di un ministero, quello della Sicurezza Nazionale, disegnato su misura per lui come ampliamento della Pubblica Sicurezza, con poteri senza precedenti sulla polizia. Lui che è un sostenitore dell'annessione a Israele della Cisgiordania, ha ottenuto, nell'accordo di coalizione stipulato tra il suo partito e il Likud, la supervisione diretta dell'intera polizia di frontiera, comprese le unità attive in Cisgiordania, sottratta al ministero della Difesa.

     

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    Doppia carica - alle Finanze e alla Difesa - ha ottenuto Bezalel Smotrich, nazionalista messianico incline alla teocrazia, leader dei sionisti religiosi. Potrà esercitare la sua autorità sugli affari civili in Cisgiordania, compresa la costruzione degli insediamenti, di cui è convinto sostenitore in linea con l'ideologia religiosa e di sicurezza incentrata sul mantenimento del controllo ebraico sulla Terra d'Israele.

     

    Tra due anni, Smotrich lascerà la carica di ministro delle Finanze all'ultraortodosso Aryeh Deri di Shas, come parte di un accordo di rotazione tra i leader dei due partiti. Intanto anche Deri, che ha alle spalle una carriera politica trentennale e alcune condanne per reati fiscali, guiderà due dicasteri, Interno e Salute. Al leader di Noam, una fazione di estrema destra apertamente anti-Lgbtq+, Avi Maoz, spetterà la direzione di un ufficio responsabile dell'"identità nazionale ebraica" di Israele che supervisionerà alcuni programmi del sistema educativo che in precedenza erano di pertinenza del Ministero dell'Istruzione.

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    Saranno in tutto trentuno i ministri, tra cui cinque donne, in numero inferiore rispetto al governo precedente. E un presidente della knesset, Amir Ohana, che è il primo apertamente omosessuale a ricoprire l'incarico, ma schierato con la destra del Likud.

    La fotografia ufficiale scattata ieri sera, alla fine della giornata, nel corso della cerimonia alla residenza del capo dello stato Isaac Herzog, ha molto da dire, secondo l'esperto israeliano di immagini e linguaggio del corpo Amir Helmer, sulla sostanza del nuovo esecutivo.

     

    «Prima che Netanyahu prendesse posto alla poltrona centrale - ha annotato e condiviso con La Stampa Helmer - il capo di Shas si è appoggiato allo schienale, afferrandolo come se fosse lui il vero decisore». A fronte di un «sorriso arrogante» di Netanyahu, lo studioso ha rilevato una «espressione da funerale» sul volto di Herzog. Netanyahu ha contrapposto alle speculazioni quattro obiettivi principali.

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    Bloccare l'Iran «è una questione esistenziale», seguita da «ripristinare la sicurezza all'interno dello Stato di Israele»,«"affrontare il problema del costo della vita e degli alloggi« e infine «espandere notevolmente il cerchio della pace», puntando ad includere, secondo gli analisti, l'Arabia Saudita negli Accordi di Abramo.

     

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