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    BIDEN FA L’INDIANO – AL G20 DI NEW DELHI “SLEEPY JOE” RILANCIA L’ALLEANZA CON MODI CONTRO XI JINPIN E PUTIN, I GRANDI ASSENTI – MA AL SUMMIT MONDIALE È SPACCATURA TOTALE SULLA GUERRA IN UCRAINA. IL RISCHIO È CHE AL DOCUMENTO FINALE MANCHINO LE FIRME DI PECHINO E MOSCA, SAREBBE LA PRIMA VOLTA DI UN G20 SENZA COMUNICATO CONGIUNTO – LA STRATEGIA PARACULA DELL’INDIA, CHE TIENE UN PIEDE IN DUE SCARPE SULL’INVASIONE RUSSA…


     
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    Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”

     

    joe biden e narendra modi al g20 di new delhi joe biden e narendra modi al g20 di new delhi

    La famiglia mondiale è «disfunzionale» dice il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres mentre i leader del G20 sbarcano a New Delhi - accolti da danze, ghirlande di fiori e il "bindi" per le donne - per il summit orchestrato dal premier indiano Narendra Modi […]

     

    Vladimir Putin e Xi Jinping disertano i lavori e l'assenza di quest'ultimo pesa sull'esito del vertice. Gli indiani si dicono «delusi», la Casa Bianca gioca di rimessa: «Tocca alla Cina spiegare l'assenza, gli indiani sono grati che noi ci siamo». […]

     

    joe biden e narendra modi al g20 di new delhi joe biden e narendra modi al g20 di new delhi

     In quasi un anno di presidenza indiana del G20 ci sono stati oltre 200 incontri ad ogni livello, non c'è stata intesa a livello ministeriale frenata sempre dai dissapori sulla guerra in Ucraina. E anche sul summit dei leader grava questa incognita. A Bali nel 2022 si trovò un'intesa in cui si riconosceva l'invasione russa ma si sottolineava che alcuni Paesi si dissociavano (sottinteso la Russia). Stavolta il rischio è che al documento finale manchino le firme di Pechino e Mosca, sarebbe la prima volta di un G20 senza comunicato congiunto.

     

    Il segretario del Tesoro Usa, Janet Yellen ha riferito che «si lavora sul linguaggio». Pessimista sull'esito è apparso Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, arrivato a Delhi ribadendo che il «consesso è guidato da interessi occidentali» e il premier cinese Li Qiang, non sembrano disposti a compromessi.

     

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    Sono circolate diverse bozze del documento finale e, secondo quanto visionato da La Stampa, persino sulla citazione «delle conseguenze economiche esacerbate dal conflitto», Mosca e Pechino avrebbero posto un veto. Scontrandosi con gli indiani che avevano aperto alle preoccupazioni di Russia e Cina, non invitando Zelensky a New Delhi e ribadendo - lo ha fatto ieri pubblicamente il capo degli sherpa Amitabh Kant - «che il G20 è un consesso economico». La stessa Yellen ha detto che la minaccia sulla crescita globale è legata al conflitto, se «finisse anche i timori per il Pil» finirebbero. Per questo ha sottolineato l'importanza dei 15 miliardi messi a disposizione dell'Fmi per Kiev.

     

    joe biden e narendra modi al g20 di new delhi joe biden e narendra modi al g20 di new delhi

    Si è trattato tutta notte attorno a un paragrafo lasciato poi in bianco sotto l'etichetta "situazione geopolitica", mentre sugli altri 75 punti - che includono clima, criptovalute e riforme del sistema multilaterale finanziario - è stato trovato un accordo. Sulla parte ucraina c'è stata l'intesa fra i Paesi occidentali, quindi è stata inoltrata alla Russia garantendo - come a Bali - la possibilità di dissentire senza tuttavia inficiare l'intero documento. L'India padrone di casa ha mediato, Kant ha detto che «la Dichiarazione di New Delhi è quasi pronta», ma ha lasciato capire che la situazione è critica.

     

    La delicatezza della questione si capisce scorrendo i 29 punti del comunicato diffuso dalla Casa Bianca dopo il bilaterale fra Biden e Modi. Non sono mai citate Russia e Cina. Un segnale di come l'India non voglia trascinare il suo G20 - costruito lungo tre sessioni e lo slogan One Earth, One Family, One Future - nel pantano ucraino da cui si è barcamenata con disinvoltura per oltre 18 mesi rischiando di mettere a repentaglio il suo summit.

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    D'altra parte, invece Biden ha rilanciato con Modi un'alleanza su così tanti dossier da far dire in un briefing con i reporter accreditati a Kurt Campbell, responsabile del portafoglio Asia del Consiglio per la Sicurezza nazionale, che «la relazione bilaterale con l'India è la più importante del XXI secolo». I contenuti delle intese fra Biden e Modi sono assai tangibili e da almeno cinque anni «la sfiducia che ha segnato le relazioni Usa-India è svanita», ha detto Campbell.

     

    Al premier indiano Biden ha reiterato il sostegno Usa a un posto da membro permanente in un nuovo assetto - da trovare - del Consiglio di sicurezza dell'Onu; c'è stata intesa sulla «supply chain dei semiconduttori». Scambi poi su tecnologia, innovazione, commerciali e sull'industria militare.

     

    PUTIN - MODI - XI JINPING PUTIN - MODI - XI JINPING

    E un allineamento sugli obiettivi del G20 a favore del Sud Globale che Washington vuole - con il traino indiano - sottrarre alle mire cinesi anche grazie alla riforma di istituzioni finanziarie internazionali come la Banca Mondiale cui gli Usa daranno nuovi fondi per garantire prestiti per lo sviluppo. È da leggere anche in quest'ottica il piano infrastrutturale di unire il Medio Oriente con l'India e quindi con il Sud Est asiatico. Biden oggi potrebbe vedere il saudita Mohammed bin Salman.

     

    A tenere su binari separati Usa e India sono i diritti, la libertà di stampa in primis. Le restrizioni imposte da Modi ai reporter Usa ha spinto l'Amministrazione a sollevare il tema. Campbell ha detto che Biden ha parlato chiaramente con Modi della questione «senza però voler dare lezioni».

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