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    BIDEN LASCIA PUTIN ALLA CANNA DEL GAS - IL PRESIDENTE AMERICANO HA ANNUNCIATO CHE GLI STATI UNITI VIETERANNO L'IMPORT DI PETROLIO E GAS RUSSI: "NON VINCERÀ, POTRÀ CONQUISTARE CITTÀ MA NON UN INTERO PAESE" - "COLPENDO LA MAGGIORE ARTERIA DELL’ECONOMIA RUSSA, IL POPOLO AMERICANO DARÀ UN ALTRO POTENTE COLPO ALLA MACCHINA DA GUERRA DI PUTIN. UN RUBLO ORA VALE MENO DI UN PENNY, UN CENTESIMO DI DOLLARO AMERICANO. LE SANZIONI OCCIDENTALI HANNO CREATO UN CRATERE"


     
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    1 - BIDEN: STOP A PETROLIO E GAS RUSSI

    Da www.ansa.it

     

    vladimir putin joe biden vladimir putin joe biden

    Gli Usa vieteranno l'import di petrolio e gas russi: lo ha confermato Joe Biden parlando dalla Casa Bianca, dopo le indiscrezioni dei media.

     

    Biden ha vantato l'accordo bipartisan in Usa sull'embargo all'energia russa, ma ha detto di capire che molti alleati non sono in grado di allinearsi su questa misura. "Putin non vincerà - ha sottolineato -, potrà conquistare città ma non un intero Paese".

     

    Il petrolio vola a New York, dove le quotazioni balzano del 7,38% a 128,11 dollari al barile con Joe Biden che annuncia il divieto delle importazioni di petrolio negli Stati Uniti.

    2 - USA: STOP A IMPORT PETROLIO E GAS RUSSI. ANCHE GB FERMA ACQUISTI. IL GREGGIO VOLA OLTRE I 130 DOLLARI

    Da www.ilsole24ore.com

     

    Gli Usa vieteranno l’import di petrolio e gas russi: lo ha confermato Joe Biden parlando dalla Casa Bianca, dopo le indiscrezioni dei media. Stessa decisione, per quanto riguarda il petrolio, è stata annunciata dal Regno Unito.

     

    JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN

    «Colpendo la maggiore arteria dell’economia russa, il popolo americano darà un altro potente colpo alla macchina da guerra di Putin», ha spiegato Biden.

     

    «Un rublo ora vale meno di un penny, un centesimo di dollaro americano», ha aggiunto. Le sanzioni occidentali hanno già causato pesanti danni all’economia russa, «hanno creato un cratere».

     

    Il blocco sarà unilaterale, senza cioè l’assenso degli alleati europei ma è stato fatto «in stretta consultazione» con loro, ha detto il presidente americano. Biden ha detto che capisce la scelta dell’Unione europea, molto più dipendente degli Stati Uniti dall’energia russa. L’Unione Europea importa dalla Russia circa il 25% del petrolio che compra all’estero mentre la quota russa del gas importato è ancora più alta, circa il 40 per cento.

     

    JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN MEME JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN MEME

    La stretta Usa ha avuto un immediato effetto sui mercati delle materie prime: a New York il petrolio vola, con le quotazioni del Wti che schizzano verso l’alto e il Brent oltre i 130 dollari al barile (+7%). Negli ultimi 6 mesi del 2021 gli Stati Uniti hanno importato dalla Russia circa il 7% del petrolio comprato all’estero.

     

    Anche Londra blocca l’import di petrolio russo

    Anche il governo britannico ha annunciato l’uscita da tutte le importazioni di petrolio russo e suoi derivati entro il 2022, come ulteriore sanzione contro la guerra in Ucraina scatenata da Vladimir Putin.

     

    La misura, riferisce Bloomberg che cita una persona a conoscenza del piano, verrà implementata nel corso dei prossimi mesi in coordinamento con gli Usa ma non coinvolgerà il gas russo. La Russia ha una quota del 12-13% sull’import di petrolio britannico e dell’8% sui consumi finali.

     

    vladimir putin joe biden ginevra vladimir putin joe biden ginevra

    «Il Regno Unito eliminerà gradualmente l’importazione di petrolio e prodotti petroliferi russi entro la fine del 2022 - ha detto il ministro dello Sviluppo economico Kwasi Kwarteng -. Questa transizione darà al mercato, alle imprese e alle catene di approvvigionamento un tempo più che sufficiente per sostituire le importazioni russe»,

     

    Aie: pronti a rilasciare ulteriori riserve contro caro-energia

    L’attesa per le mosse americane sull’import di energia dalla Russia prende dunque la scena, mettendo in secondo piano le altre novità di rilievo della giornata, Come l'intenzione dei paesi membri dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) di rilasciare a breve ulteriori quantitativi di scorte di petrolio per far fronte all’impennata dei prezzi dell’energia provocata dalla guerra in Ucraina.

     

    PUTIN E BIDEN PUTIN E BIDEN

    Dopo aver annunciato il piano anti-rincari il direttore dell’agenzia, Fatih Birol, ha criticato la decisione di Arabia Saudita e Emirati Arabi di non pompare più greggio sul mercato per raffreddare i prezzi.

     

    In un'intervista al Financial Times, Birol ha spiegato che il rilascio coordinato della scorsa settimana da parte degli Stati Uniti e di altre grandi nazioni consumatrici di energia di 60 milioni di barili è stata una “risposta iniziale” e che l’Iea è pronta a fare “tutto” per ridurre la volatilità nei mercati energetici causata dall'invasione russa dell’Ucraina.

     

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    “Siamo pronti a rilasciare tutto il petrolio necessario”, ha detto Birol al Financial Times, osservando che 60 milioni di barili rappresentavano solo il 4% delle riserve petrolifere strategiche totali dei membri dell’Aie.

     

    Spesa energetica, Bruxelles smentisce nuovi Eurobond

    E appartiene al fronte energia anche l’altra indiscrezione rilevante di oggi, secondo cui l’Unione europea si starebbe preparando a lanciare bond “su vasta scala” per finanziare le spese dell'energia e della difesa.

     

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    È quanto riporta l’Agenzia Bloomberg citando fonti riservate secondo le quali i tecnici delle autorità europee sono al lavoro per mettere a punto un piano da presentare dopo il prossimo summit di Versailles in programma per il 10-11 marzo.

     

    Ancora da decidere l'importo e la struttura dell'operazione. L'indiscrezione su possibili Eurobond in cantiere non tarda a riflettersi sull'andamento dei mercati, in particolare quelli dell’Europa meridionale: Madrid e Milano guadagnano il 3% e Lisbona il 2,5%. Più caute Parigi (+1,64%) e Francoforte (+1,41%).

     

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    La Commissione europea, per bocca del vicepresidente Timmermans, ha però smentito questa indiscrezione: «Non c’è nessun progetto di eurobond per le spese energetiche a livello di Commissione, forse c’è a livello di qualche Stato membro», ha detto.

     

    Una bozza della dichiarazione comune che chiuderà il vertice dei leader Ue di giovedì e venerdì, quindi soggetta a possibili ulteriori negoziati, sottolinea l’obiettivo europeo “dell’eliminazione della dipendenza da petrolio, gas e carbone importati dalla Russia” attraverso “la diversificazione delle forniture”. Tra i temi sul tavolo anche l’uso di Eurobond per le spese energetiche, sul quale la presidenza francese è in prima linea.

     

    Apripista il Qfp Ue da 1.800 mld

    Biden e Putin Biden e Putin

    L'operazione Eurobond (obbligazioni, bond in inglese, che garantiscono congrui interessi agli acquirenti, emesse in cambio di prestiti) giunge a un anno dal pacchetto complessivo da 1.800 miliardi di euro (Qfp) dell’Ue, che comprende anche il Next Generation Fund, per sostenere i maggiori sforzi dovuti alla pandemia da Covid 19.

     

    Con la nuova iniziativa l'obiettivo dell’Unione europea è di finanziare le maggiori spese dovute alla riforma della difesa e delle infrastrutture energetiche a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina.

     

    vladimir putin joe biden ginevra 2021 vladimir putin joe biden ginevra 2021

    L'ipotesi allo studio consiste nell'emissione di obbligazioni da parte della Commissione Europea, che poi convoglierebbe i proventi agli Stati membri sotto forma di prestiti agevolati per finanziare la spesa nelle aree energia e difesa.

     

    L’apertura del commissario Gentiloni

    È del 7 marzo scorso la dichiarazione del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che ha indicato la necessità di “concentrarsi su ulteriori impegni e iniziative” evitando di “riorientare la Recovery and Resilience Facility” ipotizzando un “meccanismo di compensazione” per i possibili problemi futuri di forniture energetiche.

     

    Secondo le indiscrezioni raccolte da Bloomberg la struttura del nuovo finanziamento potrebbe ricalcare quella del precedente programma “Sure” per finanziare il sostegno all'occupazione a seguito della pandemia.

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