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    BIDEN SBIANCATO DAI NERI - IL CANDIDATO DEM SI INGINOCCHIA ALLA PROTESTA E SI PRENDE UN CALCIO NEL SEDERE. NON DITE CHE NON VE L'AVEVAMO DETTO: MENTRE I GIORNALI RACCONTAVANO LA BALLA CHE È COLPA DI TRUMP, NELLE CITTÀ SI SVELAVA LA VERITÀ. OVVERO CHE LA POLIZIA È AGLI ORDINI DEI SINDACI DEMOCRATICI, A NEW YORK, MINNEAPOLIS E ATLANTA, DOVE UN NERO È STATO AMMAZZATO ALLE SPALLE. LA SINDACA? UNA DONNA NERA, PAPABILE VICEPRESIDENTE! - I PIÙ RADICAL CHIEDONO L'ABOLIZIONE DELLA POLIZIA (AUGURI)


     
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    Federico Rampini per ''la Repubblica''

     

    JOE BIDEN BLACK LIVES MATTER JOE BIDEN BLACK LIVES MATTER

    «Joe Biden è un idiota se si sceglie come candidata vice- presidente una ex poliziotta». L'altolà intimato al candidato democratico viene da un capo del movimento Black Lives Matter, Hawk Newsome. Il suo avvertimento è la reazione ad una "new entry" nell'elenco delle donne che Biden sta esaminando per il secondo posto del suo ticket presidenziale. Sono in salita le quotazioni di molte donne afroamericane, e tra queste figura la 63enne Val Demings, deputata della Florida. Ma prima dei suoi due mandati parlamentari la Demings per 27 anni ha diretto la polizia di Orlando.

     

    «Non importa che sia nera - commenta Newsome di Black Lives Matter - perché gli afroamericani che entrano nella polizia smettono di essere dei nostri, non sono più neri». Il veto del movimento anti- razzista si estende a un'altra donna di colore che figura nella lista delle potenziali "vice", la senatrice californiana Kamala Harris: lei fu a lungo procuratrice generale della California, e perseguì una politica penale severa con gli incriminati, spesso giovani maschi afroamericani. È un problema spinoso per Biden.

     

     Il vasto movimento nazionale di protesta contro il razzismo esploso dopo l'uccisione di George Floyd, è certamente anti-Trump. Non per questo è filo-democratico. Sempre in Florida, a Tampa, qualche giorno fa i militanti che manifestavano contro il razzismo della polizia hanno cacciato dal corteo la sindaca democratica della città, Jane Castor. «Vattene a casa Jane - le ha urlato col megafono una militante dei Tampa Dream Defenders, Bernice Lauredan - non sei benvenuta qui».

     

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    E nell'ultima tragedia che ha visto l'uccisione di un afroamericano da parte di un agente, ad Atlanta è sotto accusa un corpo di polizia che obbedisce agli ordini di una sindaca afroamericana e democratica, Keisha Lance Bottoms, pure lei in bella posizione "nella lista" di Biden. A tre settimane dalla morte di Floyd, l'impatto politico della mobilitazione contro il razzismo non è chiaro. I sintomi di una "rivoluzione culturale" sembrano moltiplicarsi ovunque, dai vertici delle grandi aziende alle redazioni dei giornali, e questo fa pensare che le ultime tragedie stiano cambiando l'America. Estrarne delle previsioni elettorali è prematuro.

     

     L'uccisione di Atlanta rafforza le voci più radicali del movimento anti-razzista, quelle che teorizzano in certi casi l'abolizione della polizia: vedi l'esperimento del "quartiere liberato" a Seattle, ma anche voci di opinionisti legati a Black Lives Matter che preconizzano soluzione drastiche, lo smantellamento dei corpi di polizia come unico antidoto agli abusi. Sulla stampa appaiono controreazioni da sinistra: cercano di spiegare che le prime vittime di un'America senza polizia sarebbero le comunità afroamericane abbandonate alla criminalità.

     

    joe biden joe biden

    È chiara una scollatura tra la piazza e i vertici del partito democratico. Non è affatto sicuro che i ragazzi mobilitati nelle proteste voteranno Biden. La radicalizzazione della protesta si accompagna a un clima di sfiducia verso "i notabili", la vecchia politica praticata dai professionisti di sempre. Nel 2000 con George W. Bush, nel 2016 con Donald Trump, bastarono poche percentuali di voti giovanili in fuga verso candidati radicali dei Verdi, per restituire la Casa Bianca a un repubblicano. Il pericolo di un astensionismo giovanile, o di una fuga verso candidature indipendenti molto radicali e marginali, ha ispirato i due interventi pubblici di Barack Obama dopo la morte di Floyd.

     

    In tutti e due i casi Obama si è rivolto soprattutto ai giovani, li ha esortati: «Partecipate, fate politica, votate, candidatevi a cariche elettive, assumetevi delle responsabilità ». Sulla pericolosità degli slogan radicali che puntano a smantellare le forze dell'ordine è intervenuto un criminologo afroamericano di Chicago, Rod K. Brunson, sulle colonne del Washington Post. «Un indebolimento o un'assenza della polizia peggiorerebbe la situazione in quei quartieri che ne hanno più bisogno. La polizia deve migliorare, non scomparire».

    proteste per la morte di george floyd proteste per la morte di george floyd

     

    omicidio di george floyd omicidio di george floyd

     

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