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    BINARI MORTI – ITALO TAGLIERÀ 27 COLLEGAMENTI DAL PRIMO OTTOBRE SULLE TRATTE MENO FREQUENTATE – NTV HA PERSO 200 MILIONI DURANTE IL LOCKDOWN E SE LE RESTRIZIONI ANTI COVID, IN PARTICOLARE LA CAPIENZA AL 50%, NON SARANNO ALLENTATE ARRIVERÀ LO STOP TOTALE – A RISCHIO 1500 LAVORATORI E ALTRI 3500 DELL’INDOTTO

     


     
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    Emily Capozucca per www.corriere.it

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    Le misure restrittive per contenere il contagio del coronavirus, nell’ambito dei mezzi di trasporto, stanno causando pesanti effetti su Italo-Ntv, che in quanto treni ad alta velocità, a differenza di aerei e trasporto pubblico locale, devono mantenere una capienza massima del 50%. Secondo quanto appreso dal «Corriere della Sera», il persistere di questa situazione porterà la società, che dopo lockdown contava 87 collegamenti attivi (111 prima della pandemia), ad averne solo 60 su tutto il network. Un taglio dunque di 27 servizi da valutare in base alle tratte meno frequentate.

     

    Le perdite

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    Ntv, che durante il lockdown ha registrato una perdita di 200 milioni (veniva garantita solo una coppia di treni Milano -Venezia) potrebbe, se le restrizioni anti- Covid non dovessero allentarsi come avvenuto con gli aerei (capienza ammessa al 100%) o per i mezzi pubblici (80%), passare da una graduale diminuzione dei treni allo stop totale, mettendo a rischio il posto dei suoi 1500 lavoratori e di altri 3.500 dell’indotto. Il duro colpo è arrivato a inizio agosto quando il governo ha eliminato le deroghe al distanziamento sui tremi contenute nelle linee guida del dpcm del 14 luglio, a patto che venissero rispettate le condizioni di sicurezza. Tra le misure di sicurezza adottate da Italo oltre alla misurazione della temperatura e gel disinfettanti, l’autocertificazione e il biglietto nominativo c’è anche il divieto di bagagli voluminosi , servizi catering con prodotti monodose preconfezionati, ricambio dell’aria e climatizzazione, sanificazione degli ambienti dopo ogni viaggio e altro ancora.

     

     

    La capienza

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    Nel frattempo Italo, che stava ripartendo con una domanda in crescita del 70% si è trovata dopo il nuovo dietrofront del governo a rimborsare biglietti già venduti, che ha causato una perdita di tre milioni. Il ministero dell’Infrastrutture e dei Trasporti sta in questi giorni riflettendo su come si possa ridurre il distanziamento mantenendo la sicurezza, anche perché la capienza seppur consentita al 50% al momento arriva solo 30% per mancanza di flussi turistici e minor numero di trasferte, calo che potrebbe essere compensato dal riempimento delle tratte con più flusso. «Italo e Trenitalia ci hanno mandato tutta una serie di proposte che abbiamo già valutato ripetutamente: alcune le abbiamo integrate e altre ci sembrano buone per garantire, con un riempimento maggiore, la sicurezza ai passeggeri— ha dichiarato la ministra Paola de Micheli a margine di un convegno a Genova —.Tutta questa mole di lavoro la stiamo condividendo col ministero della Sanità e, conseguentemente, col comitato tecnico scientifico per vedere se anche sui treni a lunga percorrenza si può aumentare il riempimento» dando così anche a Italo una boccata di ossigeno.

     

    In Europa

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    Se si dà uno sguardo al distanziamento sociale a bordo dei treni europei, tutti i Paesi consentono il riempimento al 100% tranne il Portogallo con Comboios de Portugal (CP) che ammette i due terzi della capienza e l’azienda italiana di diritto francese Thello che permette di occupare un posto su due proprio perché opera in Italia. Situazione difficile comunque da sostenere ancora per poco per Italo per il quale anche lo sconto (riduzione a causa del Covid) sul pedaggio, che paga al gestore Rfi, controllato da Ferrovie, per l’utilizzo della rete ferroviaria, incide solamente il 15% dei costi fissi e le perdite, se la situazione non dovesse cambiare, potrebbero arrivare a 500 milioni a fine anno.

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