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    RIMINI, CRIMINI - LA GUARDIA DI FINANZA, ARMATA DI BERMUDA E INFRADITO, SI È RIVERSATA IN INCOGNITO SULLE SPIAGGE DI RIMINI IN CERCA DI EVASORI - NEANCHE A DIRLO, È STATA CACCIA GROSSA: IL 59% DEGLI STABILIMENTI BALNEARI CONTROLLATI (E GIÀ PRECEDENTEMENTE SEGNALATI) NON ERA IN REGOLA - UNA LISTA SEGRETA DI RIMINESI CHE “RIFUGIANO” IN ALCUNE BANCHE DI SANMARINO 500 MLN €…


     
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    Mario Gerevini per "Corriere della Sera"

    San MarinoSan Marino

    Il furgone grigio parcheggia a due passi dal Grand Hotel di Rimini. Alle 9.30 di mattina scendono quattro giovani in bermuda e si incamminano sul lungomare, prima uniti poi divisi: due verso sud e due verso nord. Scena assolutamente normale nel «traffico» umano del Ferragosto riminese se non fosse per una paletta della Guardia di Finanza che spunta da una tasca del furgone.

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    Dunque non sono ragazzi in vacanza. No, sono Fiamme Gialle in tenuta da spiaggia, militari con le infradito pronti per fare i controlli negli stabilimenti balneari di Rimini.

    La zona è quella intorno al Grand Hotel, l'albergo di lusso immortalato da Federico Fellini in tanti film, ora pressoché completo e completato. Completo di turisti (molti stranieri, russi soprattutto) e completato nella ristrutturazione. Oggi appartiene ad Antonio Batani, un imprenditore turistico di Cervia (30 km più a nord), che l'acquistò cinque anni fa per 65 milioni di euro dopo il crac dell'impero immobiliare di Danilo Coppola che aveva il Grand Hotel nel suo portafoglio. Qualche giorno fa due camere del cinque stelle riminese sono state momentaneamente occupate dai ladri che hanno letteralmente smurato due casseforti portandosele via con gioielli e contanti per 160 mila euro.

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    Sul lungomare gli uomini della Gdf della Compagnia di Rimini, da un mese guidata da Giovanni Linardi, 29 anni, consultano alcuni fogli, sicuramente sanno dove andare a fare i controlli. Chiacchiere di città dicono che nella lista segreta dei 600 riminesi evasori, la categoria dei bagnini sia ben rappresentata. È un elenco di italiani (1.300 in tutto) titolari di conti correnti in due banche sammarinesi le quali avrebbero offerto un «riparo» tra il 2004 e il 2008 a un fiume di denaro «nero»: 780 milioni di euro di cui però 500 milioni solo dai clienti riminesi.

    I finanzieri cominciano a battere la spiaggia tra cabine e ombrelloni. Li seguiamo a distanza. Aspettano che un cliente si avvicini al gabbiotto della direzione del bagno, si mettono in coda, allungano il collo per osservare e capire se ai soldi corrisponde una ricevuta. È il blitz di Ferragosto. Lo si è saputo ieri da un comunicato della Guardia di Finanza di Rimini che ha illustrato i risultati dei controlli effettuati tra il 13 e il 15 agosto nel capoluogo e in provincia, sia sulle spiagge (anche Riccione, Cattolica ecc.) che in negozi, alberghi, discoteche.

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    Le pattuglie in borghese, coordinate dal comandate provinciale Mario Venceslai, hanno controllato l'emissione di scontrini e ricevute e alla fine su 274 esercenti controllati, sono state contestate 161 violazioni, cioè il 59%. Però attenzione: la percentuale è «drogata», non significa che il 59% tout court non è in regola. Quelli della Gdf sono per lo più controlli mirati che nascono da attività investigative precedenti o da segnalazioni.

    I bagnini, reduci dalle verifiche di tre settimane fa, si aspettavano i controlli di Ferragosto, eppure alla fine a 15 su 36 stabilimenti balneari controllati è stata contestata l'irregolare emissione di documenti fiscali. È solo dall'agosto del 2011 che i gestori dei lidi devono emettere lo scontrino. Prima non lo facevano e sul litorale più affollato d'Italia pochi dichiaravano al Fisco un reddito superiore ai 10 mila euro. Il non dichiarato spesso finiva a San Marino.

     

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