(ANSA) - Le banche europee proseguono la loro corsa sulle montagne russe con un 2019 che vede i ricavi in fase di stagnazione. E’ questo lo scenario delineato dagli analisti di Bloomberg intelligence sul sistema delle banche in Europa, ipotizzando un eventuale “calo dei ricavi tra l’1 e il 2%” nel caso in cui le condizioni economiche globali peggiorino. L’incertezza sui ricavi, dovuta al livello di competizione tra banche e ai bassi tassi di interesse, rimane, secondo gli analisti, il tallone di Achille per gli istituti europei.
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L’unico elemento per agire sugli utili resta il taglio dei costi che porta ad una forte riduzione del personale. E’ il caso, ad esempio, del colosso tedesco Deutsche Bank che sta valutando il taglio di 15-20 mila posti di lavoro. Con uno scenario europeo dove i ricavi sostanzialmente fermi, in Italia la situazione appare, escludendo la vicenda di Carige, in buona salute grazie al lavoro di “pulizia” fatto in questi ultimi anni.
I ricavi sono stabili a 82 miliardi di euro e gli utili in salita del 2%, grazie anche a una ‘spending review’ da 2,2 miliardi sui costi per il personale oltre che per minori accantonamenti e svalutazioni relativi a crediti deteriorati. Il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, ritiene che la presenza di fondi speculativi stranieri, con quote rilevanti, nell’azionariato delle banche italiane, crea “difficolta’ agli amministratori delegati e al top management, che cercano risultati nel breve periodo senza una logica di lungo respiro. Si spiegano cosi’ i ricavi fermi”. Il sistema bancario italiano rispetto al resto d’Europa resta “comunque piu’ solido”.
SILEONI FABI
Un clima positivo si registra anche per effetto delle numerose operazioni sugli Npl che le banche italiane hanno portato a termine negli ultimi anni. Nel 2018 si sono registrate cessioni di npl per 55 miliardi, nel 2017 erano state pari a 42 miliardi, nel 2016 a 26 miliardi. La riduzione delle sofferenze e delle inadempienze e’ stata accompagnata, inoltre, da una crescita significativa delle coperture. Secondo quanto emerge dal rapporto della Banca d’Italia, prosegue a “ritmi sostenuti lo smobilizzo dei crediti deteriorati delle banche”. A fine 2018 i deteriorati netti erano 90 miliardi e il rapporto con il totale dei prestiti era sceso al 4,3 per cento al netto delle rettifiche. Il rapporto stima che diminuirebbe al 3,9 per cento entro la fine del 2019 e al 3,1 nel 2021.