Estratto dell'articolo di Ernesto Assante per repubblica.it
bobby solo nel 1964
Bobby Solo ha 78 anni, sessanta dei quali passati nel mondo della canzone, visto l’esordio del 1963 con il primo singolo, Ora che sei già una donna. Ma il tempo non ha inciso granché sulla sua voce e nemmeno sulla sua passione per la musica e, soprattutto, per il rock’n’roll, che da sempre (pop permettendo) è stata la sua stella polare.
Elvis era il suo mito, e per molti versi lo è ancora, ed è proprio con l’approccio del rock’n’roll e il “sentimento” di Elvis che ha deciso di fare un album diverso da tutti quelli fatti prima, intitolato Get back e dedicato alla musica dei Beatles.
Bobby Solo canta i Beatles con il suo stile inconfondibile, con quella profondità ‘alla Elvis’ che lo ha sempre guidato e con uno spirito appassionato e divertito: «Ho fatto una cosa tipo quella che Rick Rubin ha fatto con Johnny Cash, pochi strumenti, tanta passione e la voglia di far diventare mie delle canzoni che ho sempre amato», ci dice, «io amo cantare, non ho una mente da businessman, canto per il gusto di farlo e il gusto non va mai in pensione».
(...)
Perché?
bobby solo - una lacrima sul viso
«Inizio col dire che ho fatto parecchi errori nella mia vita, soprattutto all’inizio, quando ero giovane e fesso. Partiamo dai Beatles: era il 1965, avevo avuto un grande successo internazionale dopo Una lacrima sul viso, e un bel giorno chiamò Dick James, l’editore dei Fab Four, che mi voleva vedere a Londra, perché mi aveva ascoltato e voleva propormi delle cose. Io avevo vent’anni, ero fessacchiotto, innamorato di Elvis, il mio unico mito.
Quando arrivai a Londra mi ricevette Dick James, sembrava Churchill, tutto rosso. E mi disse: ‘Ho una grande canzone di Paul McCartney e vorrei che la cantasse lei”. Io ero magrolino, con il ciuffo, i pantaloni alla caviglia con il calzino bianco, e gli dico: “Grazie Dick, ma è una canzone francese, io faccio rock’n’roll, grazie no. Era Michelle».
bobby solo nel 1964
Incredibile…
«Lo deve aver pensato anche lui, ci rimase un po’ male. Ricordo l’ufficio a New Oxford Street, ricordo la lacca che lui mise sul giradischi. Fu un grandissimo errore. Ma non l’unico…».
E quale altro?
«Nel 1977: “Pronto, parlo con Bobby Solo? Salve sono Giorgio Moroder, sono a Trento, in studio, e ho dei pezzi per te”’. E io cosa ho risposto? “‘No grazie, io i pezzi me li scrivo da solo”. E potrei andare avanti ancora».
Ovvero?
bobby solo
«A un certo punto ho avuto un clamoroso successo in Giappone, tre milioni e mezzo di dischi, un tour con quaranta concerti tutti esauriti. Mi contattarono dei funzionari di Stato e mi dissero che l’imperatore Hirohito mi voleva invitare a cena. Io risposi che ringraziavo ma non accettavo, era l’unica serata libera che avevo. Per sette anni non ho potuto più mettere piede in Giappone».
bobby solo bobby solo - se piangi se ridi BOBBY SOLO VINCITORE SANREMO 1965 BOBBY SOLO SE PIANGI SE RIDI SANREMO 1965 bobby solo bobby solo bobby solo
(...)