Andrea Pugliese per gazzetta.it
bodo roma
Gli errori di Rui Patricio e di un Vina inguardabile condannano la Roma alla sconfitta per 2-1 in casa del Bodo. L’attesa rivincita, insomma, non si è consumata e forse questa sconfitta fa anche più male del 6-1, perché quella era una partita del girone mentre questa costringe la Roma a dover vincere il ritorno con due gol di scarto per poter passare il turno e accedere alle semifinali di Conference League. Non basta un buon Pellegrini e la volontà di Abraham e Mkhitaryan, nella ripresa i giallorossi si autoflagellano da soli, con errori tanto brutti quanto banali.
Mourinho decide di lasciare in panchina Smalling a causa del freddo e del campo in sintetico, Knutsen deve invece rinunciare in extremis causa influenza all’uomo più atteso, Solbakken, al posto del quale va in campo Koomson. Il Bodo pressa alto, la Roma cerca di far male sulle ripartenze e tiene alti i due quinti (Karsdorp e Zalewski) per evitare che Samspted e Wembangomo scendano con frequenza e aumentino la densità offensiva dei norvegesi.
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Mourinho spedisce Kumbulla al centro della difesa per favorire anche il palleggio dal basso, con Ibanez a destra per contrastare la velocità di Koomson. Ne viene fuori una partita equilibrata, in cui Pellegrini prova subito a pungere in un paio di occasioni, mentre dall’altra parte Saltnes mette paura da fuori a Rui Patricio e poi Espejord non riesce a chiudere in tap-in sul secondo palo un tiro-cross di Vetlesen. Così l’occasione migliore se la costruisce dal solo Abraham al 37’, con un numero su Hobraeten, ma il tiro dell’inglese viene respinto da Haikin in uscita. E’ però il preludio al vantaggio, che arriva al 43’ con un’invenzione di Mkhitaryan che libera al tiro Pellegrini, con il capitano che fa secco il portiere russo sul primo palo.
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Nella ripresa entra però in campo un Bodo completamente diverso, molto più determinato di quello del primo tempo. La Roma, contemporaneamente, commette l’errore di arretrare troppo il baricentro, per provare a far male sulle ripartenze. Lasciando il pallino del gioco ai norvegesi, però finisce con il soffrire quasi subito. Ci pensa Rui Patricio a rimettere gli avversari in gioco: tiro innocuo di Wembangomo con leggera deviazione di Saltnes, con il portiere portoghese che goffamente si mette la palla dentro da solo. Poi ci provano lo stesso Saltnes e Pellegrino, in una fase della partita del tutto favorevole ai padroni di casa.
La risposta della Roma è con il solito Pellegrini, che da 20 metri chiama Haikin a una bella parata in stile. Abraham non trova la porta, Mou manda dentro uno dietro l’altro Shomurodov, Vina e Smalling (con Mancini che esce per infortunio), ma cambia poco. Sampstad calcia alto da fuori, poi Vina ne combina di tutti i colori: prima commette un fallo folle su Mugisha, dal conseguente calcio di punizione arriva il 2-1 di Vletsen con deviazione decisiva del difensore uruguaiano, infine calcia alle stelle la palla del possibile pareggio. L’ultimo tentativo è di Shomurodov, alto di testa. Finisce così, con la Roma che ha di rammaricarsi.
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