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    CICCHETTI DI TROPPO! "DOBBIAMO ANDARE AVANTI AL GRIDO DI BATTAGLIA, CHE È SEMPRE IL SOLITO: BOIA CHI MOLLA". BUFERA SUL SINDACO DI RIETI CICCHETTI, PASSATO DAL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO A FORZA ITALIA – LUI SI DIFENDE DALLE ACCUSE: “MA QUALE FASCISMO, NON SONO NEANCHE DI FRATELLI D’ITALIA. CITANDO IL MOTTO 'BOIA CHI MOLLA', MI RIFERISCO AI GIOVANI DI REGGIO CALABRIA, AI RAGAZZI CHE RESISTETTERO NEL 1970, IO SONO NATO NEL 1952, NON C'ENTRO NULLA CON IL FASCISMO” – VIDEO


     
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    https://video.corriere.it/boia-chi-molla-grido-battaglia-sindaco-rieti-comizio-elettorale/970ebc6e-ce04-11ec-b3ba-cf41db28034c

     

    Clemente Pistilli per repubblica.it

     

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    La leader del partito Giorgia Meloni a Milano ha appena detto: "Il saluto romano è antistorico". Ma con la sua vita tutta a destra il primo cittadino, passato dal Movimento sociale italiano a FI, non è d'accordo. E poi alle critiche ribatte: "Ma quale fascismo? Non sono neanche di Fratelli d'Italia"

     

    "Dobbiamo andare avanti al grido di battaglia, che è sempre il solito: boia chi molla". E giù applausi da parte di colonnelli, amministratori locali e simpatizzanti di Fratelli d'Italia.

     

    A parlare il 7 maggio mattina, nella sala dei Cordari a Rieti, è il sindaco Antonio Cicchetti. Una vita tutta a destra quella del primo cittadino, passato dal Movimento sociale italiano a Forza Italia. A giugno nel capoluogo dell'alto Lazio si vota. A cercare di succedergli è il suo vice, Daniele Sinibaldi, di Fratelli d'Italia. In occasione della presentazione della lista di FdI, Cicchetti ci tiene a rivendicare determinate radici e afferma che il grido di battaglia è sempre "boia chi molla".

     

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    Rispolverato dunque il motto del fascismo e del neofascismo, quello usato dalla Guardia nazionale repubblicana durante la Rsi e da Ciccio Franco durante i moti di Reggio. A contrapporsi a Sinibaldi è l'ex sindaco Simone Petrangeli, del Pd. Cicchetti sostiene anche che le elezioni sono come una guerra. "Il nemico non è mai morto - dice - mentre noi lavoriamo qui loro stanno lavorando altrove". Ancora: "Non abbassiamo la guardia, l'entusiamo serve a darci gagliardia nell'azione, ma non sottovalutiamo mai chi sta dall'altra parte".

     

     

    C'è entusiasmo in sala e dopo il sindaco, a quanto pare affatto turbati da quel "boia chi molla", intervengono l'europarlamentare Nicola Procaccini, che loda pure Cicchetti come amministratore, sostenendo che è stato sempre un punto di riferimento per la destra, il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida, e il coordinatore regionale del partito, Paolo Trancassini.

     

    Con buona pace per quelle prese di distanza da fascismo e neofascismo di Giorgia Meloni. "Il saluto romano è antistorico", ha detto la leader a Milano, in occasione della commemorazione di Ramelli. Pochi mesi fa, scoppiato lo scandalo della lobby nera, aveva inoltre affermato: "In Fratelli d'Italia non c'è spazio per nostalgici, razzisti e antisemiti. Utili idioti della sinistra". Ma a Rieti il grido di battaglia sarebbe sempre "boia chi molla".

     

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    "Ma quale fascismo, citando il motto 'Boia chi molla', mi riferisco ai giovani di Reggio Calabria, ai ragazzi che resistettero nel 1970, io sono nato nel 1952, non c'entro nulla con il fascismo", ha poi detto Antonio Cicchetti. Il video del comizio in cui dice quella frase sta infatti facendo il giro del web. Il suo  'Boia chi molla' è stato subito contestato da Emanuele Fiano del Pd, e dal presidente della Commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni.

     

    "Fiano?", dice Cicchetti, "lui ha coda di paglia lunga un chilometro, è l'unico di cui non mi interessa affatto il giudizio, come anche di Perantoni, che non so neanche chi sia". Poi Cicchetti rivendica il suo essere politicamente scorretto: "Sì, lo sono, e guardi potevo pure ricandidarmi per la quarta volta e non lo faccio".

     

    "Ripeto", scandisce, "il mio era solo un invito a non mollare in campagna elettorale, un insegnamento ai giovani, a non sentirsi sicuri della vittoria, a non trascurare la campagna elettorale, nulla più". E conclude: "Ma quale fascismo, io non sono neanche di fratelli d'Italia, io sono di Forza Italia".

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